I verbali degli incontri in Parlamento

VERBALE DELL’INCONTRO DEL 12/12/2000 CON I POPOLARI ON.LI VOGLINO E VOLPINI.

Varaldo: Presenta la lettera, sottoscritta da migliaia di insegnanti e genitori, con cui si invitano i Parlamentari a non votare il piano di attuazione. Spiega i motivi per cui è stato chiesto questo incontro.

Volpini. Desidererei che ci spiegaste punto per punto la vostra contrarietà al piano. Nella Commissione che lo ha esaminato ci sono Presidi, Direttori didattici, maestri. Si è svolto un dibattito. La decisione non nasce da interessi politici, anche se ci sono posizioni politiche diverse. Se voi ci spiegate noi vi risponderemo.

Voglino: Perchè siete contrari? Contrari a che cosa? Alla Legge? Al piano? La legge è stata approvata. Legge e piano sono collegati.

Varaldo Partiamo dal piano che è un elenco di problemi (Li enumera sottolineando “l’onda anomala). Non c’è stato un dialogo (accenna all’impossibilità di un incontro con i D.S.).

Volpini: C’è stato un confronto con intere scuole, con numerose associazioni di genitori e insegnanti. Si tratta di problemi già dibattuti.

Voglino: Ho incontrato i quadri CISL, ho parlato con insegnanti CISL della mia città. Ho registrato il malessere. Ora alcuni nodi vengono sciolti, anche se i rischi ci sono. Ma il piano quinquennale va visto nella logica della processualità. La Legge si costruisce facendo. Ci sarà una gradualità di attuazione. Occorrerà preparare gli insegnanti, ma già alcune esperienze nella direzione dell’applicazione della Legge (intende la continuità tra scuola elementare e media) sono state fatte nell’ambito dell’autonomia, anche rispetto ai curricoli. Perchè non utilizzare quanto di positivo è stato fatto? Ciascun docente sarà utilizzato secondo le sue competenze.

Defeudis: E i contenuti? Io, insegnante, come posso spiegare ai genitori dei miei alunni che i contenuti e i programmi saranno costruiti in itinere?

Volpini: L’offerta formativa viene fatta dalla scuola. Questa è l’opportunità dell’autonomia; anche la scansione degli anni sarà decisa dalla scuola: 2+3+2 o altro. Non esistono vincoli. Il piano non dà dei vincoli; non è prescrittivo. Dà delle indicazioni, offre opportunità. In questo consiste l’importanza dell’autonomia. Per quanto riguarda i programmi, per es.la storia non verrà più fatta a pezzetti e poi ripresa alla scuola elementare, media, superiore. Non ci saranno ripetizioni. L’alunno sarà più motivato. L’alunno in difficoltà può essere recuperato perchè il programma è più organico.

Varaldo: ( osservazioni sulla difficoltà di non riprendere gli argomenti) Non c’è più il diritto. Il piano comporta un salto di qualità dall’autonomia all’anarchia.

Defeudis: ricorda Piaget, altri pedagogisti e l’apprendimento ciclico e a spirale. Chiede di nuovo chiarimenti sui contenuti.

Volpini: Non si tratta di anarchia o di caos, ma di realizzare la libertà d’insegnamento.

Devecchi: Dell’autonomia conosciamo la competitività tra le scuole e il taglio dei fondi. Mancano i finanziamenti per attuare il piano dell’offerta formativa e persino per pagare i supplenti.

Volpini: Questo è impossibile. Dal 1996 abbiamo continuamente aumentato i finanziamenti per l’istruzione. nel 1996 44.000 miliardi, poi 63.000, nel 2000 68.000 miliardi. O i vostri dirigenti hanno le mani bucate o i fondi finiscono in un buco nero.

Defeudis:chiede di nuovo precisazione sui contenuti, in quanto non le è stata data risposta.

Voglino. E’ importante inserire nuove discipline, per es. ed. musicale; ma il passaggio sarà graduale.

Facchin: Ci sarà una diminuzione di cultura anche a causa della diminuzione di un anno di scolarità, tolto alla scuola di base

Volpini: Questo è impossibile. La struttura dell’istruzione in Italia , con questa legge, prevede 7 anni di scuola di base, più 5 anni di scuola superiore più due anni di formazione integrata per ottenere titoli per es di perito elettronico, o idraulico ecc. Qui ci vanno gli studenti che non vanno all’Università.

Dopo la scuola superiore ci sarà l’università con i 5 anni di corso per ottenere la laurea, in tutte le facoltà. Abbiamo già apportato modifiche migliorative sia rispetto alle proposte di F.I. che chiedeva l’addestramento professionale fin dai 13 anni ( nella legge si parla di possibilità di addestramento professionale dopo i 15 anni) e di R.C. che voleva il biennio unico con differenziazioni negli anni successivi. Il biennio sarà orientativo e specifico insieme, per questo sono state ipotizzate le “passerelle”. La riforma era necessaria per adeguarci all’Europa. Il sistema italiano presentava la sfasatura di un anno in più rispetto ai sistemi degli altri paesi.

Varaldo e gli altri componenti della delegazione commentano che la maggior parte dei paesi non ha modificato il proprio sistema d’istruzione e che l’Italia, la cui scuola era apprezata anche all’estero, si sta adattando ai modelli peggiori. Argomentano, esemplificando con l’organizzazione sia della scuola di base attuale sia della scuola superiore. Sottolineano le difficoltà di applicazione del piano.

Volpini: Le stesse difficoltà si sono avute quando è partita la scuola media unificata, anche in questo caso si sono risolte in itinere. Quindi è inutile preoccuparsi.

Varaldo: Ben diversa era la spinta ideale e sociale degli anni ‘60. Ora ogni scuola determinerà all’interno del P.O.F. i contenuti, diversi per anni. (esemplifica portando l’esperienza delle scuole elementari del suo quartiere a Torino). Ci sarà il caos.

Volpini: Assolutamente no.Ci sarà la formazione professionale degli insegnanti, ci sarà un sistema nazionale di valutazione al 7° anno e le scuole si confronteranno fra di loro “aggiustando” la propria organizzazione. Abbiamo speso 2.100 miliardi per mettere le scuole in rete fra di loro perchè si confrontino. Ci saranno gli ispettori. E’ ora di finirla che per tutti i problemi i dirigenti scolastici (di scuola e provinciali) scrivano la loro letterina al Ministero perchè glieli risolva. Noi l’abbiamo detto al Ministro: basta con le circolari. E’ la scuola che fa l’organizzazione didattica e ha gli strumenti per farlo.
C’è un corpo insegnante, ci sono i genitori della scuola, c’è il dirigente scolastico, c’è il segretario amministrativo, ci sarà il Consiglio di gestione dell’autonomia. Questi possono gestire al meglio l’organizzazione scolastica, confrontandosi con il gestore provinciale. Ci saranno materie e orari. L’alunno sarà sempre al centro dell’attenzione. Il ciclo superiore non parte perchè richiede tempo per i contenuti. Per la scuola elementare i contenuti sono obbligati. Dopo il triennio si rivede tutto.

Facchin: Fa presente le difficoltà del biennio futuro e attuale esemplificando con l’introduzione dei nuovi programmi di storia, che hanno compresso eccessivamente la storia antica e medioevale.

Volpini: La valenza orientativa del biennio è importantissima e va supportata dal consiglio dell’insegnante. Lo studio della storia del ‘900 non è vincolante. Il ministro si è limitato a suggerire delle indicazioni, non a dare delle prescrizioni.

Facchin: Questa valenza orientativa (provare, consigliare, cambiare) comporta un biennio con programmi minimi, che si inserisce su una scuola dell’obbligo di 7 anni invece che di 8. Si devono preparare i ragazzi su basi più fragili.

Varaldo: Gli studenti recuperano all’Università la preparazione liceale.

Volpini: Chi passa da un’area (della scuola superiore) a una facoltà specifica corrispondente all’area non ha bisogno di alcuna preparazione particolare. Occorerà invece farsi il credito per la facoltà universitaria non attinente all’area.

Facchin: Ci rendiamo conto che c’è uno scollamento tra il paese e il mondo politico

Volpini: Ogni cosa che il Parlamento ha fatto è stata presentata falsandola. Occorre fare il combinato differito (?). Il piano non ha nessuna prescrivibilità, la risoluzione non è vincolante; è solo un suggerimento per le scuole. Se il piano fosse stato una legge l’avremmo spulciato…. Ci troviamo di fronte a una situazione politica particolare con una opposizione che dice che cancellerà la riforma se vincerà le elezioni. La Riforma va nella giusta direzione; occorre mettere un “rampino” che renda più difficile cancellare la legge. Il corpo docente italiano è il migliore a livello mondiale (e riuscirà a realizzarla).

Defeudis: Avete una enorme responsabilità per il caos che si creerà.

INCONTRO CON L’ON.LE MARIA LENTI (RIFONDAZIONE COMUNISTA).

Lenti ringrazia del materiale che le è pervenuto, condivide le osservazioni del “Manifesto”. Spiega che si voterà sulle risoluzioni: saranno tre; una di maggioranza, una del P.R.C. e una del Polo.

“ Hanno dato tutto alle destre: Berlusconi ha ottenuto la flessibilità (dei corsi e delle classi), la fluidificazione dei percorsi. Gli studenti usciranno dalla scuoila con meno competenze specifiche e con minori possibilità contrattuali.

Nicola :Parla di compattezza arrogante delle forze di governo; forse ci sono margini nel gruppo misto. Chiede precisazioni sul voto per parti separate. E’ pensabile? Quali vantaggi può offrire?

Lenti: Non sono d’accordo che offra dei vantaggi. Bisogna vedere su quali parti chiedono la votazione separata. In questo modo alcune parti del piano potrebbero essere tolte. Questo significa che il Governo consente su alcune loro richieste.

Lorenzo: Esistono modi per non fare passare anche solo alcune parti del piano?

Lenti: E’ possibile il rinvio di una parte. Con questa riforma distruggono quello che c’è e continuano la privatizzazione dei servizi pubblici. Il piano di attuazione è prescrittivo. Sarà indispensabile una consultazione sul territorio.

Lorenzo: La riforma è fatta contro gli insegnanti e i genitori. Che i lavoratori siano contrari lo ha dimostrato anche l’ultimo sciopero.

Lenti: Fai la riforma, ma tutto quello che i lavoratori ti chiedono non c’è. Oltre ai problemi sollevati anche da voi ci sarà il problema dell’edilizia scolastica e delle differenze di strutture tra il Nord e il Sud. Per quanto riguarda le materie scolastiche concorda sulle nostre osservazioni: “Ci sarà il problema di presentare dei contenuti una volta sola, magari quando il processo formativo è già compiuto”. Quanto alla possibilità di approvazione del piano ritiene che è quasi certa, in quanto il Polo potrebbe far mancare dei voti e coloro che a noi hanno espresso perplessità, votare secondo le indicazioni di partito. Ci chiede di essere informata sui nostri programmi futuri.

Mozione approvata alla Conferenza Nazionale

 

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli”

Mozione approvata al termine della “Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica”

Insegnanti e genitori di tutta Italia ci siamo ritrovati oggi, 25 novembre 2000, a Milano, in “Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica”. Erano presenti, oltre a delegati di tutte le organizzazioni sindacali, un membro della segreteria nazionale CISL-Scuola, un rappresentante della direzione di Gilda, il responsabile della commissione scuola della Lombardia di Rifondazione Comunista. Al tavolo della presidenza era inoltre rappresentata l’associazione “Prisma”, mentre messaggi di sostegno alla conferenza sono giunti da intellettuali, docenti universitari, eletti nelle istituzioni di tutta Italia.

Noi ci siamo riuniti nel momento in cui il ministro della pubblica istruzione, Tullio De Mauro, ribadiva sulla stampa di “essere disponibile a sospendere l’applicazione della legge”, se il Parlamento glielo dice. Continue reading Mozione approvata alla Conferenza Nazionale

Appello di convocazione della Conferenza Nazionale con le prime ipotesi della Commissione dei Saggi

Il “Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli”

propone

a tutti gli insegnanti, i genitori, gli studenti, i responsabili sindacali, le associazioni, gli eletti nelle istituzioni, di promuovere insieme una

“Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica” Continue reading Appello di convocazione della Conferenza Nazionale con le prime ipotesi della Commissione dei Saggi

Resoconto degli incontri con la Presidenza del Consiglio e con il Ministero della Pubblica Istruzione

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli”

Resoconto degli incontri con la Presidenza del Consiglio e con il Ministero della Pubblica Istruzione

Roma, 4 luglio 2000

Incontro con il dott. Strano, vice segretario generale del presidente del consiglio.

Dott. Strano: “Se ho ben capito voi ponete un problema di essere ascoltati, di far sentire le vostre ragioni in merito alla legge sui cicli.”

Lorenzo Varaldo (insegnante, Torino): “Intanto presento brevemente la delegazione in cui sono rappresentati insegnanti e genitori di tutta Italia. Per un problema posto da voi non é stato possibile far salire tutti i 21 insegnanti e genitori provenienti dalle province di Torino, Milano, Lodi, Latina, Frosinone, Forlì e Bari. Abbiamo perciò deciso di comporre la delegazione in modo che il Paese fosse rappresentato dal nord al sud. Continue reading Resoconto degli incontri con la Presidenza del Consiglio e con il Ministero della Pubblica Istruzione

Lettera aperta al presidente del consiglio, on. Giuliano Amato, e al ministro della pubblica istruzione, Tullio De Mauro.

“Egregio presidente del consiglio, egregio ministro,

il 2 febbraio scorso il Parlamento ha approvato la legge chiamata “Riordino dei cicli” dopo poche ore di dibattito al Senato che hanno fatto seguito all’interruzione dei lavori della VII Commissione e alle pochissime ore con cui la Camera aveva liquidato la legge nel settembre 1999.

Noi abbiamo cercato in questi anni il dialogo con tutti coloro che hanno dovuto a più riprese affrontare la questione, ma un reale confronto non si è mai avviato e le argomentazioni di migliaia di insegnanti e genitori non sono state tenute in alcun conto. Oggi ci rivolgiamo a voi perché avete la possibilità di riconsiderare l’intera materia e di chiedere l’abrogazione di questa legge di distruzione della scuola pubblica e delle generazioni a venire. Continue reading Lettera aperta al presidente del consiglio, on. Giuliano Amato, e al ministro della pubblica istruzione, Tullio De Mauro.

Le firme al Senato

“Manifesto dei 500 per il ritiro della riforma dei cicli”

“Appello in difesa della scuola elementare”

Dichiarazione adottata al termine degli incontri con la VII Commissione del Senato, con alcuni senatori della maggioranza e dell’opposizione e con le segreterie nazionali dei sindacati.

Il 14 dicembre 1999, 15 insegnanti e genitori di scuole elementari, medie e superiori delle province di Torino, Milano, Lodi, Latina, Bari, Avellino sono stati ricevuti dalla VII Commissione del Senato in rappresentanza delle migliaia di insegnanti e genitori di tutta Italia che hanno sottoscritto in queste settimane il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli” e, a partire dal marzo 1997, l’ “Appello in difesa della scuola elementare”. Mentre erano riuniti in commissione, i senatori presenti (i vice presidenti della VII Commissione, sen. Biscardi (DS) e sen. Asciutti (FI), il relatore di maggioranza dei DS, sen. Donise, e altri in rappresentanza dei diversi gruppi) hanno continuato a ricevere firme provenienti all’ultima ora da tutta Italia.

La VII Commissione aveva fissato un tempo di 30 min. per l’incontro, ma si è trovata costretta a prolungare il dibattito ad un’ora per la ricchezza e la complessità delle questioni poste. Nonostante questo il tempo si é dimostrato del tutto insufficiente, confermando ancora una volta come un enorme numero di problemi relativi a questa proposta di legge sarebbero da affrontare, approfondire, discutere.
Anche questo fatto dimostra come la linea del Manifesto si riveli ancora oggi la più giusta e la più corrispondente alla volontà degli insegnanti e dei genitori. E’ stato il vice-presidente della VII Commissione, della maggioranza, a dire espressamente: “Abbiamo ascoltato molti gruppi e tutti fanno delle critiche. Se dovessimo ascoltare tutti, allora avreste ragione voi: bisognerebbe ritirare la legge”.
Ma ciò viene confermato con chiarezza ancora maggiore dagli incontri che la delegazione ha effettuato nelle ore e nel giorno successivo con i vari rappresentanti dei partiti di maggioranza e opposizione: stimolati dalle nostre posizioni, anche alcuni esponenti della maggioranza, dei DS, dei Verdi, dei Popolari, si sono dimostrati preoccupati per alcuni dei temi posti dal Manifesto, e alcuni di loro sono arrivati a dire che condividono in parte o largamente le argomentazioni e le preoccupazioni in esso contenute.

Tuttavia un problema si pone: nonostante i dubbi e la contrarietà ad alcuni punti o all’impianto generale della legge, hanno dichiarato che, se si arriverà al voto, essi voteranno a favore della legge

Il problema che molti, anche della maggioranza, hanno sollevato nell’audizione in VII Commissione e negli incontri successivi riguarda quella che è stata definita dagli stessi senatori la “blindatura” della legge, e cioè l’enorme pressione esercitata dal ministro Berlinguer e dal governo perché la legge sia approvata in tempi brevi, senza cambiamenti e senza ulteriori approfondimenti.
Un dato che emerge chiaramente è il ricatto politico posto da Berlinguer su questa legge.

Questo fatto pone direttamente una questione ben più grande, una questione sulla stessa democrazia del Paese: chi decide veramente le leggi? Quale potere reale hanno oggi i parlamentari, se la loro libertà di coscienza, se i loro dubbi, se la necessità di approfondire, di comprendere, di analizzare, viene sottoposta agli ordini di partito e alla volontà del ministro e del governo? Quale democrazia esiste nel Paese, se i senatori non rispondono davanti ai cittadini e alle loro istanze, ma davanti ad un governo e ad un ministro che li mette in condizione di dire che “il testo è blindato”?

La legge doveva essere discussa e votata in Senato il 14 dicembre. In un secondo momento é stata spostata al 15 per permettere le varie audizioni, tra cui la nostra. Infine è stata rimandata a gennaio.
Noi poniamo dunque un problema a tutte le organizzazioni sindacali: esiste oggi uno spazio, un tempo, per impedire che una legge così distruttiva possa essere approvata. Questo tempo e questo spazio, devono essere impiegati per realizzare una grande manifestazione nazionale presso colui che oggi decide e che si appresta a portare un colpo decisivo al sistema dell’istruzione: il ministro della Pubblica Istruzione.
Il 15 dicembre la delegazione di insegnanti e genitori è stata ricevuta dalle segreterie nazionali dei sindacati. Da questi incontri, come si può vedere chiaramente dai resoconti, è emerso chiaramente come i problemi relativi alla proposta di legge che abbiamo sollevato siano più che fondati, compresi i problemi relativi alla democrazia. A conclusione di questi incontri noi ribadiamo fermamente la nostra linea: ritiro della proposta di legge di “riordino dei cicli”.
Oggi è evidente che lo spazio politico auspicato da alcuni responsabili sindacali si è aperto e che una grande responsabilità ricade sulle organizzazioni sindacali.

Noi ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni sindacali: se noi, con le nostre forze autorganizzate, con i nostri autofinanziamenti, siamo riusciti a realizzare manifestazioni pubbliche con centinaia di insegnanti e genitori, a raccogliere migliaia di firme, ad essere ricevuti dalla VII Commissione e ad instaurare un dialogo con i parlamentari, quale forza potreste portare voi a Roma, davanti al Ministro, per fermare questa legge?

Se tali e tanti problemi, legati alla democrazia e al contenuto distruttivo della legge, sono stati appurati dalla nostra delegazione, non é arrivato il momento di andare là dove si decide per impedire questo scempio?
La delegazione é disponibile in ogni momento ad approfondire con i senatori e con tutte le persone interessate alla difesa della scuola pubblica e della democrazia, dati alla mano, le argomentazioni che sono alla base della posizione per il ritiro della legge.
Oggi è necessario agire prima che sia troppo tardi.
Noi non siamo responsabili del caos e della dislocazione del sistema scolastico che si creerebbe qualora questa legge dovesse essere approvata.
La stragrande maggioranza degli insegnanti e dei genitori è contraria a questa legge. Molti senatori della maggioranza si sono dimostrati interessati ad approfondire l’analisi e contrari e preoccupati per alcuni punti.
Noi ci impegniamo a promuovere un resoconto preciso degli incontri al Senato e presso le OO.SS. e a diffondere questa dichiarazione tra le migliaia di insegnanti e genitori di tutta Italia che si sono uniti al “Manifesto”.
E’ possibile fermare questa legge prima che sia troppo tardi.

Una grande responsabilità è ora nelle mani delle OO.SS.: organizzate una manifestazione nazionale, chiamando tutti gli insegnanti e tutti i genitori, per ottenere il ritiro della proposta di legge.

La delegazione di insegnanti e genitori ricevuta al Senato il 14 e 15 dicembre per il “Manifesto dei 500 per il ritiro della riforma dei cicli”.

Nota aggiuntiva: nell’incontro con la segreteria nazionale della CISL era emersa la disponibilità di questo sindacato ad organizzare, qualora la legge non fosse stata approvata nelle ore e nei giorni immediatamente successivi, la mobilitazione degli insegnanti e dei genitori. Questa posizione apre quindi una prospettiva e oggi va ripresa con forza per arrivare al più presto ad una manifestazione nazionale per il ritiro della “Riforma dei cicli”. Agli altri sindacati diciamo: unitevi nell’organizzare questa manifestazione.

Contatti: Lorenzo Varaldo. Rita Defeudis, viale Papa Paolo VI, 6, Abbiategrasso (MI), tel 02/94965090.

Il Manifesto dei 500

MANIFESTO

DI GENITORI E INSEGNANTI

PER IL RITIRO DELLA RIFORMA DEI CICLI

promosso da 500 insegnanti e genitori di 87 fra scuole materne, elementari, medie e superiori delle province di Torino, Milano e Lodi e dall’ “Appello in difesa della scuola elementare”

“Noi accogliamo l’invito giunto dai firmatari dell’ “Appello in difesa della scuola elementare ” della provincia di Lodi e Milano e da alcuni colleghi delle materne, delle medie e delle superiori di Torino ad estendere l’iniziativa in difesa della scuola elementare a tutti gli altri ordini. Continue reading Il Manifesto dei 500

Mozione approvata a Torino al termine dell’assemblea del 7 ottobre 1999

Ci siamo ritrovati oggi in 130 genitori e insegnanti di 39 scuole materne, elementari e medie su invito del “Comitato Nazionale dell’Appello in difesa della scuola elementare”.

Abbiamo innanzitutto constatato come in tutto il Paese esista una grande disinformazione e mistificazione sulle reali conseguenze della “Riforma dei cicli” in discussione in Parlamento.

Abbiamo perciò deciso di rivolgerci largamente a tutti i cittadini, per informare su ciò che abbiamo verificato: Continue reading Mozione approvata a Torino al termine dell’assemblea del 7 ottobre 1999

Mozione approvata ad Abbiategrasso

MOZIONE ADOTTATA IL 5 OTTOBRE 1999 DAI 100 INSEGNANTI E GENITORI DELLA ZONA “ABBIATEGRASSO-MAGENTA-ARLUNO” RIUNITI IN ASSEMBLEA, PRESENTI INSEGNANTI DELLA PROVINCIA DI LODI E UN MEMBRO DELLA DIREZIONE NAZIONALE CISL-SCUOLA

Ci siamo ritrovati oggi, 5 ottobre 1999, in 100 insegnanti e genitori su invito dell’”Appello in difesa della scuola elementare” per informarci e discutere della “Riforma dei cicli” in discussione in Parlamento.

Abbiamo ascoltato con preoccupazione le conseguenze distruttive che l’approvazione di questo progetto di legge porterebbe con sé.

E’ stato evidenziato come questo progetto di legge preveda l’eliminazione di un anno di scuola e la soppressione di intere materie. Continue reading Mozione approvata ad Abbiategrasso

I provvedimenti presi in questi due anni: giudicate voi il “metodo” usato dal Ministero

a) Abolizione del tetto di 20 alunni per le classi con portatore di handicap. Dopo aver abolito questo tetto con la Finanziaria del 1997, il governo ha giocato a diffondere la notizia che il limite stesso era stato reintrodotto.
Vediamo allora il testo del decreto. Continue reading I provvedimenti presi in questi due anni: giudicate voi il “metodo” usato dal Ministero