Chi siamo

Il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica” viene lanciato nell’ottobre 1999 da 500 insegnanti e genitori riuniti in tre assemblee a Torino, Abbiategrasso (Milano) e Lodi, contro la riforma dei cicli proposta dall’allora ministro Berlinguer e in discussione in Parlamento. Queste assemblee, convocate dai promotori di un precedente “Appello per la difesa della scuola elementare” (promosso nel marzo 1997 a Torino) raccolgono la proposta di alcuni professori delle medie e delle superiori di estendere l’iniziativa contro la “riforma” a tutti gli ordini di scuola.

I punti della legge allora in discussione contestati erano l’abolizione-fusione della scuola elementare con la scuola media, con la perdita di un anno di scuola e il caos organizzativo che ne sarebbero conseguiti; la scomparsa del gruppo-classe da sostituire con i gruppi flessibili e di livello; la perdita di stabili figure di riferimento per i bambini; l’abolizione dei programmi nazionali e il conseguente abbassamento culturale; l’abrogazione dei diplomi e dei titoli di studio attualmente rilasciati e la regionalizzazione degli istituti professionali; l’abolizione del Tempo Pieno e dei Moduli nelle elementari e del Tempo Prolungato alle Medie.
Più in generale, il “Manifesto dei 500” viene costituito con l’intento di unire più largamente possibile insegnanti, genitori, cittadini in difesa della scuola pubblica e per rivolgersi alle organizzazioni sindacali perché l’unità e la mobilitazione in questo senso vengano organizzate.
Su questa base, assemblee, appelli, sottoscrizioni, mozioni, conferenze nazionali, manifestazioni, delegazioni in Parlamento, al Ministero e a Palazzo Chigi, lettere aperte sono state organizzate in questi anni, arrivando a coinvolgere decine di migliaia di insegnanti e genitori di tutto il Paese.
Il “Manifesto dei 500” ha fornito regolari resoconti e verbali di queste iniziative, in modo da permettere prima di tutto che l’informazione e il dibattito più largo possibile potessero svilupparsi.
Una volta superato il pericolo della “riforma” dei cicli proposta dal centro-sinistra, il “Manifesto dei 500” ha preso immediatamente posizione contro i progetti del governo Berlusconi e in particolare per il ritiro e successivamente per l’abrogazione della “riforma” Moratti.
Oltre a mettere al centro della sua azione l’abrogazione della “riforma” Moratti, di cui si contestano punti molti simili a quelli della “riforma” precedente, il “Manifesto dei 500” si batte per la difesa dell’unità della scuola italiana su tutto il territorio nazionale, quindi contro la devolution, per la difesa dell’attuale stato giuridico degli insegnanti, contro la regionalizzazione, cercando di aprire la discussione nel Paese sulle conseguenze della Legge dell’Autonomia Scolastica.
Nel giugno 2001, insieme ai Coordinamenti insegnanti-genitori di Roma e Firenze, il “Manifesto dei 500” ha costituito un “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica”.
Tutte le iniziative sono completamente autofinanziate dai promotori e dai sostenitori.

 

 

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