2riforma” dei Tecnici e dei Professionali: inaccettabile!

Dichiarazione-M500-riforma-Valditara

Dopo il tutor, la soppressione di centinaia di istituzione scolastiche con il “nuovo” dimensionamento, i tagli di posti in molte città, i soldi a valanga del PNRR per imporre una didattica di regime mentre le scuole cadono a pezzi, adesso nel mirino del governo entrano gli Istituti Tecnici e Professionali.

Un anno di scuola in meno, regionalizzazione,
ingresso dei privati, lavoro al posto dell’istruzione

Il Disegno di legge presentato dal ministro Valditara il 19 settembre prevede di istituire un secondo canale parallelo agli Istituti Tecnici e Professionali attuali, che potrà essere messo in piedi indifferentemente dallo Stato o dalle Regioni, con percorsi di studio di soli quattro anni al posto dei cinque attuali.

Non ci si deve confondere: non si tratta semplicemente di una “sperimentazione” per ridurre di un anno… continua a leggere cliccando qui

NO Autonomia differenziata: manifestazione a Torino sabato prossimo

Sabato prossimo, a Torino, alle 15.30, in Piazza Castello, ci sarà la terza manifestazione provinciale contro l’Autonomia differenziata. 
Qui allegato trovate il volantino da diffondere. 
In questa estate, i Comitati NO-AD hanno organizzato più di 150 iniziative in tutto il Paese ed è in questo quadro che si inserisce l’appuntamento di Torino. 
La notizia dei giorni scorsi relativa alla decisione della Provincia autonoma di Bolzano di istituire un suo sistema di valutazione degli alunni che non prevede voti al di sotto del 4 deve farci riflettere. Al di là delle opinioni che si possono avere sulla valutazione in generale, e dunque su questa decisione, essa ci indica la strada verso la quale ci conduce l’AD: ventuno sistemi scolastici, sanitari, di servizi, di contratti, di condizioni di lavoro diversi, nel caos totale, con l’unico risultato di liquidare ciò che resta della scuola pubblica, della sanità, dei contratti e di tutte le nostre conquiste. Una babele che aprirebbe la porta alla privatizzazione completa di tutti i settori. 
Sabato sarà quindi un appuntamento importante, a tre settimane esatte dalla grande manifestazione nazionale del 7 ottobre, che ha tra le sue parole d’ordine più importanti proprio il NO all’AD. 
 
Noi del “Manifesto dei 500”, che da sempre siamo impegnati in questa mobilitazione, invitiamo caldamente i nostri sostenitori di Torino e provincia non solo ad essercima anche a coinvolgere amici, colleghi, persone che magari non conoscono l’argomento e le conseguenze che l’Autonomia porterebbe per tutti, anche al nord. 
 
Intanto, vi invitiamo anche a venire con noi a Roma il 7 ottobre. Se ne avete l’intenzione, mandateci una e.mail a questo indirizzo e vi comunicheremo al più presto le modalità del viaggio. 
 
Per chi è di Torino o provincia, arrivederci a sabato, è il momento di esserci!

Mozioni contro il tutor – Denuncia dei tagli

Mozione-Tutor-Liceo-Modigliani-Padova

Pubblichiamo una delle tante mozioni votate da collegi docenti di tutta Italia, ma anche da molte assemblee sindacali, contro l’istituzione del “tutor” nella Scuola secondaria di II grado. Questa mozione ci è arrivata dal Liceo Artistico “Modigliani” di Padova e condensa molto bene le motivazioni del NO al tutor.
Il “tutor” è in effetti una generalizzazione, con grave peggioramento, di ciò che era stato varato dalla “buona” scuola di Renzi per gli istituti Professionali.
Il provvedimento si situa in perfetta continuità con tutti i governi che, da Berlinguer e poi dalla Moratti, hanno cercato di demolire le fondamenta della scuola, pubblica statale in particolare, il suo ruolo, quello dei docenti, quello della cultura e della conoscenza.

Nello stesso momento in cui si vuole imporre il “tutor”, in molte Province e Regioni sono stati tagliati centinaia di posti, specie nella scuola primaria, cosa che porta letteralmente al caos organizzativo per garantire la copertura degli orari. Tutto questo avviene mentre si stanziano valanghe di soldi del PNRR per imporre nuove tecnologie che spesso sono inutili e ancor più spesso diventano lo strumento per far passare la “nuova” scuola del vuoto culturale, dell’addestramento/addomesticamento dei giovani, della fine della libertà d’insegnamento.

Un anno fa veniva lanciato da noi del Manifesto dei 500, con i promotori del Manifesto per la nuova scuola e con quelli della LIP-Scuola, l’Appello “per una scuola di cultura e conoscenza”, il cui sottotitolo è più che attuale che mai: “Per la difesa e il rilancio delle discipline, della professione insegnante e del futuro dei giovani”.
Siamo certi, perché lo tocchiamo con mano tutti i giorni, che la mozione che vi alleghiamo rappresenta un sentimento e idee diffuse, una disponibilità ad organizzarsi e reagire, a raggrupparsi per affermare i principi di quell’Appello e difenderli.

La maggioranza del mondo della scuola, spesso silenziosa o, peggio, ridotta al silenzio, è contro le politiche di questo governo e dei precedenti. 
Per contribuire a far emergere questa voce, nei prossimi giorni discuteremo con i promotori di un anno fa come ripartire, tutti insieme.

Un atto inaudito del Ministro? Due!

Solidarietà alla preside di Firenze attaccata dal Ministro Valditara!

Un fatto inaudito che si aggiunge al silenzio di fronte all’aggressione fascista

Il “Manifesto dei 500” si unisce al coro di condanna delle dichiarazioni del Ministro Valditara che non solo ha denunciato la preside del Liceo Da Vinci di Firenze per aver scritto una lettera agli studenti a seguito dei gravissimi pestaggi di allievi del Liceo Michelangelo da parte di esponenti dell’estrema destra fascista, ma addirittura si è spinto a minacciare provvedimenti contro questa preside.

Si tratta evidentemente, come hanno detto in molti, di un fatto inaudito che non può essere sottovalutato da nessuno. Ed è ancora più inaudito perché arriva dopo il silenzio assordante dello stesso ministro di fronte all’aggressione fascista di Firenze.

Come ha scritto il presidente dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo, “il suo rumorosissimo silenzio davanti all’aggressione subita dagli studenti di Firenze è una prova di parzialità francamente sconcertante da parte di un ministro della Repubblica antifascista”. Pagliarulo aggiunge: “La lettera della preside del liceo di Firenze, Annalisa Savino, è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana”. 

E’ proprio così, come si può vedere dal testo che riportiamo qui di seguito: si tratta di una riflessione pacata, responsabile, che parte dai fatti, che lascia la porta aperta alle opinioni, ma che ha il coraggio di esprimersi in modo chiaro e netto su fatti gravissimi, in primis quelli dell’aggressione e poi – difficile dire che cosa sia più grave – quelli delle “omesse reazioni”.

Alla preside Annalisa Savino va dunque tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno.

Il Ministro ha avuto il coraggio di dichiarare che la lettera della preside sarebbe una delle “iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole”.

Da quale pulpito viene la predica!, visto che proprio il ministro, in occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, aveva inviato agli studenti una lettera – ricca di forzature storiche ed errori – con un chiaro intento ideologico di parte.

Certo, certo, non passerà molto tempo prima che anche questo Ministro ci ricordi il valore dell’educare il “senso critico”, dell’educazione civica, della storia e bla bla bla. Ma quando le riflessioni e il “senso critico” toccano un atto grave come l’omissione da parte di un Ministro della condanna di un’aggressione fascista o più generalmente l’invito a non essere indifferenti, allora tutto diventa “politicizzato”.

Ancora una volta, ciò che ha dichiarato il ministro, se non fosse gravissimo, sarebbe semplicemente ridicolo.

Il totalitarismo è anche questo: denunciare di “politicizzare” chi pensa ed esprime le proprie idee.

Il ministro ha cercato di spostare il problema, dichiarando che si aspetta la condanna per le minacce che ha ricevuto. Certamente noi condanniamo qualunque minaccia o violenza. Ma la confusione che il ministro cerca di generare è grave. Le minacce nei suoi confronti sono infatti qualcosa che arriva da privati, siano essi organizzati o no, provocatori o no. É grave, ma non ha nulla a che vedere con ciò che fa invece Valditara, che rappresenta al massimo livello la Repubblica. Che esistano fascisti, provocatori, terroristi è una cosa preoccupante, che va combattuta. Ma che un uomo delle istituzioni non condanni le aggressioni fasciste di Firenze e attacchi invece chi le condanna, rappresenta oggettivamente un elemento che la storia del nostro Paese ha già conosciuto, con conseguenze gravissime.

Per questo, le condanne del ministro arrivate da moltissimi sono importanti. Qui non si tratta solo di difendere la libertà di espressione attaccata da Valditara (cosa sacrosanta), ma di qualcosa di ancora più grave, che pone una questione istituzionale su chi ci governa. In questo senso, le richieste di dimissioni del ministro messe avanti da alcuni sono legittime.

Manifesto dei 500, 24 febbraio 2023

 

Allegato – La lettera agli studenti della preside del Liceo Da Vinci di Firenze

Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che lepisodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose. 

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. 

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così. 

Roma, domenica 29 gennaio: assemblea nazionale NO Autonomia differenziata

Domenica prossima, a Roma, si terrà l’assemblea del Tavolo nazionale per il NO all’Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.
Questa assemblea arriva in un momento in cui l’Autonomia differenziata è di nuovo pericolosamente all’ordine del giorno con la bozza di legge Calderoli, ma che vede anche, finalmente e seppur ancora in modo insufficiente, aprirsi un minimo di dibattito pubblico, prese di posizioni, contraddizioni all’interno delle forze politiche.

E’ dalla scuola, dall’iniziativa congiunta di comitati e associazioni come la nostra, che è partita tutta la mobilitazione che ora si raccoglie attorno al Tavolo e all’assemblea di sabato. Dal luglio 2019 le iniziative sono andate ben al di là della scuola, coinvolgendo tutti i settori in tutto il Paese.

Più che mai oggi è il momento di rilanciare le iniziative, cogliere tutte le possibilità per far conoscere il pericolo, unirsi dal nord al sud del Paese per fermare questo progetto scellerato.
Vi invitiamo a scaricare e diffondere la locandina di invito all’assemblea, a partecipare o, se non potete, a seguire il dibattito su Facebook o su YouTube.

Ognuno può portare il suo contributo, fermiamo la divisione del Paese, difendiamo l’unità della Repubblica! Solo su questa base si potranno difendere, conquistare o riconquistare i diritti e le conquiste per tutte e per tutti!

Libertà d’insegnamento – webinar, 15 dicembre, ore 20.45

LIBERTÀ D’INSEGNAMENTO

Che cos’è – Perché e come difenderla e riconquistarla

15 dicembre 2022, ore 20.45

su Youtube https://youtu.be/xyGALoBF6Z8
su Facebook https://www.facebook.com/events/1858807144456555/

I promotori dell’Appello per una scuola di cultura e conoscenza, per la difesa e il rilancio delle discipline, della professione insegnante e del futuro dei giovani (*), organizzano un ciclo di tre incontri online in preparazione della Conferenza Nazionale.

L’evento verrà trasmesso in diretta sul canale Youtube “Manifesto nuova Scuola” e sul gruppo Facebook “La nostra scuola: cultura, passione e relazione”

Introducono:

– Giovanni Carosotti, docente di filosofia e storia presso il Liceo Virgilio di Milano, saggista e giornalista, studioso di cinema e musica

– Giuseppe Bailone, docente di filosofia all’Università Popolare e all’UniTre di Torino, saggista

– Edoardo Lombardi Vallauri, prof. Ordinario di Linguistica Generale, Università Roma tre

Intervengono:

– Betty Raineri, docente di scuola primaria, Torino,

– Angela Baldini, docente di scuola secondaria di primo grado, Roma

– Marina Boscaino, docente di scuola secondaria di secondo grado, Roma

Coordina:

– Lorenzo Varaldo, dirigente scolastico, Torino

Questa serata arriva in un momento in cui il nuovo governo osa mettere mano al Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, inasprendo i controlli e le possibili sanzioni verso coloro che abbiano comportamenti riconducibili all’amministrazione di appartenenza o che possano lederne l’immagine e il decoro. Non siamo più nemmeno nell’ambito della libertà d’insegnamento (art. 33 della Costituzione), ma in modo ancor più grave in quello delle libertà d’espressione e organizzazione (art. 21). Evidentemente, per far passare tutto ciò che in questi venticinque anni non è ancora passato, nella scuola e più in generale nella società, è necessario rimettere in causa direttamente le basi della democrazia più elementare.
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo… la reazione del mondo della scuola e dei lavoratori, la solidarietà, la mobilitazione.
Partecipate alla serata di giovedì, diffondete l’invito: più che mai, è importante conoscere il valore delle conquiste e dei diritti, dove ci porta la loro rimessa in causa e organizzarci per difenderli!

Scaricate e diffondete la locandina dell’evento

(*) L’Appello è stato promosso nel maggio 2022 dalla Rete LIP-Scuola Manifesto dei 500- Manifesto per la nuova scuola, sui cui siti si può trovare con tutte le adesioni.
https://youtu.be/LgEI3wsOaz0

Per non perdere nessuno degli eventi in rassegna basta iscriversi al canale Youtube “Manifesto nuova Scuola” e attivare il promemoria (campanellina).
https://www.youtube.com/channel/UCTQn6zIjFf_h5T7-DwUmSaA

Una Lettera grave e ridicola nello stesso tempo

Dichiarazione-su-Lettera-Valditara-9-novembre

La Lettera agli studenti del Ministro dell’Istruzione e del “merito” relativa al 9 novembre e alla caduta del Muro di Berlino è un fatto grave, che in questi giorni si aggiunge ad altri fatti molto gravi che caratterizzano i primi passi del governo Meloni.

Diversi commenti più che condivisibili di denuncia di questa lettera sono subito apparsi, da parte di sindacati, associazioni, gruppi, intellettuali.

Da parte nostra mettiamo in evidenza in particolare i seguenti punti. 

1) L’attacco alla libertà d’insegnamento che si manifesta con questa lettera, che detta interpretazioni storiche ufficiali e linee di insegnamento ed è attraversata da un’ideologia evidente e di parte, è gravissimo e nello stesso tempo grottesco. Gravissimo, perché la libertà d’insegnamento è una componente essenziale delle democrazie e il suo attacco si situa sempre su una linea di deriva autoritaria, quando non fascista. Grottesco, perché arriva con una lettera che vorrebbe, a parole, celebrare la libertà! Come dire: in nome della libertà, bene supremo, comincio ad attaccare la libertà! 

La prossima volta che un documento ministeriale tirerà fuori il bla bla bla dello “sviluppare lo spirito critico nei ragazzi” sapremo di che cosa si parla.

D’altra parte, anche il Ministero del “merito” è ridicolo e grave nello stesso tempo. 

2) La lettera contiene tra l’altro evidenti problemi storici. 

  • Il primo è l’identificazione della caduta del Muro di Berlino con la caduta del comunismo. Premesso che è quantomeno discutibile che i regimi sovietici del dopoguerra si possano identificare con il comunismo, un fatto è comunque certo: a Berlino, il 9 novembre 1989, si riunifica la Germania, cioè un popolo, ma non cade il “comunismo”. La caduta dell’URSS è invece del 1991. Che il crollo del Muro si inserisca in un processo di disgregazione del blocco sovietico è un fatto, ma storicamente si tratta di due avvenimenti ben distinti, nei quali gli elementi di continuità si alternano ad altri contraddittori.
  • Una seconda questione che va chiarita è la presunta continuità tra la questione ucraina di oggi e la lotta contro il comunismo. Qui è necessario ristabilire prima di tutto i fatti, peraltro taciuti e mistificati da quasi tutti in questi mesi. L’Ucraina, che storicamente era stata attorno all’anno Mille la culla della Russia, subisce la repressione, lo smembramento e la sottomissione nei secoli da parte di diverse potenze, tra le quali l’Impero zarista, in nome della Grande Russia. Questa repressione viene interrotta proprio a seguito della Rivoluzione dell’Ottobre ’17. Dopo il primo periodo di guerra civile tra le forze della rivoluzione e l’Armata Bianca, l’Ucraina viene infatti riconosciuta come una repubblica all’interno dell’URSS, con diritto a staccarsi in qualunque momento (come voluto da Lenin). É in questo momento che la lingua ucraina e i diritti delle altre minoranze vengono riconosciuti e affermati. É significativo che Putin, nel non riconoscere l’Ucraina, abbia dichiarato che è “un’invenzione di Lenin”. É invece Stalin a riprendere il processo di sottomissione feroce di questo Paese, con deportazioni di massa, di nuovo in nome della Grande Russia. Da qualunque parte si voglia considerare questa realtà, mettere tutto nel grande calderone del “comunismo” è tipico della propaganda, non di una ricerca di un’interpretazione storica rigorose, che sono quantomeno più dialettiche e discutibili. 
  • La terza questione è nuovamente grottesca: insinuare un parallelo tra l’attuale Russia che attacca l’Ucraina e il presunto “comunismo” (meglio, stalinismo) in nome della “grande democrazia” capitalista vuol dire “darsi la zappa sui piedi”, perché il regime di Putin nasce proprio dalla fine del “comunismo” in nome del ritorno al capitalismo! 
  • In effetti, la “riunificazione” dell’Europa di cui si parla nella lettera avviene solo nel senso che tutti i Paesi tornano al capitalismo (come molti, Valditara confonde l’ “Europa” con l’allora CEE, oggi UE). Ma succede anche che il “nuovo ordine mondiale” proclamato immediatamente da Bush-padre e da tutto l’Occidente coincida con il ritorno della guerra in Europa, prima in Jugoslavia e oggi in Ucraina, con timori di allargamento mondiale. Ciò pone noi e i giovani – ai quali Valditara si indirizza con l’obiettivo evidente di stroncare ogni loro aspirazione a rimettere in causa il sistema economico in cui viviamo – di fronte ad una domanda: se siamo passati dalla Guerra Fredda a quella come minimo “calda”, in Europa e in decine di posti nel mondo, non sarà perché il “nuovo ordine mondiale” del capitale è in realtà un disordine che rimette in causa la civiltà? 

3) Il 9 novembre è anche la data della Notte dei Cristalli, l’ondata di pogrom antisemiti nella Germania nazista nel 1938 che portò tra i 1.000 e i 2.000 morti. Che Valditara prenda la penna e scriva direttamente agli studenti, attraverso i dirigenti scolastici, come un “docente dei docenti” al di sopra di tutti, senza nemmeno rendersi conto delle contraddizioni ridicole in cui si infila e facendoci una lezione forzata e falsificata, è un segnale pericoloso e grave. Che non senta la necessità di nominare una delle pagine più nere del nazi-fascismo ci pone di fronte ad una domanda: quale delle due cose è più grave, la lettera grottesca o l’omissione? 

Questo ministro ha fatto parte in passato delle maggioranze parlamentari che hanno attaccato lo studio della storia, a partire dalla scuola primaria. Con questa Lettera l’attacco prosegue con altri metodi.

Più che mai, è il momento di riconquistare questa disciplina e difendere la libertà d’insegnamento! 

“Manifesto dei 500”, 10 novembre 2022

Allegato: Lettera-ministro-Giuseppe-Valditara-8-novembre-2022

Ministero dell’ “istruzione e del merito”?

Nomina sunt consequentia rerum…

Quando il Ministero della Pubblica Istruzione venne da Berlinguer cambiato in “Ministero dell’Istruzione”, la scomparsa di “pubblica” portò con sé la Legge diparità, l’Autonomia Scolastica con l’ingresso dei privati, i tagli alla scuola statale, la “concorrenza” tra le scuole. Fu la porta aperta alle Leggi Moratti e Gelmini e poi alla “buona” scuola di Renzi.

Un tratto comune a tutte queste contro-riforme fu il mantra del presunto “merito”, dietro al quale si nasconde l’attacco alla libertà d’insegnamento, riconosciuta costituzionalmente, elemento base delle democrazie, e il tentativo di far esplodere l’unità della categoria dei docenti, quindi il contratto nazionale.
Dal 1999, quasi tutti i governi hanno provato a scardinare questi due elementi, compreso l’ultimo di Draghi, senza tuttavia riuscirci per la mobilitazione e la resistenza che il mondo della scuola ha regolarmente attuato, a partire dagli scioperi storici contro il “concorsone” di Berlinguer del 17 febbraio 2000 e contro il “bonus” di Renzi del 5 maggio 2015.

Ora, Meloni decide di cambiare addirittura il nome del ministero, che diventa “dell’Istruzione e del merito”. Potrebbe sembrare semplicemente ridicolo: è come se il Presidente della Repubblica diventasse di colpo “Presidente dellaRepubblica e dell’equità”, oppure “Presidente della Repubblica e dellaprosperità”.
Ma la cosa è in realtà grave.
Nomina sunt…: con la Meloni, un’istituzione (il Ministero dell’Istruzione) si confonde con un programma. Una parte politica tende a diventare istituzione. Un vecchio vizio di qualcuno… Vizio che però, benché non siamo alla vigilia del fascismo, non può far (solo) (sor)ridere: è un altro segno dello svuotamento della democrazia e della volontà di imporre a tutti i costi le proprie idee.

Di quale “merito” si parla?

Nel programma di Fratelli d’Italia troviamo: potenziamento delle scuole paritarie, voucher per le famiglie da poter spendere a scelta nelle statali o nelle paritarie, riduzione di un anno della scuola superiore, apertura ai privati per la scuola statale. Poi, naturalmente e come d’abitudine nel bla bla bla di tutti i programmi di tutti i governi, c’è la “valorizzazione dei docenti con avvicinamento agli stipendi europei”. Ma ad una condizione: la formazione continua.

E qui il gioco dell’oca riparte da capo, da Berlinguer, dalla Gelmini, da Renzi, da Draghi: volete uno stipendio decente, cari insegnanti? Piegatevi alla distruzione della libertà d’insegnamento.

E sì, perché l’ “aggiornamento” di oggi non è quello delle discipline, del sapere, della libera ricerca didattica e del confronto sui metodi: è quello ministeriale, dell’indottrinamento per imporre una didattica di regime, orientata a distruggere le discipline a favore di una scuola-animazione nella quale un po’ si lavora, un po’ si fanno “esperienze”, un po’ si parla di problemi sociali e personali in modo generico e propagandistico, un po’ si seducono gli allievi, il tutto in modo  naturalmente “tecnologico”.

Per fortuna, tra il dire e il fare, c’è tutto lo spazio della lotta, più attuale che mai. Prepariamoci.

Manifesto dei 500, 23 ottobre 2022

Decreto 36: No al colpo di coda del governo!

“Colpisci la scuola e scappa!”

Un governo dimissionario e rigettato dallo sciopero della scuola vara le norme applicative del Decreto 36 

Chiunque governerà dopo le elezioni, lanciamo subito la mobilitazione: abrogazione!

 

Un governo dimissionario, contestato dallo sciopero generale della scuola del 30 maggio, a poco più di un mese e mezzo dalle elezioni, ha avuto il coraggio, il 3 agosto!, di varare le norme applicative del Decreto 36, con il quale si prevede di “premiare” una piccola fetta di insegnanti, chiamati “esperti”, con un “bonus” al “merito” di 5.650 euro, sotto forma di assegno annuale ad personam.

Chi sarà docente “esperto”? Solo una piccola parte di insegnanti, dopo aver frequentato un corso triennale di formazione sotto il controllo di una Scuola di alta specializzazione, e dopo aver superato un esame ed essere stata valutata da una commissione composta da colleghi, dal proprio dirigente e da un dirigente esterno, potrà essere inserita in una graduatoria e quindi sperare di accedere al “bonus”.

Al di là del meccanismo che mira a dividere la categoria, attacca la libertà d’insegnamento, mette sotto controllo la cultura e la scuola, il provvedimento è particolarmente vergognoso in questo momento nel quale: 

  • i docenti italiani percepiscono uno stipendio nettamente inferiore agli altri Paesi europei e addirittura inferiore alla media dei lavoratori del Pubblico Impiego in Italia (28.000 euro annui a fronte di 33.000);
  • nell’ultimo anno gli insegnanti, come tutti i lavoratori, hanno ulteriormente perso almeno 1.500 euro di potere d’acquisto;
  • si prospetta un rinnovo contrattuale di 50 euro lordi, una miseria!

In questa situazione e con tutti i miliardi che il governo aveva e ha a disposizione, l’applicazione del Decreto 36 rappresenta una vera e propria provocazione. 

Al posto dei provvedimenti “urgenti” che un governo dimissionario poteva e doveva prendere per far fronte alla gravissima situazione economica dei lavoratori, in particolare quelli della scuola, si è deciso di attaccare ancora una volta i docenti e la scuola della Repubblica, naturalmente in pieno agosto!

“Prendi i soldi e scappa” era il titolo di un film di Woody Allen.

“Colpisci la scuola e scappa”, si può certamente dire per Draghi e Bianchi!

Tutto ciò avviene mentre per l’ennesima estate, la terza, non si fa nulla per la sicurezza e si chiudono gli occhi di fronte ai possibili e probabili problemi del rientro, per poi scaricarli ancora una volta sulla categoria, anche qui con l’intento di dividere i lavoratori.

Tutti gli esperti ripetono da mesi che bisognerebbe quantomeno mettere purificatori d’aria nelle aule e potenziare seriamente i trasporti. Il governo che cosa fa? Nulla di nulla, ma istituisce i “docenti esperti”!

Non siamo di fronte tuttavia, purtroppo, ad un paradosso. Dal punto di vista di questo governo e delle logiche che hanno mosso da troppi anni il ministero e i “riformatori”, questo ultimo colpo di mano è perfettamente logico: l’obiettivo non è potenziare il sistema scolastico pubblico statale, dare valore ai docenti, rilanciare una scuola di cultura a favore del futuro dei giovani, ma “riaddestrare” gli insegnanti (parole del ministro) per renderli docili ad una pedagogia e ad una didattica distruttive del sapere, della conoscenza, adatta a formare giovani disponibili a tutto, sfruttabili, pronti poi domani per essere a loro volta anche insegnanti del nulla per le generazioni future.

Il governo ha avuto il coraggio di procedere contro la scuola, ma le mobilitazioni del passato dimostrano che non è per nulla detta l’ultima parola. 

Nel fare appello a tutti i sindacati affinché a settembre riprenda subito la mobilitazione per l’abrogazione del Decreto 36 e dunque delle norme applicative, noi ci prepariamo, qualunque sia il prossimo governo, ad organizzare, con le altre associazioni con le quali stiamo condividendo l’Appello per una scuola di cultura e conoscenza, una Conferenza Nazionale in autunno esattamente con queste parole d’’ordine: via il Decreto 36, difendiamo e rilanciamo una scuola di cultura e conoscenza, contro tutti i tentativi di “riaddestrare” i docenti, per la difesa della libertà d’insegnamento, del futuro dei giovani e del sapere disciplinare! 

Manifesto dei 500, 5 agosto 2022