Un atto inaudito del Ministro? Due!

Solidarietà alla preside di Firenze attaccata dal Ministro Valditara!

Un fatto inaudito che si aggiunge al silenzio di fronte all’aggressione fascista

Il “Manifesto dei 500” si unisce al coro di condanna delle dichiarazioni del Ministro Valditara che non solo ha denunciato la preside del Liceo Da Vinci di Firenze per aver scritto una lettera agli studenti a seguito dei gravissimi pestaggi di allievi del Liceo Michelangelo da parte di esponenti dell’estrema destra fascista, ma addirittura si è spinto a minacciare provvedimenti contro questa preside.

Si tratta evidentemente, come hanno detto in molti, di un fatto inaudito che non può essere sottovalutato da nessuno. Ed è ancora più inaudito perché arriva dopo il silenzio assordante dello stesso ministro di fronte all’aggressione fascista di Firenze.

Come ha scritto il presidente dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo, “il suo rumorosissimo silenzio davanti all’aggressione subita dagli studenti di Firenze è una prova di parzialità francamente sconcertante da parte di un ministro della Repubblica antifascista”. Pagliarulo aggiunge: “La lettera della preside del liceo di Firenze, Annalisa Savino, è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana”. 

E’ proprio così, come si può vedere dal testo che riportiamo qui di seguito: si tratta di una riflessione pacata, responsabile, che parte dai fatti, che lascia la porta aperta alle opinioni, ma che ha il coraggio di esprimersi in modo chiaro e netto su fatti gravissimi, in primis quelli dell’aggressione e poi – difficile dire che cosa sia più grave – quelli delle “omesse reazioni”.

Alla preside Annalisa Savino va dunque tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno.

Il Ministro ha avuto il coraggio di dichiarare che la lettera della preside sarebbe una delle “iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole”.

Da quale pulpito viene la predica!, visto che proprio il ministro, in occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, aveva inviato agli studenti una lettera – ricca di forzature storiche ed errori – con un chiaro intento ideologico di parte.

Certo, certo, non passerà molto tempo prima che anche questo Ministro ci ricordi il valore dell’educare il “senso critico”, dell’educazione civica, della storia e bla bla bla. Ma quando le riflessioni e il “senso critico” toccano un atto grave come l’omissione da parte di un Ministro della condanna di un’aggressione fascista o più generalmente l’invito a non essere indifferenti, allora tutto diventa “politicizzato”.

Ancora una volta, ciò che ha dichiarato il ministro, se non fosse gravissimo, sarebbe semplicemente ridicolo.

Il totalitarismo è anche questo: denunciare di “politicizzare” chi pensa ed esprime le proprie idee.

Il ministro ha cercato di spostare il problema, dichiarando che si aspetta la condanna per le minacce che ha ricevuto. Certamente noi condanniamo qualunque minaccia o violenza. Ma la confusione che il ministro cerca di generare è grave. Le minacce nei suoi confronti sono infatti qualcosa che arriva da privati, siano essi organizzati o no, provocatori o no. É grave, ma non ha nulla a che vedere con ciò che fa invece Valditara, che rappresenta al massimo livello la Repubblica. Che esistano fascisti, provocatori, terroristi è una cosa preoccupante, che va combattuta. Ma che un uomo delle istituzioni non condanni le aggressioni fasciste di Firenze e attacchi invece chi le condanna, rappresenta oggettivamente un elemento che la storia del nostro Paese ha già conosciuto, con conseguenze gravissime.

Per questo, le condanne del ministro arrivate da moltissimi sono importanti. Qui non si tratta solo di difendere la libertà di espressione attaccata da Valditara (cosa sacrosanta), ma di qualcosa di ancora più grave, che pone una questione istituzionale su chi ci governa. In questo senso, le richieste di dimissioni del ministro messe avanti da alcuni sono legittime.

Manifesto dei 500, 24 febbraio 2023

 

Allegato – La lettera agli studenti della preside del Liceo Da Vinci di Firenze

Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che lepisodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose. 

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. 

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così. 

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