Fermiamo l’Autonomia differenziata: firma e fai firmare per il referendum (ultimi giorni)

Cari amici del “Manifesto dei 500”,

questa estate è stata caratterizzata in tutta Italia dalla raccolta firme per il referendum abrogativo della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata.

Si poteva, e si può ancora, firmare ai banchetti oppure online. Visto il successo di questa campagna che in poche settimane ha raggiunto e superato le 500.000 firme necessarie e ora “viaggia” verso il milione, immaginiamo che molti, tra chi ci segue da anni, abbiano già sottoscritto per abrogare questa legge che aprirebbe la porta ad una vera esplosione della Repubblica, con smembramento della sanità pubblica (ciò che resta dopo la prima regionalizzazione, che dunque dovrebbe insegnare qualcosa…), della scuola, dei contratti nazionali, delle leggi sul lavoro, delle politiche ambientali, delle infrastrutture e addirittura con la possibilità per le Regioni di gestire direttamente i rapporti con l’UE.

Quest’ultimo punto ci dice inequivocabilmente che ci troveremmo vicini alla creazione di 20 piccoli staterelli, in lotta tra di loro, pronti a privatizzare tutto e a liquidare ciò che resta delle conquiste democratiche e dei lavoratori.

Fin dal 2019 il “Manifesto dei 500” è impegnato contro l’AD e fa parte del Comitato Nazionale per il ritiro di questo micidiale progetto. Anche se le 500.000 firme sono state raggiunte, non è detto che il referendum venga approvato dalla Corte Costituzionale, dove le spinte di vario tipo per far passare la legge sono forti. Molto dipenderà dunque dalla quantità di firme raccolte e per questo abbiamo pensato di scrivervi per invitarvi non solo a firmare (se non lo avete già fatto), ma a coinvolgere più persone possibile attorno a voi, per farle andare ai banchetti o per firmare online in questi ultimi giorni di campagna referendaria.

Banchetti ce ne sono in tutta Italia, organizzati da Cgil e Uil, dall’Anpi, dall’Arci e da altre associazioni e partiti. E naturalmente ci sono i banchetti del Comitato NO-AD, che trovate sul sito https://perilritirodiqualunqueautonomiadifferenziata.home.blog/

Sempre su questo sito trovate il link per firmare online (con lo Spid).

Sabato prossimo si terrà in tutta Italia, su iniziativa dei Comitati NO-AD, un “Firma day” finale. Vi invitiamo a far girare questo appello (o a modificarlo e semplificarlo come volete), per portare a firmare più persone possibile in questi giorni.

Manifesto dei 500, 8 settembre 2024

Banchetti a Torino nei prossimi giorni:

1) lunedì 9 settembre, dalle 17 alle 19.30, in Piazza Castello angolo via Garibaldi; 2) mercoledì 11 settembre, dalle 17 alle 19.30, in Via Verolengo, nei pressi del centro commerciale (Conad); 3) giovedì 12 settembre, dalle 17 alle 19.30, di nuovo in piazza Castello angolo via Garibaldi, dalle 17 alle 19.

Stop alla scuola progettificio dei PON e del PNRR! L’Appello della Conferenza Nazionale del 18 maggio

Appello-18-maggio

110 tra insegnanti, docenti universitari, dirigenti scolastici e genitori hanno partecipato sabato 18 maggio, a Torino, alla Conferenza Nazionale per la riconquista di una scuola che istruisce. 
Un indubbio successo, costruito a partire dall’Appello per una scuola di cultura e conoscenza del maggio 2022 e poi dal lavoro rilanciato nel marzo scorso, quando i promotori di quell’appello hanno preso in mano l’organizzazione dell’evento di sabato. 

Il solo elenco delle città dalle quali sono arrivati i partecipanti ci dice quanto la conferenza sia stata davvero nazionale e quale spazio di lavoro apra. Le persone sono arrivate da Acqui Terme (AL), Barletta, Brescia, Caltanissetta, Carbonia, Catania, Cuneo, Grottaglie (TA), Lamezia Terme, Lecco, Milano, Napoli, Padova, Perugia, Pisa, Raccongi (CN), Recoaro Terme (VI), Roma, Torre del Lago (VR), Trieste, Verona, Vicenza, oltre che da Torino e dalla provincia, con numerose cittadine rappresentate. 
La Conferenza si è tenuta tra l’altro proprio nel momento in cui alla Camera dei Deputati sta per essere varato il DDL sull’Autonomia differenziata, che spaccherebbe il Paese e smembrerebbe il sistema scolastico nazionale. A questo progetto micidiale la Conferenza ha opposto l’unità della scuola e della cultura, contro tutti gli attacchi ai diritti democratici e alle conquiste sociali. 

Al termine dei lavori è stato lanciato l’Appello “STOP alla scuola-progettificio dei PON e dei PNRR, tutti i soldi per una scuola che sia davvero di cultura e conoscenza”, che pubblichiamo.

E’ stato deciso di pubblicare tutti gli interventi, anche in considerazione della loro ricchezza, cosa che richiederà un certo tempo e un certo lavoro, ma che sarà molto utile per allargare la discussione e la nostra azione, anche in vista dei Seminari “itineranti” che si è deciso di rilanciare in altre città. 
Infine, sulla base dell’Appello finale e dei lavori della Conferenza si è proposto di chiedere di essere ricevuti dal Ministro Valditara. 

Grazie a tutte e a tutti quelli che hanno contribuito in vari modi a questo successo: 

Scarica, diffondi, sottoscrivi e fai sottoscrivere l’Appello lanciato sabato scorso dalla Conferenza Nazionale per la riconquista di una scuola che istruisce. 
Si può sottoscrivere l’Appello al link: https://forms.gle/mXqq66pMJZft5roSA

18 maggio, Torino, Conferenza Nazionale per la riconquista di una scuola che istruisce: dépliant, programma, iscrizioni

Pubblichiamo il pdf del dépliant della Conferenza Nazionale per la riconquista di una scuola che istruisce, che si terrà il prossimo 18 maggio a Torino. 

La selezione dei temi e degli oratori non è stata facile perché gli argomenti da trattare sono e sarebbero tantissimi.
Alla fine è emerso un programma molto interessante, che potrà poi vedere un seguito dopo il 18 maggio. 

Ora è il momento di costruire davvero la Conferenza, nel senso di diffondere l’invito, coinvolgere docenti, genitori, studenti, venire a Torino. 

Per iscriversi è necessario utilizzare il Qr-code riportato sul dépliant.
Vi aspettiamo, siamo certi che la Conferenza sarà un successo costruito da tutte e da tutti noi! 

Verso la Conferenza Nazionale del 18 maggio (Torino): primo incontro preparatorio

Circa 70 persone (principalmente insegnanti, ma con qualche genitore e docente universitario) erano presenti giovedì scorso al primo incontro preparatorio per la Conferenza Nazionale per la riconquista di una scuola che istruisce, che si terrà a Torino, il 18 maggio prossimo.
Hanno partecipato persone da Torino e provincia, Brescia, Recoaro Terme (VI), Napoli, Padova, Firenze, Roma, Arona (NO), San Gavino Monreale-Sud Sardegna, Treviso, Ormelle (TV), Modena, Stomarella (FG), Verona, Venezia, Catanzaro, Milano, Mantova, Biella, Monteforte Irpino (AV), Montoro (AV), Casale Monferrato, Boissano (SV), Napoli, Modica (RG), Bologna, Finale Ligure (SV), Manduria (TA), Guardiagrele (CH), Noci (BA), Crotone.

La riunione ha permesso un primo confronto sull’Appello per la conferenza.
E’ evidente che la Conferenza non potrà affrontare tutte le tematiche emerse, che sono tante, principalmente perché negli ultimi dieci anni la situazione della scuola italiana si è aggravata molto, e ancora di più dopo il Covid.
Si tratta quindi, adesso, si “setacciare” alcuni nuclei tematici da affrontare in questa prima conferenza di maggio, che potrà essere appunto un punto di partenza per altre iniziative.

Nei prossimi giorni verrà definito un primo elenco di temi, ancora di massima, per la Conferenza. Su questa base, il gruppo organizzativo definirà la scaletta più precisa e gli oratori.

La Conferenza inizierà alle ore 11 del 18 maggio e terminerà alle ore 17, con pausa pranzo dalle 13 alle 14. Probabilmente si potrà prenotare un pranzo (piccolo buffet) sul posto della conferenza. Per chi arriverà da fuori Torino, è necessario prevedere un arrivo attorno alle 10;

– Viene costituito un gruppo tecnico di docenti di Torino per le questioni più strettamente organizzative.

La presenza di tante persone all’incontro del 21 marzo, da molte città, testimonia come, pur in una situazione difficile, in tanti si rendano conto dei problemi della scuola e cerchino una strada per opporsi alle politiche portate avanti in questi anni.
Siamo quindi incoraggiati a proseguire e a tutte/tutti diciamo: tenetevi liberi per il 18 maggio, prendete fin d’ora i biglietti per venire a Torino!

Appello per una Conferenza Nazionale per la riconquista di una scuola che istruisce

A due anni dal lancio dell’Appello “per una scuola di cultura e conoscenza, per la difesa e il rilancio delle discipline, della professione insegnante e del futuro dei giovani” (*), i promotori si sono trovati nelle scorse settimane e hanno deciso di costruire una Conferenza Nazionale per la riconquista di una scuola che istruisce, a Torino, il 18 maggio prossimo. 

Qui allegato trovate l’appello che lancia l’iniziativa, che parte dalla preoccupazione sempre più grande per ciò che sta succedendo alla scuola italiana.

Noi vogliamo costruire questa conferenza insieme a tutte le persone che si rendono conto della china che ha preso la scuola italiana e vogliano confrontarsi per affermare la necessità di invertire la rotta. Vogliamo costruire una conferenza con chi vive davvero la scuola e soffre nel vedere i processi distruttivi che avanzano.

Per questo vi invitiamo a:

  • far conoscere largamente l’appello qui allegato;
  • partecipare al primo incontro preparatorio della Conferenza Nazionale, online, giovedì prossimo 21 marzo, alle ore 20.45.

Per motivi di sicurezza, il link per partecipare a questo incontro verrà inviato poche ore prima dell’inizio a chi si iscriverà sul modulo qui di seguito riportato.

Manifesto dei 500, 17 marzo 2024

“Riforma” dei Tecnici e dei Professionali: inaccettabile!

Dichiarazione-M500-riforma-Valditara

Dopo il tutor, la soppressione di centinaia di istituzione scolastiche con il “nuovo” dimensionamento, i tagli di posti in molte città, i soldi a valanga del PNRR per imporre una didattica di regime mentre le scuole cadono a pezzi, adesso nel mirino del governo entrano gli Istituti Tecnici e Professionali.

Un anno di scuola in meno, regionalizzazione,
ingresso dei privati, lavoro al posto dell’istruzione

Il Disegno di legge presentato dal ministro Valditara il 19 settembre prevede di istituire un secondo canale parallelo agli Istituti Tecnici e Professionali attuali, che potrà essere messo in piedi indifferentemente dallo Stato o dalle Regioni, con percorsi di studio di soli quattro anni al posto dei cinque attuali.

Non ci si deve confondere: non si tratta semplicemente di una “sperimentazione” per ridurre di un anno… continua a leggere cliccando qui

NO Autonomia differenziata: manifestazione a Torino sabato prossimo

Sabato prossimo, a Torino, alle 15.30, in Piazza Castello, ci sarà la terza manifestazione provinciale contro l’Autonomia differenziata. 
Qui allegato trovate il volantino da diffondere. 
In questa estate, i Comitati NO-AD hanno organizzato più di 150 iniziative in tutto il Paese ed è in questo quadro che si inserisce l’appuntamento di Torino. 
La notizia dei giorni scorsi relativa alla decisione della Provincia autonoma di Bolzano di istituire un suo sistema di valutazione degli alunni che non prevede voti al di sotto del 4 deve farci riflettere. Al di là delle opinioni che si possono avere sulla valutazione in generale, e dunque su questa decisione, essa ci indica la strada verso la quale ci conduce l’AD: ventuno sistemi scolastici, sanitari, di servizi, di contratti, di condizioni di lavoro diversi, nel caos totale, con l’unico risultato di liquidare ciò che resta della scuola pubblica, della sanità, dei contratti e di tutte le nostre conquiste. Una babele che aprirebbe la porta alla privatizzazione completa di tutti i settori. 
Sabato sarà quindi un appuntamento importante, a tre settimane esatte dalla grande manifestazione nazionale del 7 ottobre, che ha tra le sue parole d’ordine più importanti proprio il NO all’AD. 
 
Noi del “Manifesto dei 500”, che da sempre siamo impegnati in questa mobilitazione, invitiamo caldamente i nostri sostenitori di Torino e provincia non solo ad essercima anche a coinvolgere amici, colleghi, persone che magari non conoscono l’argomento e le conseguenze che l’Autonomia porterebbe per tutti, anche al nord. 
 
Intanto, vi invitiamo anche a venire con noi a Roma il 7 ottobre. Se ne avete l’intenzione, mandateci una e.mail a questo indirizzo e vi comunicheremo al più presto le modalità del viaggio. 
 
Per chi è di Torino o provincia, arrivederci a sabato, è il momento di esserci!

Mozioni contro il tutor – Denuncia dei tagli

Mozione-Tutor-Liceo-Modigliani-Padova

Pubblichiamo una delle tante mozioni votate da collegi docenti di tutta Italia, ma anche da molte assemblee sindacali, contro l’istituzione del “tutor” nella Scuola secondaria di II grado. Questa mozione ci è arrivata dal Liceo Artistico “Modigliani” di Padova e condensa molto bene le motivazioni del NO al tutor.
Il “tutor” è in effetti una generalizzazione, con grave peggioramento, di ciò che era stato varato dalla “buona” scuola di Renzi per gli istituti Professionali.
Il provvedimento si situa in perfetta continuità con tutti i governi che, da Berlinguer e poi dalla Moratti, hanno cercato di demolire le fondamenta della scuola, pubblica statale in particolare, il suo ruolo, quello dei docenti, quello della cultura e della conoscenza.

Nello stesso momento in cui si vuole imporre il “tutor”, in molte Province e Regioni sono stati tagliati centinaia di posti, specie nella scuola primaria, cosa che porta letteralmente al caos organizzativo per garantire la copertura degli orari. Tutto questo avviene mentre si stanziano valanghe di soldi del PNRR per imporre nuove tecnologie che spesso sono inutili e ancor più spesso diventano lo strumento per far passare la “nuova” scuola del vuoto culturale, dell’addestramento/addomesticamento dei giovani, della fine della libertà d’insegnamento.

Un anno fa veniva lanciato da noi del Manifesto dei 500, con i promotori del Manifesto per la nuova scuola e con quelli della LIP-Scuola, l’Appello “per una scuola di cultura e conoscenza”, il cui sottotitolo è più che attuale che mai: “Per la difesa e il rilancio delle discipline, della professione insegnante e del futuro dei giovani”.
Siamo certi, perché lo tocchiamo con mano tutti i giorni, che la mozione che vi alleghiamo rappresenta un sentimento e idee diffuse, una disponibilità ad organizzarsi e reagire, a raggrupparsi per affermare i principi di quell’Appello e difenderli.

La maggioranza del mondo della scuola, spesso silenziosa o, peggio, ridotta al silenzio, è contro le politiche di questo governo e dei precedenti. 
Per contribuire a far emergere questa voce, nei prossimi giorni discuteremo con i promotori di un anno fa come ripartire, tutti insieme.

Un atto inaudito del Ministro? Due!

Solidarietà alla preside di Firenze attaccata dal Ministro Valditara!

Un fatto inaudito che si aggiunge al silenzio di fronte all’aggressione fascista

Il “Manifesto dei 500” si unisce al coro di condanna delle dichiarazioni del Ministro Valditara che non solo ha denunciato la preside del Liceo Da Vinci di Firenze per aver scritto una lettera agli studenti a seguito dei gravissimi pestaggi di allievi del Liceo Michelangelo da parte di esponenti dell’estrema destra fascista, ma addirittura si è spinto a minacciare provvedimenti contro questa preside.

Si tratta evidentemente, come hanno detto in molti, di un fatto inaudito che non può essere sottovalutato da nessuno. Ed è ancora più inaudito perché arriva dopo il silenzio assordante dello stesso ministro di fronte all’aggressione fascista di Firenze.

Come ha scritto il presidente dell’ANPI, Gianfranco Pagliarulo, “il suo rumorosissimo silenzio davanti all’aggressione subita dagli studenti di Firenze è una prova di parzialità francamente sconcertante da parte di un ministro della Repubblica antifascista”. Pagliarulo aggiunge: “La lettera della preside del liceo di Firenze, Annalisa Savino, è un esempio di sensibilità civile e di pedagogia repubblicana”. 

E’ proprio così, come si può vedere dal testo che riportiamo qui di seguito: si tratta di una riflessione pacata, responsabile, che parte dai fatti, che lascia la porta aperta alle opinioni, ma che ha il coraggio di esprimersi in modo chiaro e netto su fatti gravissimi, in primis quelli dell’aggressione e poi – difficile dire che cosa sia più grave – quelli delle “omesse reazioni”.

Alla preside Annalisa Savino va dunque tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno.

Il Ministro ha avuto il coraggio di dichiarare che la lettera della preside sarebbe una delle “iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione che auspico non abbia più posto nelle scuole”.

Da quale pulpito viene la predica!, visto che proprio il ministro, in occasione dell’anniversario della caduta del Muro di Berlino, aveva inviato agli studenti una lettera – ricca di forzature storiche ed errori – con un chiaro intento ideologico di parte.

Certo, certo, non passerà molto tempo prima che anche questo Ministro ci ricordi il valore dell’educare il “senso critico”, dell’educazione civica, della storia e bla bla bla. Ma quando le riflessioni e il “senso critico” toccano un atto grave come l’omissione da parte di un Ministro della condanna di un’aggressione fascista o più generalmente l’invito a non essere indifferenti, allora tutto diventa “politicizzato”.

Ancora una volta, ciò che ha dichiarato il ministro, se non fosse gravissimo, sarebbe semplicemente ridicolo.

Il totalitarismo è anche questo: denunciare di “politicizzare” chi pensa ed esprime le proprie idee.

Il ministro ha cercato di spostare il problema, dichiarando che si aspetta la condanna per le minacce che ha ricevuto. Certamente noi condanniamo qualunque minaccia o violenza. Ma la confusione che il ministro cerca di generare è grave. Le minacce nei suoi confronti sono infatti qualcosa che arriva da privati, siano essi organizzati o no, provocatori o no. É grave, ma non ha nulla a che vedere con ciò che fa invece Valditara, che rappresenta al massimo livello la Repubblica. Che esistano fascisti, provocatori, terroristi è una cosa preoccupante, che va combattuta. Ma che un uomo delle istituzioni non condanni le aggressioni fasciste di Firenze e attacchi invece chi le condanna, rappresenta oggettivamente un elemento che la storia del nostro Paese ha già conosciuto, con conseguenze gravissime.

Per questo, le condanne del ministro arrivate da moltissimi sono importanti. Qui non si tratta solo di difendere la libertà di espressione attaccata da Valditara (cosa sacrosanta), ma di qualcosa di ancora più grave, che pone una questione istituzionale su chi ci governa. In questo senso, le richieste di dimissioni del ministro messe avanti da alcuni sono legittime.

Manifesto dei 500, 24 febbraio 2023

 

Allegato – La lettera agli studenti della preside del Liceo Da Vinci di Firenze

Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che lepisodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose. 

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. 

Inoltre, siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così.