Le firme al Senato

“Manifesto dei 500 per il ritiro della riforma dei cicli”

“Appello in difesa della scuola elementare”

Dichiarazione adottata al termine degli incontri con la VII Commissione del Senato, con alcuni senatori della maggioranza e dell’opposizione e con le segreterie nazionali dei sindacati.

Il 14 dicembre 1999, 15 insegnanti e genitori di scuole elementari, medie e superiori delle province di Torino, Milano, Lodi, Latina, Bari, Avellino sono stati ricevuti dalla VII Commissione del Senato in rappresentanza delle migliaia di insegnanti e genitori di tutta Italia che hanno sottoscritto in queste settimane il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli” e, a partire dal marzo 1997, l’ “Appello in difesa della scuola elementare”. Mentre erano riuniti in commissione, i senatori presenti (i vice presidenti della VII Commissione, sen. Biscardi (DS) e sen. Asciutti (FI), il relatore di maggioranza dei DS, sen. Donise, e altri in rappresentanza dei diversi gruppi) hanno continuato a ricevere firme provenienti all’ultima ora da tutta Italia.

La VII Commissione aveva fissato un tempo di 30 min. per l’incontro, ma si è trovata costretta a prolungare il dibattito ad un’ora per la ricchezza e la complessità delle questioni poste. Nonostante questo il tempo si é dimostrato del tutto insufficiente, confermando ancora una volta come un enorme numero di problemi relativi a questa proposta di legge sarebbero da affrontare, approfondire, discutere.
Anche questo fatto dimostra come la linea del Manifesto si riveli ancora oggi la più giusta e la più corrispondente alla volontà degli insegnanti e dei genitori. E’ stato il vice-presidente della VII Commissione, della maggioranza, a dire espressamente: “Abbiamo ascoltato molti gruppi e tutti fanno delle critiche. Se dovessimo ascoltare tutti, allora avreste ragione voi: bisognerebbe ritirare la legge”.
Ma ciò viene confermato con chiarezza ancora maggiore dagli incontri che la delegazione ha effettuato nelle ore e nel giorno successivo con i vari rappresentanti dei partiti di maggioranza e opposizione: stimolati dalle nostre posizioni, anche alcuni esponenti della maggioranza, dei DS, dei Verdi, dei Popolari, si sono dimostrati preoccupati per alcuni dei temi posti dal Manifesto, e alcuni di loro sono arrivati a dire che condividono in parte o largamente le argomentazioni e le preoccupazioni in esso contenute.

Tuttavia un problema si pone: nonostante i dubbi e la contrarietà ad alcuni punti o all’impianto generale della legge, hanno dichiarato che, se si arriverà al voto, essi voteranno a favore della legge

Il problema che molti, anche della maggioranza, hanno sollevato nell’audizione in VII Commissione e negli incontri successivi riguarda quella che è stata definita dagli stessi senatori la “blindatura” della legge, e cioè l’enorme pressione esercitata dal ministro Berlinguer e dal governo perché la legge sia approvata in tempi brevi, senza cambiamenti e senza ulteriori approfondimenti.
Un dato che emerge chiaramente è il ricatto politico posto da Berlinguer su questa legge.

Questo fatto pone direttamente una questione ben più grande, una questione sulla stessa democrazia del Paese: chi decide veramente le leggi? Quale potere reale hanno oggi i parlamentari, se la loro libertà di coscienza, se i loro dubbi, se la necessità di approfondire, di comprendere, di analizzare, viene sottoposta agli ordini di partito e alla volontà del ministro e del governo? Quale democrazia esiste nel Paese, se i senatori non rispondono davanti ai cittadini e alle loro istanze, ma davanti ad un governo e ad un ministro che li mette in condizione di dire che “il testo è blindato”?

La legge doveva essere discussa e votata in Senato il 14 dicembre. In un secondo momento é stata spostata al 15 per permettere le varie audizioni, tra cui la nostra. Infine è stata rimandata a gennaio.
Noi poniamo dunque un problema a tutte le organizzazioni sindacali: esiste oggi uno spazio, un tempo, per impedire che una legge così distruttiva possa essere approvata. Questo tempo e questo spazio, devono essere impiegati per realizzare una grande manifestazione nazionale presso colui che oggi decide e che si appresta a portare un colpo decisivo al sistema dell’istruzione: il ministro della Pubblica Istruzione.
Il 15 dicembre la delegazione di insegnanti e genitori è stata ricevuta dalle segreterie nazionali dei sindacati. Da questi incontri, come si può vedere chiaramente dai resoconti, è emerso chiaramente come i problemi relativi alla proposta di legge che abbiamo sollevato siano più che fondati, compresi i problemi relativi alla democrazia. A conclusione di questi incontri noi ribadiamo fermamente la nostra linea: ritiro della proposta di legge di “riordino dei cicli”.
Oggi è evidente che lo spazio politico auspicato da alcuni responsabili sindacali si è aperto e che una grande responsabilità ricade sulle organizzazioni sindacali.

Noi ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni sindacali: se noi, con le nostre forze autorganizzate, con i nostri autofinanziamenti, siamo riusciti a realizzare manifestazioni pubbliche con centinaia di insegnanti e genitori, a raccogliere migliaia di firme, ad essere ricevuti dalla VII Commissione e ad instaurare un dialogo con i parlamentari, quale forza potreste portare voi a Roma, davanti al Ministro, per fermare questa legge?

Se tali e tanti problemi, legati alla democrazia e al contenuto distruttivo della legge, sono stati appurati dalla nostra delegazione, non é arrivato il momento di andare là dove si decide per impedire questo scempio?
La delegazione é disponibile in ogni momento ad approfondire con i senatori e con tutte le persone interessate alla difesa della scuola pubblica e della democrazia, dati alla mano, le argomentazioni che sono alla base della posizione per il ritiro della legge.
Oggi è necessario agire prima che sia troppo tardi.
Noi non siamo responsabili del caos e della dislocazione del sistema scolastico che si creerebbe qualora questa legge dovesse essere approvata.
La stragrande maggioranza degli insegnanti e dei genitori è contraria a questa legge. Molti senatori della maggioranza si sono dimostrati interessati ad approfondire l’analisi e contrari e preoccupati per alcuni punti.
Noi ci impegniamo a promuovere un resoconto preciso degli incontri al Senato e presso le OO.SS. e a diffondere questa dichiarazione tra le migliaia di insegnanti e genitori di tutta Italia che si sono uniti al “Manifesto”.
E’ possibile fermare questa legge prima che sia troppo tardi.

Una grande responsabilità è ora nelle mani delle OO.SS.: organizzate una manifestazione nazionale, chiamando tutti gli insegnanti e tutti i genitori, per ottenere il ritiro della proposta di legge.

La delegazione di insegnanti e genitori ricevuta al Senato il 14 e 15 dicembre per il “Manifesto dei 500 per il ritiro della riforma dei cicli”.

Nota aggiuntiva: nell’incontro con la segreteria nazionale della CISL era emersa la disponibilità di questo sindacato ad organizzare, qualora la legge non fosse stata approvata nelle ore e nei giorni immediatamente successivi, la mobilitazione degli insegnanti e dei genitori. Questa posizione apre quindi una prospettiva e oggi va ripresa con forza per arrivare al più presto ad una manifestazione nazionale per il ritiro della “Riforma dei cicli”. Agli altri sindacati diciamo: unitevi nell’organizzare questa manifestazione.

Contatti: Lorenzo Varaldo. Rita Defeudis, viale Papa Paolo VI, 6, Abbiategrasso (MI), tel 02/94965090.

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