Scambio di opinoni con l’on. sen. Antonio Pizzinato

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Oggetto: Alla Cortese Attenzione di Lorenzo Varaldo

Data: Sat, 16 Dec 2000 12:51:31 +0100

Contrariamente a quanto affermato nel manifesto ricevuto lo scorso 11 dicembre, l’approvazione della legge di riforma dei cicli scolastici, da parte del Parlamento, è avvenuta dopo anni di confronto, sia al suo interno che nel Paese, ed ha fatto seguito, inoltre, ad una lunga e serrata trattativa del Governo con le organizzazioni sindacali della scuola. Per questo, ritengo di aver dato un contributo, attraverso il mio voto, all’approvazione di una legge che adegua il nostro sistema scolastico a quello del resto d’Europa. La riforma dei cicli concorre al generale rinnovamento del Paese e mantiene la scuola al passo con i grandi cambiamenti intervenuti nel tessuto economico, sociale e produttivo in questi ultimi decenni.

Il Decreto Legislativo approvato dalla Camera dei Deputati riguarda l’attuazione di una legge già approvata da mesi e molto apprezzata dai cittadini e da tanta parte del corpo docente, come ho potuto personalmente constatare partecipando alle riunioni, alle assemblee ed agli incontri organizzati sull’argomento.

Metteremo tutto il nostro impegno per la sua approvazione, nei prossimi giorni, anche da parte del Senato, poiché essendo stati “eletti dal popolo per difendere la democrazia, per costruire una società più giusta e più umana”- come voi scrivete ? significa assolvere coerentemente al mandato ricevuto dal popolo; ed è in ordine a tale mandato che ci stiamo adoperando, inltre, per l’inserimento degli stanziamenti necessari al rinnovo del contratto nazionale della scuola nella Legge Finanziaria 2001-2003.

Cordiali saluti

Antonio Pizzinato

Torino 18 dicembre 2000

All’on. sen. Antonio Pizzinato

Gent.mo Senatore,

la ringrazio per aver risposto alla nostra lettera aperta, anche perché non è così facile avere un dialogo con i parlamentari. Lei, infatti, è l’unico, tra le decine contattate personalmente con lettere scritte a mano e tra le centinaia che abbiamo contattato via e-mail, ad aver risposto spontaneamente al nostro appello.

Vorrei riprendere alcuni punti della sua risposta perché considero che essi tocchino altrettante questioni fondamentali non solo per la scuola, ma più in generale per la democrazia.

Lei dice che “l’approvazione della riforma dei cicli, da parte del Parlamento, è avvenuta dopo anni di confronto, sia al suo interno che in Parlamento, ed ha fatto seguito ad una lunga e serrata trattativa del governo con le organizzazioni sindacali della scuola”.

Probabilmente è necessario intendersi sul termine “confronto”. Se con esso si intende il fatto che il governo ha letteralmente “occupato” tutti gli spazi del dibattito presentando la riforma dei cicli come positiva, necessaria, pedagogicamente importante ecc., allora non c’è dubbio che il dibattito ci sia stato. Se con esso si intende che le più diverse associazioni, per lo più legate ai partiti di governo ma totalmente minoritarie nella scuola, sono state ascoltate e anche inserite nelle “mega commissioni” ministeriali, anche su ciò non c’è alcun dubbio. Se si intende dire che sono stati inviati nelle scuole dei generici questionari con domande indirizzate, questionari i cui risultati non sono mai stati oggetto di alcun resoconto, anche in questo caso si può dire che lei abbia ragione..

Ma se per “confronto” si intende che le posizioni dei favorevoli e dei contrari siano state messe sullo stesso piano, con lo stesso spazio e la stessa possibilità di esprimersi, allora siamo lontani anni luce dalla realtà.

Non so se lei è al corrente che l’allora ministro Berlinguer si rifiutò, nel 1998, per circa un anno di ricevere una nostra delegazione, rappresentativa di 10.000 firme (allora), tanto che un sottosegretario si lasciò scappare un “piuttosto che riceverli mi ammazzo”. Non so se lei è al corrente che quando poi qualcuno ci ricevette al ministero, su pressione di decine di personalità che chiedevano solo il rispetto di un diritto democratico, tra cui alcuni parlamentari, tutte le risposte che ottenemmo furono del tipo “non è vero che stiamo riducendo i posti di sostegno, non è vero che stiamo alzando il tetto di alunni per classe, non è vero che ci sarà un abbassamento culturale, non è vero che abbiamo abolito le supplenze”, quando tutti gli insegnanti sanno qual è la verità e quale politica è stata portata avanti in questi anni.

E quando, esattamente nello scorso luglio, abbiamo spedito centinaia di fax e lettere con migliaia di firme al Presidente Amato e al ministro De Mauro, da tutta Italia e per un mese in continuazione, con la richiesta che una nostra delegazione fosse ricevuta, abbiamo dovuto letteralmente installarci a Palazzo Chigi e mobilitare il questore di Roma, di fronte alla farsa di chi sosteneva di non aver ricevuto nulla, mentre fornivamo prove precise e mettevamo in contraddizione funzionari di alto livello.

Sarebbe questo il “confronto”?

Sarebbe questo il rispetto per migliaia di insegnanti e genitori che si autofinanziano da quasi quattro anni, fanno sacrifici, dibattono, analizzano e si vedono costantemente rispondere con un vuoto “non è vero”, mentre tutto quello che sostengono trova conferma ogni giorno nei fatti?

Le farò un esempio che deriva direttamente dalla sua lettera.

Lei stesso, in sintonia con quanto sostenuto in questi anni, dice che la riforma “adegua il nostro sistema scolastico a quello dell’Europa”.

Bene: chi ha potuto spiegare al Paese che si tratta di una “bufala” messa in campo ad arte dal governo?

Preciso: 1) diversi paesi europei concludono il corso di studi a 19 anni e non si tratta di Paesi tanto secondari (la Germania, per esempio, ha una doppia uscita a 18 e 19 anni, cosa che si poteva riprendere anche in Italia dove esiste una tradizione in questo senso. Non mi sembra che la Germania sia un Paese poco importante….); 2) la cosa più grave è che si è fatto credere alle famiglie che i ragazzi avranno un diploma a 18 anni, mentre ora si scopre (e si legge ufficialmente nei documenti del ministero) ciò che noi diciamo da sempre, e cioè che il diploma rilasciato a 18 anni non avrà alcun valore legale nel mondo del lavoro: per diventare geometri, ragionieri, periti (cosa che oggi avviene a 19 anni) si dovranno attendere i 21-22 anni;

Certo, se si gira il Paese e si va nelle scuole a raccontare che dobbiamo adeguarci all’Europa, alla fine qualcuno ci crede….

Lei sostiene che la riforma dei cicli è “molto apprezzata dai cittadini e da molta parte del corpo docente, come ho potuto personalmente constatare partecipando alle riunioni, alle assemblee e agli incontri organizzati sull’argomento”.

Negli incontri a cui ho partecipato, e non solo come promotore, la situazione era ben diversa…..

Vorrei raccontarle di un incontro particolare organizzato proprio a Torino da uno dei dirigenti scolastici più favorevoli e vicini alla legge.

Ebbene, al termine dell’incontro alcuni insegnanti che erano presenti e che mostravano perplessità (e si tratta di una delle scuole dirette da chi crede in questa legge) mi hanno raccontato le argomentazioni portate. Io mi sono limitato a dire: “Sapete che cos’è l’Onda Anomala? Sapete cosa propone il ministro per superare questo problema?”.

Allibiti per ciò che era stato nascosto e per la logica che sottende un simile piano, gli insegnanti hanno tirato le loro conclusioni sul “confronto”.

Altro esempio: il ministro De Mauro e, con lui, molti sostenitori della “riforma” stanno mettendo in giro ad arte la versione secondo la quale il 40% delle scuole starebbe già attuando la legge, perché tale è la percentuale degli Istituti Comprensivi che, secondo il ministro, funzionano perfettamente. E’ con una simile “sparata” che il ministro ha iniziato il suo intervento a “Porta a porta” nel novembre scorso.

Ebbene, si tratta di una falsità (gli Istituti Comprensivi sono una cosa molto diversa dall’applicazione della legge sui cicli) e di una visione per lo meno “pittoresca” della situazione: la stragrande maggioranza degli insegnanti che stanno facendo l’esperienza degli Istituti Comprensivi conosce bene il caos che hanno creato (caos peraltro nemmeno paragonabile a quello che potrebbe derivare dall’applicazione della “riforma”).

Nota: avevamo chiesto a più riprese un piccolo spazio all’interno della trasmissione di Vespa, ma il “confronto” non l’ha permesso.

Mi permetto di concludere toccando il punto relativo alla vostra “serrata trattativa con le organizzazioni sindacali”.

Lei saprà certamente che la CISL è da sempre contraria alla legge e ha lanciato un appello per il ritiro del piano di applicazione e la riapertura della discussione sulla legge; la UIL ha criticato vari aspetti e ha recentemente dichiarato che il Piano di attuazione non va bene; lo SNALS ha chiesto il ritiro del piano di attuazione. COBAS E GILDA sono da sempre contrarie alla legge. Lei sa che i sondaggi (e si sa come vengono fatti) danno almeno il 50% degli insegnanti contrari alla legge. Lei sa che chi ha scioperato il 17 febbraio scorso, il 9 e il 16 ottobre e il 7 dicembre lo ha fatto anche contro i cicli. Lei sa che il segretario generale della CISL-Scuola, Daniela Colturani, ha dichiarato che l’approvazione del piano da parte della Camera rappresenta un “ennesimo gesto di protervia ed arroganza che apre la strada ad un avventurismo irresponsabile con effetti disastrosi sul nostro sistema scolastico”.

Come può parlare di consenso?

In tutta sincerità e dopo aver anche parlato con molti senatori e deputati che ci hanno ricevuto dopo enormi pressioni: ho l’impressione che le vostre percezioni siano molto lontane da quelle degli insegnanti e dei cittadini e che solo ammettendo questa lontananza, e con la volontà di non aprire un vero dialogo con la scuola reale, si possa spiegare il fatto che anche in occasione del “concorsone” il ministro pensava di “essere molto apprezzato dai cittadini e da larga parte del corpo docente”…

Al riguardo, le allego una delle tante lettere che il suo gruppo parlamentare riceve ogni giorno, e che mi sembra molto significativa.

Sulla base di queste argomentazioni e della sua disponibilità al dialogo le lancio un invito: perché non si adopera per un dibattito pubblico, magari televisivo, in cui il nostro “Manifesto” e i favorevoli alla legge siano ugualmente rappresentati e al quale lei stesso potrebbe partecipare?

Distinti saluti, Lorenzo Varaldo

Allegato: Lettera tratta da http://forum.democraticidisinistra.it/cgi-bin/agnes.exe?ScuolaAgnes+ScuolaAgnesHTMLArticle+68

Oggetto: Fermate la riforma dei cicli. Prima che sia troppo tardi.
Autore: Giovanni
Data: Thu Nov 02 23:41:58 2000

Approvo incondizionatamente l’idea di far uscire Cacciari sulla Repubblica per stroncare la velleitaria riforma Berlinguer. Ma adesso bisogna fermarla. Inventatevi un modo per uscire da questo pasticcio che rischia di farci perdere ancora, come le regionali con il concorsone. Inventatevi un modo per non sputtanare il governo, ma fate capire che la riforma dei cicli non ci sarà. Deve essere approfondita e fatela andare nel dimenticatoio (che ne so, inventatevi una commissione che ne studi la concreta applicazione, con 2000 persone, insegnanti e bla bla, per far capire che non si farà un cavolo. Chiamate D’Alema, che in questi circostanze è un mago; fategli vedere i sondaggi su quello che pensano i professori. Non li avete? Portatelo in una scuola!).
Questo nell’immediato. Poi pensiamo a metterci lì al Ministero uno che ne capisce qualcosa (e che sappia ascoltare) e vediamo se delle bislacche idee partorite finora c’è qualcosa che si può salvare. Ma per carità, non l’obbligo scolastico a metà di un ciclo, non l’accorciamento degli anni di studio (sono già troppo colti!), non l’accorpamento dei licei con i nidi.

Mia moglie, che è insegnante, sconfortata mi racconta che nell’assemblea sindacale il dibattito è stato se bisogna votare i ladri (che favoriscono l’abusivismo) o gli incompetenti (che saremmo noi!). Dal loro punto di vista non hanno tutti i torti.

Scusate lo sfogo, ma fa rabbia vedere che con tutto quello che non funziona nella scuola si filosofeggia a vanvera.
Cominciamo a far arrivare la carta igienica nelle scuole, che adesso la devono portare i genitori. Lo sapete?

Saluti e in bocca al lupo.

Giovanni

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