Resoconto dell’incontro di Firenze

 

“Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica”

Il 14 dicembre, su iniziativa del “Comitato Nazionale di collegamento”, si sono incontrati a Firenze insegnanti, genitori, rappresentanti di associazioni, sindacati, partiti di tutta Italia.

Tra gli altri, erano presenti:
Sonia Bortolotti, “Coordinamento insegnanti-genitori” di Firenze, Alberto Brase, presidente del Consiglio Comunale di Firenze, DS, Andrea Contarini, del “Comitato Per la scuola della Repubblica” di Ravenna, Rita Defeudis, coordinatrice del “Manifesto dei 500”, Milano, Marco Dimoni, del Coordinamento genitori del Mugello, Loredana Fraleone, a nome della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, Francesca Linari, del Coordinamento genitori “Insieme per i bambini”, di Pontedera, Corrado Mauceri, dell’”Associazione “Per la scuola della Repubblica”, Vito Meloni, a nome di CGIL-Cambiare Rotta, Silvana Vacirca, a nome della segretaria nazionale Cobas-Scuola.
Hanno coordinato i lavori Guido Montanari (genitore, presidente Consiglio d’Istituto, docente Politecnico di Torino), Mario Sanguinetti (Coordinamento Insegnanti-genitori di Roma, rivista “Il Bambino e l’acqua sporca”) e Lorenzo Varaldo (“Manifesto dei 500”).

Al termine dell’incontro è stata approvata la seguente mozione per rilanciare la mobilitazione.

MOZIONE APPROVATA AL TERMINE
DELL’INCONTRO DI FIRENZE DEL 14 DICEMBRE 2002

“Nessuno può negare che il nostro incontro di oggi si è svolto in un momento particolare: un attacco senza precedenti è in corso in questi mesi e in particolare nelle ultime settimane contro la scuola pubblica.
Si tratta di un attacco articolato, che riguarda provvedimenti diversi, tutti estremamente gravi.
La cosiddetta “riforma” Moratti, votata dal Senato e ora all’esame della Camera, prevede conseguenze gravissime (vedere nota) che stanno passando sotto silenzio, complice un’informazione della stampa e della televisione che nasconde la realtà. Nello stesso tempo, viene approvata una Finanziaria che porta ulteriori tagli agli organici, ai fondi, alle risorse della scuola pubblica, dopo che quella dell’anno scorso ha già condotto alla soppressione di migliaia di cattedre, laboratori, ore di insegnamento.

Ma mentre questi provvedimenti non sono ancora stati approvati in modo definitivo, il Senato stesso vara la devolution, aprendo la strada alla completa regionalizzazione e balcanizzazione della scuola italiana, in un contesto di divisione del Paese, di privatizzazioni e di messa in concorrenza delle Regioni perché ognuna possa strappare condizioni di lavoro e di sfruttamento più appetibili per chi intende distruggere le conquiste dei lavoratori e della democrazia.

E mentre gli insegnanti, i genitori, i cittadini non hanno ancora avuto modo di comprendere tutto ciò, altri due provvedimenti di estrema gravità vengono adottati dal governo: lo sconto fiscale per le scuole private (che porterà in cassa 90 milioni di euro a queste ultime, a tutto danno della scuola statale) e la mozione della VII Commissione della Camera che si esprime a favore di un controllo del governo sui libri di testo di storia, attaccando così in modo gravissimo e vergognoso non solo la scuola pubblica, ma quelli che Massimo Salvatori ha definito i “principi cardine della democrazia: la libertà d’informazione, il pluralismo culturale e la libertà d’insegnamento” (la Repubblica, 12/12/02).

Ed è ancora nello stesso momento che, con una decisione clamorosa, i rettori di tutte le Università italiane si dimettono per protestare contro la politica del governo di tagli e attacchi all’Università pubblica.
Questo atto ci fa riflettere: una volontà di resistenza e di difesa dell’istruzione pubblica emerge da esso in modo chiaro e netto. Una volontà che supera le differenze di opinione politica, sindacale, le tradizioni di ognuno.

E’ la stessa volontà che emerge dalla grande eco che ha avuto in questi mesi l’appello ai dirigenti sindacali dal Comitato di collegamento, “Per una grande manifestazione nazionale”, appello già sottoscritto già sottoscritto da migliaia di insegnanti, genitori e cittadini in tutta Italia, tra cui segnaliamo le adesioni di più di 100 RSU di tutti i sindacati e di numerosi eletti nelle istituzioni, negli organi collegiali, di responsabili sindacali, di docenti universitari.

Troppe volte abbiamo fatto esperienza della divisione e sempre questa strada si è dimostrata catastrofica.
E’ per combattere questa divisione che noi rilanciamo oggi questo appello: “E’ urgente che le organizzazioni sindacali unite convochino una grande manifestazione nazionale per il ritiro della “riforma” Moratti e la difesa della scuola pubblica”. Non una manifestazione di soli insegnanti, né una manifestazione di settori particolari, ma una grande manifestazione nazionale che porti a Roma, un sabato pomeriggio, centinaia di migliaia di cittadini con tutti i sindacati in difesa della scuola pubblica, per il ritiro di tutte le “riforme” e i provvedimenti distruttivi che il governo ha varato e si appresta a varare.

Se è vero, come ha scritto Massimo L. Salvadori, che i provvedimenti del governo creano ormai “un’emergenza democratica” , non c’è più tempo da perdere: quello che potrebbe essere distrutto nei prossimi mesi rischierebbe di rimanere perso per anni, forse per decenni.

Ci siamo interrogati su quale contributo possiamo
portare alla costruzione di questa manifestazione.

In primo luogo ci rivolgiamo agli insegnanti, ai genitori, ai cittadini, ai responsabili sindacali, alle associazioni, ai comitati e li invitiamo a rilanciare con noi l’appello per l’unità, per la manifestazione.

In particolare, invitiamo tutti i delegati RSU a farci pervenire la loro adesione nelle prossime settimane e rilanciamo la campagna di sottoscrizione tra gli eletti nelle istituzioni, negli organi collegiali, tra i docenti universitari.

Ci impegniamo a promuovere per la fine di gennaio una delegazione alle segreterie nazionali dei sindacati per portare le firme raccolte e aprire il dialogo verso la manifestazione nazionale.

Ci impegniamo a convocare nelle nostre città e nelle nostre scuole, assemblee e riunioni per far conoscere i diversi provvedimenti del governo e il contenuto reale della “riforma”.
In questo senso decidiamo di pubblicare al più presto un opuscolo di commento alla “riforma” e ai provvedimenti del governo come strumento agile di comprensione e informazione.

Prendiamo posizione per una larga campagna per il SI’ al referendum per l’abrogazione delle parti incostituzionali della “Legge di parità”, impegnandoci ad intervenire con le forze a disposizione per informare e mobilitare i cittadini sulla posta in gioco di questo appuntamento.

Ci diamo appuntamento per un nuovo incontro, dopo la delegazione ai sindacati, per fare il punto della situazione e promuovere ulteriori iniziative di mobilitazione, prendendo anche in esame la possibilità di convocare una prima manifestazione per l’unità, per la difesa della scuola pubblica.

Firenze, 14 dicembre 2002

Il “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica” si è costituito a Roma il 23 giugno 2001 al termine di un incontro nazionale promosso dal “Coordinamento ins-gen di Roma” (riunito intorno alla rivista “Il Bambino e l’acqua sporca”) e dal “Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli”. A questo incontro avevano partecipato insegnanti e genitori di tutta Italia, delegati e responsabili sindacali e di associazioni, rappresentanti di movimenti e partiti. Riunitosi a Firenze per la terza volta il 24 novembre 2001, il “Comitato” ha approvato un “Manifesto per la difesa della scuola pubblica” (disponibile sul sito di riferimento) che ha raccolto migliaia di adesioni nelle province di Torino, Milano, Roma, Firenze, Ravenna, Forlì, Lecco, Pavia, Alessandria, Como, Massa-Carrara, Cesena, Rimini, Cagliari, Siena, Palermo, Enna. L’8 maggio 2002 una delegazione dei firmatari ha incontrato in Parlamento i rappresentanti di tutti i partiti per chiedere il ritiro della “riforma” Moratti. A seguito della delegazione, è stata promossa una campagna di invio di fax in massa ai parlamentari. Tutte le iniziative sono completamente autofinanziate. Contatti: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “S. Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149 Torino. Mario Sanguinetti, 06/99805457. Fax 011/8192074. e-mail: [email protected] – sito Internet: http://manifestodei500.altervista.org

Print Friendly, PDF & Email