Mozione approvata all’assemblea della GAM di Torino

Riportiamo di seguito la mozione approvata a grande maggioranza (1 astenuto, nessuno contrario, gli altri favorevoli) al termine dell’assemblea pubblica cittadina tenutasi il 28 gennaio 2002 presso la sala conferenze della Galleria d’Arte Moderna di Torino, che ha visto la partecipazione ufficiale di diversi sindacati della scuola e di numerosi cittadini, genitori, insegnanti e studenti per un totale di più di duecento persone in sala.

A TUTTI GLI INSEGNANTI, I GENITORI, GLI STUDENTI, I CITTADINI, GLI ELETTI NELLE ISTITUZIONI

Genitori e insegnanti di scuole di ogni ordine e grado ci siamo riuniti il 22/1/2002 ad Abbiategrasso (Mi) e il 28/1/2002 a Torino su iniziativa del “Manifesto dei 500 per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica” per discutere le proposte di “riforma” della scuola presentate dal governo.
Una grande confusione è stata creata in queste settimane con la presentazione di diversi progetti di “riforma”. Ma a prescindere dalle differenze, un unico piano di distruzione emerge: la scuola pubblica viene letteralmente messa all’asta, nel quadro di una regionalizzazione totale che mira ad aprirla ai privati e a sfruttare i ragazzi con il pretesto della formazione, con un abbassamento culturale di tutto il sistema.

Nel documento della commissione Bertagna e/o nella bozza di Legge Delega si prevede:

l’eliminazione del Tempo Pieno e la sua sostituzione con un servizio a pagamento;
l’eliminazione di intere materie che diventerebbero facoltative e si potrebbero svolgere presso privati, lezioni individuali, ditte… (lingua straniera, musica, educazione fisica, educazione artistica…)
lo spostamento di altre (storia, geografia e scienze) in quinta elementare.
la creazione di insegnanti di serie “A”, titolari sulla classe, incaricati di “coordinare” gli altri di serie “B”, titolari di spezzoni di orario su diverse classi e scuole.
la deregolamentazione totale dell’età di ingresso dei bambini, con la possibilità di avere alunni di 5 anni che frequenterebbero la prima elementare in scuole dove non ci sono nemmeno i banchi e le strutture edilizie per accoglierli e con classi di 25 e più bambini.
l’eliminazione dell’esame di quinta e la sua sostituzione con una verifica in seconda e in quarta, con l’intento dichiarato di ridurre gradualmente la scuola elementare a quattro anni
centinaia di ore in meno in ogni ordine e grado di scuola
l’abolizione degli Istituti Tecnici e dei diplomi e la regionalizzazione degli Istituti Professionali, che nei fatti segnerebbero il puro e semplice sfruttamento dei ragazzi al posto di lavoratori regolarmente stipendiati, grazie all’alternanza scuola-lavoro e all’apprendistato da svolgersi presso ditte, agenzie, privati.
lo spezzettamento dei licei in 8 filoni che subirebbero tutti le conseguenze dell’impoverimento della scuola elementare e media.
un attacco alla scuola materna, che dovrebbe accogliere i bambini dai 2 anni e mezzo e vedrebbe ridotta drasticamente la sua funzione formativa rispetto a quella assistenziale

Inoltre, un fatto molto grave emerge dalla bozza di Legge Delega: a parte la struttura generale di suddivisione degli anni, l’intera organizzazione della scuola verrebbe demandata alla Regioni in applicazione della nuova Costituzione varata il 7/10 scorso, con la prospettiva di arrivare a 20 scuole per le 20 regioni italiane.
A questo va aggiunto il gravissimo provvedimento adottato dal governo che cambia l’esame di maturità e mina le fondamenta della scuola pubblica, aprendo la strada allo sviluppo di quella privata, e il fatto che si prevede di “riformare” l’intero sistema con una legge delega che usurpa il Parlamento dei suoi compiti.

Noi non accettiamo questa vera e propria opera di demolizione della scuola pubblica.

Tutti i genitori, gli insegnanti e gli studenti sanno cosa è necessario per la salvaguardia e lo sviluppo della scuola pubblica: l’abrogazione di tutti i provvedimenti adottati in questi anni (aumento degli alunni nelle classi, diminuzione insegnanti di sostegno, eliminazione del tetto per le classi con portatori di hc, tagli dei fondi, abrogazione delle supplenze, eliminazione dei commissari esterni nell’esame di maturità….). Il ripristino delle condizioni precedenti è la vera premessa per far funzionare la scuola pubblica.
Lanciamo un appello a tutti gli insegnanti, a tutti i genitori, gli studenti, i dirigenti sindacali e politici, a tutte le persone che sono attaccate ai valori della democrazia: è necessario unire le forze perché questa “riforma” sia fermata e con essa tutti i provvedimenti che attaccano la scuola pubblica.

Nel prendere atto che il 15 febbraio è stato convocato uno sciopero del pubblico impiego al quale aderisce anche il mondo della scuola, decidiamo di preparare questo sciopero in tutte le scuole sostenendo e firmando questa mozione e inviando una delegazione alla manifestazione nazionale di Roma perché lo sciopero rappresenti un primo momento di mobilitazione contro la “riforma”.

Invitiamo tutti i gruppi, le associazioni, i comitati, le diverse assemblee che si riuniranno in queste settimane, a organizzare la diffusione di questa mozione in tutto il Paese.
In particolare, proponiamo al “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica” (nota) di organizzare una delegazione che si rechi in Parlamento per essere ricevuta sulla base delle firme raccolte.

A tutti i senatori, a tutti i deputati, lanciamo fin d’ora il nostro appello: votate no alla distruzione della scuola pubblica. Votate no alla “riforma” Moratti.

NO ALLA “RIFORMA” MORATTI

NO ALLA “SVENDITA” DELLA SCUOLA PUBBLICA

nome cognome indirizzo città scuola ins/gen/altro firma contributo

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I sottoscrittori si ritrovano per raccogliere le firme e fare un bilancio della situazione:

Milano e provincia: MARTEDI’ 5 MARZO, ORE 17,30 c/o ex scuola elementare di Castelletto, Abbiategrasso (MI)

Torino e provincia: GIOVED’ 7 MARZO, ORE 17,30 c/o scuola elementare “Sibilla Aleramo” – via Lemie, 48 – Torino

Altre zone: inviare i moduli con le firme a Lorenzo Varaldo

Il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli” viene promosso nell’ottobre 1999 da 500 insegnanti e genitori di Torino, Milano, Lodi. Più di 15.000 ins. e gen. di 20 province italiane hanno sottoscritto il “Manifesto”. Nel rispetto delle tradizioni culturali, pedagogiche, didattiche, politiche, religiose di ognuno, il “Manifesto” si batte per unire più largamente possibile gli insegnanti, i genitori, gli studenti, le organizzazioni sindacali e tutte le persone che intendono difendere la scuola pubblica. Il “Manifesto dei 500” ha organizzato in questi anni assemblee, riunioni pubbliche, conferenze in tutta Italia e ha promosso delegazioni che sono state ricevute alla Camera e al Senato, al Ministero della Pubblica Istruzione e a Palazzo Chigi. Il 24 marzo 2001 si è svolta a Torino una manifestazione pubblica che ha visto sfilare 1.000 insegnanti e genitori. Insieme al Coordinamento ins-gen di Roma e Firenze e a rappresentanti di altri gruppi, associazioni, sindacati e partiti di tutta Italia, il “Manifesto dei 500” ha promosso un “Manifesto per la difesa della scuola pubblica” e ha dato vita ad un “Comitato Nazionale di collegamento” che si riunirà per la quarta volta a Bologna il 16 marzo. Le iniziative del “Manifesto dei 500” sono completamente autofinanziate dai contributi dei firmatari.

Contatti: Lorenzo Varaldo. Rita Defeudis, viale Paolo VI, 6, Abbiategrasso (MI) tel. 02/94965090. e-mail: [email protected] – sito Internet: http://manifestodei500.altervista.org

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