Lettera Aperta alle VII Commissioni Istruzione di Camera e Senato

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica”

Lettera Aperta
ai Presidenti delle VII Commissioni Istruzione di Camera e Senato
a tutti i membri delle VII Commissioni Istruzione di Camera e Senato

Gent.mi deputati, Gent.mi senatori,
è con grande stupore e indignazione che apprendiamo oggi, da un commento “ufficiale” del Ministero al primo decreto legislativo della legge Moratti, che “il Consiglio dei Ministri procederà comunque alla emanazione del decreto anche in caso di mancata emissione dei pareri” delle vostre Commissioni.

Il vostro dibattito, il vostro voto sono dunque diventati atti senza alcun valore, pure formalità di cui fare a meno se non vanno nella direzione delineata dall’esecutivo?

Voi comprendete che ciò che è in gioco non è semplicemente una questione scolastica, ma più in generale le basi della democrazia parlamentare.

Noi ci interroghiamo: mentre centinaia di scuole in tutto il Paese si esprimono con mozioni, raccolte firme, manifestazioni, assemblee per l’abrogazione di questa legge e per il ritiro del decreto, e mentre una manifestazione nazionale si prepara per il prossimo 29 novembre a Roma, nell’unità di tutti i sindacati, il Ministro deciderà ora di sottrarre ad un minimo di dibattito parlamentare la materia ?

Dopo che l’intera “riforma” era stata presentata e approvata come legge delega, limitando drasticamente il dibattito, si può ora accettare quest’ulteriore restringimento degli spazi democratici, della possibilità di espressione della popolazione attraverso gli eletti in Parlamento?

Cosa teme il Ministro?

Teme forse che voi tutti possiate rendervi conto di persona che questo primo decreto elimina il Tempo Pieno, la titolarità degli insegnanti sulle classi, i Programmi Nazionali, la classe come punto di riferimento organizzativo, affettivo ed educativo?

Teme forse che emerga l’impoverimento culturale a cui si va incontro, la frantumazione del sistema scolastico nazionale, la rimessa in causa dei fondamenti dell’istruzione pubblica?

Teme forse che si scopra cosa si nasconde dietro il tutor ?

Nei giorni scorsi avete ricevuto la nostra richiesta di ricevere una delegazione in rappresentanza delle decine di migliaia di insegnanti e genitori di tutto il Paese che hanno votato e sottoscritto l’”Appello per il ritiro del decreto che istituisce il tutor e per l’abrogazione della riforma Moratti”, lanciato al termine della Conferenza Nazionale svoltasi a Milano il 24 maggio.

Ancora il 29 ottobre, in 400 insegnanti e genitori di Saronno (VA) si sono riuniti in assemblea e hanno adottato questo appello impegnandosi a raccogliere firme in tutta la provincia.

Quale dimostrazione più evidente della volontà di fermare il disastro che il Ministro prepara?

Noi vogliamo discutere democraticamente con voi tutto ciò, a partire dai fatti, dai documenti, dal testo del decreto.

Per questo vi chiediamo di non accettare l’imposizione del Ministro e di ricevere al più presto una nostra delegazione.

In ogni caso noi verremo in Parlamento per riprendere il dialogo che con molti di voi si era instaurato nel maggio 2001.

Molti punti sui quali la discussione era rimasta aperta sono ora chiariti definitivamente.

Possiamo forse attendere tranquillamente ciò che si prepara?

No: voi avete la responsabilità di prendere posizione contro questa degenerazione della democrazia e di votare NO al decreto, aprendo la strada ad uno stop a questo attacco alla scuola pubblica.

“Manifesto dei 500”, 4 novembre 2003

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