Lettera Aperta al Ministro e ai capigruppo dell’Unione

“Manifesto dei 500”

insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica

e.mail: [email protected] sito Internet : manifestodei500.altervista.org contatti: 340/2932826

Lettera Aperta

– al ministro della Pubblica Istruzione

– ai capigruppo dei partiti dell’Unione

Gent.mo Ministro Fioroni
Gent.mi onorevoli,

sono passati ormai sei mesi dalle elezioni del 9 aprile.

Il mondo della scuola, gli insegnanti, i genitori, le centinaia di migliaia di cittadini che negli anni precedenti si erano mobilitati, spesso con grandi sacrifici, contro la “riforma” Moratti, avevano voluto esprimere con il voto all’Unione la loro volontà di invertire totalmente la rotta rispetto alla politica portata avanti dal ministro Moratti per cinque anni. Voi stessi vi eravate impegnati nel programma elettorale per un “cambiamento radicale”. Che cosa ne è oggi di quelle speranze, di quella volontà?

 

Un tratto inequivocabile ha contraddistinto i primi provvedimenti del nuovo governo: l’affermazione e l’estensione dell’Autonomia Scolastica.

Quali conseguenze concrete ha portato tutto ciò?

 

Siamo genitori e insegnanti e constatiamo prima di tutto un fatto incredibile: le classi e le scuole che frequentano i nostri figli e nelle quali insegniamo seguono i programmi più diversi e disparati e continuano ad avere gli orari più differenti.

Le famiglie che hanno i figli che frequentano una scuola dove si applicano le Indicazioni Nazionali della Moratti cominciano a toccare con mano cosa significhi la scuola “riformata”: i bambini escono dalla quinta elementare senza sapere nulla della storia medievale, moderna e contemporanea e senza conoscere minimamente l’Europa e gli altri continenti. I genitori si interrogano: come è possibile accettare una simile ignoranza? Gli insegnanti si chiedono: ci si rende conto delle ripercussioni che questo abbassamento culturale avrà sulla scuola superiore e sull’Università?

D’altra parte, chi invece frequenta scuole dove si applicano ancora i programmi precedenti non ha potuto adottare regolari libri di testo perché i libri autorizzati dal ministero corrispondono solo alle indicazioni della legge Moratti.

Intanto molti alunni si trasferiscono da una scuola all’altra avendo una preparazione completamente diversa e con schede di valutazione le più differenti e non confrontabili tra di loro.

 

Siamo seriamente preoccupati: questo era più che logico con la Moratti, poiché il progetto di “formare” cittadini inconsapevoli e sfruttabili era fin troppo evidente. Ma come comprendere che tutto ciò non abbia ancora avuto uno stop con il vostro governo?

 

Abbiamo letto la Nota di Indirizzo del Ministro del 31 agosto e siamo rimasti senza parole nell’apprendere che “con l’Autonomia Scolastica vengono meno i ‘Programmi Nazionali”

Noi non comprendiamo: per quale motivo i Programmi Nazionali sarebbero superati? Per quale motivo i curricoli, cioè gli obiettivi e i contenuti degli apprendimenti, dovrebbero essere elaborati scuola per scuola? Ciò non significa proprio approfondire la disgregazione a cui stiamo assistendo?

I Programmi nazionali sono in realtà la base indispensabile per la realizzazione dell’art 3 della nostra Costituzione, che impegna la Repubblica a “rimuovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

A quale “effettiva partecipazione” può accedere un cittadino che ha studiato la storia antica una sola volta a 9-10 anni, e che in terza media non ha ancora affrontato l’Unità d’Italia, le Guerre Mondiali, il Fascismo e il Nazismo, la Resistenza, la Liberazione, la geografia dell’Europa e del Mondo?

A quale “effettiva partecipazione” si può accedere se a tutti i ragazzi non vengono offerti gli stessi programmi, indipendentemente dalla loro provenienza sociale, culturale, economica?

Tra i provvedimenti da voi annunciati con la Finanziaria c’è l’estensione dell’obbligo a 16 anni. Tuttavia apprendiamo che i ragazzi potrebbero assolvere questo obbligo anche nella formazione professionale regionale e privata e persino attraverso l’alternanza scuola-lavoro.

Come è possibile? Non si tratta proprio di uno dei punti più contestati della “riforma” Moratti?

 

In tutti i documenti da voi prodotti, così come nel programma dell’Unione, si parla di “ripristino e valorizzazione del Tempo Pieno”. Ciò ha per tutti noi un contenuto preciso: abrogazione della legge Moratti e concessione di tutte le classi richieste, con due insegnanti titolari per ogni classe.

E’ questo, è solo questo il Tempo Pieno, ma nulla è successo in tal senso e noi vediamo concretamente migliaia di famiglie a cui questo diritto è stato negato o che, pur potendo usufruire delle 40 ore, si trovano in classi o “gruppi flessibili” nei quali ruotano anche 10-11 insegnanti alla settimana! Come è possibile che al posto di un vero Tempo Pieno arrivi l’aumento degli alunni nelle classi con la Finanziaria? Come è possible che si aumentino persino i finanziamenti alle scuole private?

 

Tutti gli insegnanti e i genitori hanno accolto con sollievo la sospensione definitiva del tutor e del Portfolio. Ma tutti sanno che il vero centro della “riforma” non è stato intaccato e che l’effetto di queste sospensioni rischia di essere annullato se non si procederà immediatamente all’abrogazione della “riforma” Moratti e al ripristino delle condizioni precedenti, a partire dai Programmi Nazionali, dal vero Tempo Pieno, dal ripristino degli esami di quinta e delle schede di valutazione nazionali uguali per tutte e stampate dal ministero.

 

Gent.mo ministro, gent.mi parlamentari,

 

esattamente un anno fa una nostra delegazione veniva ricevuta dalla Presidenza della Repubblica alla quale consegnava 13.000 firme raccolte in più di 800 Comuni su una Lettera Aperta che si esprimeva in questo modo: “La questione della scuola è una questione costituzionale. L’unità del nostro Paese non è un fatto astratto, ma è unità culturale, politica, sociale e gli articoli 9, 33 e 34 della Costituzione, collegati all’art. 3 (…), definiscono il quadro generale all’interno del quale la scuola contribuisce ad essa. Queste norme costituzionali, questi diritti e questa unità sono oggi rimessi in causa dalla Riforma Moratti”.

 

A distanza di un anno noi diciamo: oggi più che mai questi diritti sono rimessi in causa.

Nel voto del 9 aprile e in quello del Referendum del 26 giugno la maggioranza ha espresso chiaramente la volontà di difendere la scuola pubblica e la sua unità su tutto il territorio.

I fatti che abbiamo riportato dimostrano ancora una volta, a nostro parere, come ciò passi necessariamente per l’abrogazione della legge Moratti e il ripristino delle norme precedenti.

Abbiamo deciso di indirizzarci a voi perché, in una situazione così grave, è necessario trovare soluzioni urgenti che voi avete il potere di adottare.

E’ per questo, signor Ministro e onorevoli capigruppo, che vi chiediamo di ricevere una nostra delegazione.

Adottata dalle assemblee del “Manifesto dei 500” riunite a Abbiategrasso (MI) e Torino, il 4 e 5 ott. ’06, con la proposta a tutte le scuole

di riunire assemblee e raccogliere firme.


 

 

Il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica” viene promosso nell’ottobre del 1999 da 500 insegnanti e genitori di Torino, Milano e Lodi. Più di 15.000 insegnanti e genitori di 20 province italiane hanno aderito. Nel rispetto delle tradizioni culturali, pedagogiche, didattiche, politiche, religiose di ognuno, il “Manifesto” si batte per unire più largamente possibile gli insegnanti, i genitori, gli studenti, le organizzazioni sindacali in difesa della scuola pubblica. Il “Manifesto dei 500” ha organizzato in questi anni manifestazioni, assemblee, riunioni pubbliche, conferenze in tutta Italia e ha promosso delegazioni che sono state ricevute in Parlamento, al Ministero e a Palazzo Chigi. Nel settembre 2005 una delegazione è stata ricevuta al Quirinale dalla Presidenza della Repubblica a cui ha portato più di 13.000 firme raccolte in 800 Comuni di tutta Italia sulla “Lettera Aperta al Presidente della Repubblica”, insieme ad un Dossier-Denuncia con le testimonianze concrete dell’applicazione della “riforma “Moratti.


 

Lettera Aperta

al ministro della Pubblica Istruzione

e ai capigruppo dei partiti dell’Unione

 

Gent.mo ministro, gent.mi parlamentari,

Abbiamo deciso di indirizzarci a voi perché, in una situazione così grave, è necessario trovare soluzioni urgenti che voi avete il potere di adottare.

E’ per questo, signor Ministro e onorevoli capigruppo, che vi chiediamo di ricevere una nostra delegazione.

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nome cognome indirizzo tel/e.mail gen/ins/altro firma

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Spedire le firme a: “Manifesto dei 500”, c/o Lorenzo Varaldo, scuola elementare “Sibilla Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149, Torino (possibilmente indicare un referente per ulteriori contatti)

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