L’Appello della Conferenza Nazionale

“Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica”

In 95 insegnanti e genitori, delegati venuti dalle province di Torino, Milano, Firenze, Pisa, Parma, Ravenna, Lodi, Varese ci siamo riuniti oggi a Buccinasco-Milano in “Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma Moratti, il ritiro dei decreti applicativi e la difesa della scuola pubblica”.
Siamo venuti da tutta Italia e abbiamo appreso che due giorni fa, a Torino, 480 insegnanti e genitori hanno manifestato per dire: quello che si sta preparando è inaccettabile.
Noi diciamo qui oggi: quello che il Ministro e il governo preparano è inaccettabile.Ci uniamo alla manifestazione di Torino e lanciamo questo

APPELLO

per il Ritiro Immediato del Decreto
che istituisce il Tutor e distrugge il Tempo Pieno e i Moduli,
per il ritiro della circolare sulla cattedra a 18 ore
e per l’Abrogazione della “riforma” Moratti.

Noi abbiamo potuto constatare ancora una volta, e oggi alla prova dei fatti, che l’applicazione della riforma sta portando concretamente un attacco senza precedenti alla scuola pubblica italiana.
Di fronte al primo decreto applicativo sulla scuola dell’infanzia, elementare e media tutte le ambiguità, le parole, le manipolazioni stanno cadendo: attraverso l’istituzione del tutor e la soppressione della titolarità degli insegnanti, il TP, i Moduli, il rapporto insegnanti-classe, i programmi nazionali saranno distrutti e con loro i diritti delle famiglie, il livello culturale della scuola, le motivazioni degli insegnanti.

– La scuola elementare è la base del sistema di istruzione nazionale: non è un caso che il Ministro e il governo, i cui obiettivi sono ormai chiari, comincino da qui e in un modo così frontale e diretto. La distruzione della scuola elementare porterà conseguenze disastrose sulle medie e poi, a catena, sulle superiori e sull’Università.
– L’attacco al Tempo Pieno (due insegnanti titolari su ogni classe con 40 ore settimanali) rappresenta un attacco ad una scuola nata proprio come conquista dei lavoratori, che permette di svolgere i programmi in maniera più distesa, di tenere il passo dei meno bravi, di introdurre nuove tecniche didattiche, di valorizzare la socializzazione, di inserire i portatori di handicap.
– D’altra parte, l’istituzione del tutor e del “portfolio” è gravissima anche alla scuola dell’infanzia e media, mentre quello che si profila e si sta già attuando per i portatori di handicap (anche con i tagli già in corso e l’abrogazione delle deroghe) è semplicemente scandaloso e toglie ogni possibilità di intervento in questo campo.
Questi provvedimenti sono un esempio emblematico della distruzione dei diritti a cui si sta portando la scuola italiana.
– Il provvedimento della cattedra a 18 ore, poi, è complementare a questa distruzione e sta scardinando l’organizzazione delle scuole, le possibilità di garantire la continuità didattica e quindi la qualità dell’insegnamento e sta portando le stesse conseguenze dell’introduzione del tutor alle elementari.
E intanto si profila già la distruzione-soppressione degli Istituti Professionali Statali, con l’abrogazione dei diplomi validi nel mondo del lavoro e la regionalizzazione-privatizzazione di questo settore.

Noi diciamo: tutti gli ordini di scuola sono toccati. Noi siamo tutti uniti.
Solo l’abrogazione del decreto applicativo che istituisce il tutor, della circolare sulle 18 ore, solo l’abrogazione della “riforma” può fermare questa politica.

Ci indirizziamo prima di tutto al governo, ai parlamentari, a tutti coloro che dovranno esprimersi nelle prossime settimane: fermatevi prima che sia troppo tardi! Ritirate il decreto!

Per questo ci impegniamo fin d’ora a realizzare in tutte le nostre città un presidio e/o una delegazione ai prefetti entro la fine dell’anno, per portare questo appello e annunciare al governo che ci stiamo organizzando per fermare la “riforma”. Invitiamo tutti gli insegnanti e i genitori a fare lo stesso nelle loro zone.

Il governo ha convocato per il 29 maggio i sindacati per illustrare e discutere la bozza di decreto.

Noi prendiamo posizione: non è compito di un sindacato discutere l’applicazione di un simile decreto. Ci rivolgiamo ai dirigenti di tutti i sindacati: voi avete la responsabilità di annunciare semplicemente al governo che organizzerete subito la mobilitazione fino allo sciopero generale se il decreto sarà presentato.

Mentre tutto ciò si prepara per settembre, un pericolo evidente si profila: la propaganda mira a far credere che, in nome dell’Autonomia, ogni scuola possa preservare la propria organizzazione, il TP, i Moduli, i programmi attuali. Noi abbiamo appurato dai documenti che non c’è nulla di più falso e nulla di più pericoloso.
Informiamo tutti gli insegnanti e i genitori. Il decreto parla chiaro: l’istituzione del tutor sarà obbligatoria e le scuole avranno nel giro di poco tempo esclusivamente gli organici sufficienti a coprire 27 o al massimo 30 ore settimanali.

Di fronte a questa situazione è evidente che invocare l’autonomia vuol dire illudere centinaia di migliaia di insegnanti e genitori e l’intera popolazione.
Invocare l’autonomia delle scuole ha un solo obiettivo: impedire che le scuole si alleino, che si battano per la mobilitazione unita di tutti i sindacati fino al ritiro del decreto che istituisce il tutor, per la difesa della titolarità di due insegnanti su ogni classe a TP (40 ore) e di 3 ogni Modulo.

Riuniti oggi abbiamo ascoltato le esperienze delle varie città e in particolare abbiamo appreso che in questi giorni 6 assemblee di insegnanti e genitori di 12 scuole di Torino e provincia si sono riunite e hanno votato, tutte all’unanimità, una mozione che sostiene la “Lettera Aperta ai dirigenti sindacali” lanciata da delegati e responsabili di tutti i sindacati. Su questa base, queste scuole hanno eletto i loro delegati.

Noi diciamo a tutti: la strada indicata da queste scuole è giusta.
Per questo lanciamo un appello a tutti gli insegnanti e i genitori:

– riunite le assemblee delle vostre scuole. Informate gli insegnanti e i genitori di quello che si prepara, rendete conto della nostra conferenza.
– votate mozioni che si rivolgano ai dirigenti di tutti i sindacali per chiedere la mobilitazione immediata, fino allo sciopero generale e al ritiro del decreto;
– eleggete i delegati incaricati di coordinarsi con le altre scuole sulla base di questo mandato.

Su questa base decidiamo di organizzare delegazioni alle sedi regionali (o provinciali) di tutti i sindacati perché prendano posizione pubblicamente per lo sciopero generale, per il ritiro del decreto, per il ritiro della circolare sulla cattedra a 18 ore. Ci impegniamo a registrare le prese di posizione e a renderle pubbliche.

Registriamo che a Torino, il segretario della CUB ha preso posizione pubblicamente per l’unità e ha dato la sua disponibilità allo sciopero. Responsabili sindacali: unitevi a questa posizione. Prendete posizione per lo sciopero e per l’unità.

Da parte nostra non staremo a guardare: decidiamo di fissare nelle nostre città delle riunioni dei delegati delle scuole per fare un resoconto della Conferenza Nazionale, per pianificare l’informazione, le assemblee, la mobilitazione.
Fissiamo per i primi di settembre un nuovo incontro dei delegati delle diverse città e zone per fare il punto della situazione e prendere ulteriori iniziative.

A tutti giunga il nostro invito: faxate in massa la lettera ai dirigenti sindacali.
Unitevi a noi, convocate le assemblee delle vostre scuole, inviateci le mozioni di sostegno a questo
appello, eleggete i delegati per coordinare la mobilitazione tra le scuole e le città.

Mozione approvata all’unanimità, 24 maggio 2003

Il “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica” si è costituito a Roma il 23 giugno 2001 al termine di un incontro nazionale promosso dal “Coordinamento ins-gen di Roma” (riunito intorno alla rivista “Il Bambino e l’acqua sporca”) e dal “Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli”. A questo incontro avevano partecipato insegnanti e genitori di tutta Italia, delegati e responsabili sindacali e di associazioni, rappresentanti di movimenti e partiti. Riunitosi a Firenze per la terza volta il 24 novembre 2001, il “Comitato” ha approvato un “Manifesto per la difesa della scuola pubblica” (disponibile sul sito di riferimento) che ha raccolto migliaia di adesioni in 17 province italiane. L’8 maggio 2002 una delegazione dei firmatari ha incontrato in Parlamento i rappresentanti di tutti i partiti per chiedere il ritiro della “riforma” Moratti. A seguito della delegazione, è stata promossa una campagna di invio di fax in massa ai parlamentari. Tutte le iniziative sono completamente autofinanziate. Contatti: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “S. Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149 Torino. Mario Sanguinetti, 06/99805457. Fax 011/8192074. e-mail: [email protected] – sito Internet: http://manifestodei500.altervista.org

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