Resoconto del presidio del 16 settembre 1999 davanti alla Prefettura di Torino

Il 16 settembre 1999, 200 insegnanti e genitori di 30 scuole di Torino e provincia si sono riuniti in presidio davanti alla Prefettura di Torino per protestare contro la “Riforma dei cicli” in discussione in Parlamento e per chiedere il ritiro del progetto di legge, che abolirebbe le scuole elementari e medie, sopprimendo un anno di studi, intere materie e aprendo in questo modo la strada al caos organizzativo.

Al termine del presidio una delegazione di 7 insegnanti e genitori è stata ricevuta dal Capo di Gabinetto del Prefetto, dott. Forlani. Qui di seguito è riportato il resoconto del colloquio.

Lorenzo Varaldo (insegnante scuola “S. Aleramo”): “Innanzitutto mi presento e presento la nostra iniziativa (…) Siamo qui oggi perché in Parlamento ha iniziato la discussione su una “riforma” che, se attuata, distruggerebbe la scuola italiana, eliminerebbe un anno di studi, aprirebbe la strada al caos organizzativo. Come Lei saprà si è scelto di procedere per tempi molto ristretti: il Parlamento ha deciso di dedicare alla discussione solo 8 ore. Intanto vediamo che in solo due ore e mezza la Camera ha già discusso e votato gli articoli 1, 2, 3.. Otto ore per distruggere cento anni di tradizione educativa e democratica ! Due ore e trenta per discutere e votare mezza legge! Noi non accettiamo questa distruzione. Non accettiamo quella che apparentemente potrebbe sembrare una contraddizione, e cioè il fatto che il Ministro abbia dichiarato alla Camera il 23 luglio scorso: “Noi abbiamo ereditato una grande scuola…che ha primeggiato, soprattutto per la scuola elementare, e che continua a primeggiare…In materia di scuola di base, dell’infanzia e dell’elementare, noi primeggiamo nel mondo”. Sembrerebbe una contraddizione proporre una legge che distrugge proprio la scuola elementare. Ma non è così nella logica del Ministro, poiché nel 1997 aveva scritto che l’obiettivo di questa legge è “delegare molta della preparazione degli studi superiori ai primi anni di Università come nei sistemi anglosassoni (Inghilterra e USA) dove i primi anni di università non si distinguono molto dalla preparazione liceale italiana o francese. Ecco dunque svelato il mistero: se si vuole abbassare il livello della preparazione, il livello culturale, se i licei devono rinunciare ai loro obiettivi, se le università devono insegnare le cose che si insegnano ai licei, allora è logico cominciare dalla base, distruggere le aspettative della famiglie, eliminare intere materie fin dai primi anni di scuola. Se un bambino impara già qualche elemento di storia, di geografia, di scienze alle elementari, è normale che lui e la famiglia si aspettino negli anni successivi delle nuove conoscenze, un salto di qualità. Ma questo è inconciliabile con la logica del ministro e di coloro che sostengono questa legge. Per questo si taglia un anno proprio alle elementari, dichiarando che “sono le migliori del mondo”. Noi siamo qui oggi per dire che rifiutiamo questa logica. Rifiutiamo questa distruzione e ci organizziamo. Siamo venuti in Prefettura perché Lei è il rappresentante del Governo a Torino e noi vogliamo far sapere al ministro e ai deputati che ci organizziamo. Ognuno si assuma le proprie responsabilità in questa situazione. Noi ci siamo sempre rivolti a tutti, organizzazioni, sindacati, deputati, ministro, per aprire un dialogo. Qualcuno ha risposto, come la direzione nazionale della CISL con cui il dialogo continua, o come la direzione nazionale della UIL che ha partecipato al nostro ultimo incontro di Milano. Noi oggi apprendiamo con grande soddisfazione che il segretario generale della CISL ha dichiarato che questa riforma va ritirata. Ci siamo assunti una grande responsabilità nell’organizzare, con le nostre sole forze, in 48 ore, il presidio di oggi. Ma il successo della nostra iniziativa parla chiaro. La responsabilità di quello che sta succedendo non è nostra. Noi ci organizziamo e ci organizzeremo con tutti quelli che raccoglieranno il nostro invito”.

Dott. Forlani: “Non abbiamo informazioni precise su quanto sta succedendo in Parlamento, perché noi manteniamo i contatti con il governo e questa ormai è una materia che riguarda il Parlamento perché è un disegno di legge. E’ comunque fuori discussone che noi trasmetteremo al Ministro e al Presidente del Consiglio un resoconto del presidio e di questo incontro. Noi faremo da tramite: questo ve lo posso garantire. Quello che non posso fare è aggiornarvi sulla situazione in Parlamento”.

Guido Montanari (genitore, scuola Rayneri): “Noi abbiamo la sensazione che non ci sia la volontà di far partecipi i cittadini di quello che si sta decidendo e discutendo. Non ci sono gli strumenti per un vero dibattito. Si dice che si vuol fare una scuola migliore, ma poi il Ministro stesso ammette che l’obiettivo é un altro…Questa legge tocca le fondamenta della civiltà, perché una scuola che funzioni, che trasmetta la cultura, é la base della civiltà. Dire che si vuole abbassare il livello culturale e che si vuole eliminare la migliore scuola del mondo vuol dire attaccare le fondamenta della civiltà”.

Dott. Forlani: “Il discorso che lei pone é importante. Ma non deve essere il Parlamento a promuovere il dibattito. Deve essere il Paese che porta il dibattito, le associazioni, i cittadini che aprono questo dibattito. Il Parlamento fa le sue proposte e le discute liberamente, non si può accusare il Parlamento di non fare il dibattito”.

Nicola Adduci (insegnante scuola “Aleramo”): “Prima di tutto vorrei sottolineare un aspetto del nostro gruppo: noi siamo completamente autofinanziati e questo le dà l’occasione di cogliere il significato della nostra iniziativa di oggi, convocata in sole 48 ore. E’ certo che noi non siamo qui a fare un discorso “di parte”: noi lavoriamo nella scuola tutti i giorni, stiamo con i bambini, conosciamo i problemi. Il dibattito era stato Berlinguer a dire di volerlo aprire, ma poi si è risolto tutto in una circolare che chiedeva di esprimere delle opinioni. Qualcuno le ha scritte, ma poi chissà dove sono finite. La realtà è che si tratta di pure trovate demagogiche, solo per fare apparire una forma democratica. Noi lo possiamo dire con certezza che si tratta di demagogia, perché quando poi si mandano centinaia di lettere con migliaia di firme, da tutta Italia, come abbiamo fatto noi, con la richiesta di essere ricevuti, allora la risposta non arriva. Noi abbiamo dovuto lottare per un anno, un anno di petizioni, di raccolte di firme, con adesioni anche di parlamentari, un anno intero per ottenere quello che il Ministro ci negava: essere ascoltati”.

Dott. Forlani: “Il fatto che determinate aspettative vengano soddisfatte, come quella di essere ascoltati, è un fatto che esiste solo nella testa di coloro che vogliono essere soddisfatti. Poi rispetto alle vostre posizioni probabilmente il Ministro e i deputati non sono d’accordo con voi e pensano che tutti stiano dalla loro parte. E’ una questione di sensibilità politica”.

Caterina Mennuni (insegnante scuola Casalegno): “La stessa informazione è stata povera e distorta. Si é informata poco e male l’opinione pubblica. Oggi al TG si faceva parlare un ragazzino per esprimere un giudizio sulla “Riforma dei cicli”….Il problema della mancanza di informazione è ancora a monte del dibattito ed è ancora più grave”

Dott. Forlani: “Perché secondo voi su questo tema non c’è stato questo dibattito, per esempio come in occasione della questione sulla parità scolastica?”

Rosarina Spolettini (insegnante e genitore, scuola “B.V. di Campagna”):”Forse sulla parità e sul rapporto pubblico-privato la questione è un po’ più ideologica. Ma in ogni caso noi ci sentiamo degli specialisti e come specialisti che lavorano con i bambini, che stanno con loro tutti i giorni molte ore, che conoscono le conseguenze dei provvedimenti presi in questi anni, possiamo dire che quello che manca del tutto è l’attenzione per loro e per i loro veri problemi. Chi lavora da anni nella scuola, chi ha investito le sue forze, le sue energie, patisce questa situazione. Si citano sempre i diritti dei bambini, ma in realtà il bambino è utilizzato dagli adulti per altri scopi che non hanno nulla a che vedere con i suoi interessi”.

Dott. Forlani: “Non volevo minimizzare l’importanza della vostra posizione. Probabilmente esistono dei luoghi istituzionali dove si può dibattere, dove ci si può confrontare. Che il livello del dibattito sia basso è vero e noi lo possiamo constatare anche nella pubblica amministrazione; per esempio noi stessi con la legge Bassanini non é che siamo stati interessati molto. La mia sorpresa rispetto all’entusiasmo e al successo della vostra iniziativa non é dovuto al fatto che non avverta questi disagi. Per esempio anch’io ho dei figli, ho dei parenti che fanno gli insegnanti, e questo disagio si avverte.”

Lorenzo Varaldo: “Lei ci ha chiesto come mai nel paese non c’è stata una informazione reale sulla “Riforma dei cicli”. Io non ho interpretazioni complete ed esaustive. E’ certo però che su un tema come la parità scolastica si possono raccogliere pareri diversi, si possono portare opinioni contrastanti. Su questa “riforma”è più difficile. Se la gente sapesse che la scuola elementare e quella media stanno per scomparire; se sapesse che il Parlamento sta per cancellare un anno di scuola e intere materie; se sapesse che i bambini potrebbero essere “sballottati” da un insegnante all’altro, senza punti di riferimento, senza certezze; se sapesse che l’obiettivo della riforma è abbassare il livello culturale, allora non credo proprio che si potrebbe tentare di portare in porto un simile progetto. Certo chi sostiene questa legge non ha interesse a far sapere al Paese come stanno le cose. Lei ha detto che il Parlamento è sovrano, é che non ha il dovere di aprire un dibattito. Questo mi sembrerebbe anche normale. In fondo siamo in un paese democratico, con un parlamento eletto, che dovrebbe essere l’espressione della volontà dei cittadini, che dovrebbe rispondere alla aspettative di quelli che l’hanno votato e che quindi potrebbe sentirsi sicuro di questo voto, senza il bisogno di chiedere un’opinione su ogni argomento. E’ proprio per questo che è strano quello che è successo, perché non siamo stati noi a volere il dibattito. E’ stato il Ministro che ha invitato per lettera tutti gli insegnanti ad un “vasto dibattito e a una capillare consultazione”. Allora noi abbiamo risposto, il nostro Appello inizia dicendo che volevamo rispondere a questo invito….Ma se si esprimono delle contrarietà, se si sollevano dei problemi reali, allora il Ministro e i deputati chiudono il dibattito. E’ curioso, perché il relatore di maggioranza ha iniziato il suo intervento alla Camera dicendo che avevano sentito tutti, che un dibattito si era fatto, che il consenso era acquisito. Ma a cosa doveva servire davvero questo “dibattito”? Forse a far apparire un consenso che in realtà non hanno più?

Dott. Forlani: “Il problema è sicuramente complicato e rilevante. Il processo di delega agli insegnanti è ormai totale. Adesso c’è anche il discorso dell’Autonomia….Il mio giudizio personale è che esiste nel Paese una grossa spaccatura con una grande delega alla scuola. C’è stata un ansia di modernizzare e di aumentare le pressioni sui bambini. Sono d’accordo con voi che manca il tempo per la rielaborazione, e poi ci troviamo i ragazzi che restano in casa fino a 40 anni. Io comunque mi impegno a trasmettere al presidente del Consiglio e al ministro un resoconto del vostro presidio e di questo incontro. Resto disponibile per altri incontri”.

Al termine del presidio gli insegnanti e i genitori presenti hanno deciso di convocare per

giovedì 7 ottobre, ore 17.30, c/o sc. el. “Sibilla Aleramo”,

un’assemblea generale dei sostenitori dell’Appello,

invitando largamente genitori e insegnanti delle scuole elementari ed estendendo l’invito ai professori delle medie, per discutere la situazione e decidere insieme quali iniziative prendere.

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