I verbali integrali degli incontri della delegazione ricevuta in Parlamento.

Lettere dalla scuola

Corrispondenza tra insegnanti e genitori promossa dal comitato nazionale del “Manifesto dei 500”.

Numero 8 – maggio 2002

Premessa

Il numero di maggio 2002 di “Lettere dalla scuola” è dedicato ai verbali integrali degli incontri in Parlamento con i senatori e i deputati dei vari gruppi parlamentari che stanno discutendo la “riforma” Moratti. Questi incontri erano stati concordati per presentare le quasi 11.000 firme raccolte sulla mozione “No alla “riforma” Moratti, No alla svendita della scuola pubblica”, mozione lanciata a Torino e Abbiategrasso (Mi) alla fine di gennaio 2002 dalle assemblee generali del “Manifesto dei 500” e ripresa dal “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica” che era riunito il 16 marzo a Bologna.
La delegazione ricevuta in Parlamento era pertanto rappresentativa di diversi gruppi, associazioni e comitati che hanno aderito alla mozione. Ogni incontro è stato introdotto da una breve presentazione delle firme raccolte, del mandato su cui la delegazione era in Parlamento e del lavoro svolto in questi mesi.

La delegazione era composta dai seguenti insegnanti e genitori:
Lina Carnevale (Latina), insegnante, “Manifesto dei 500”
Vittorio Ciocca (Milano), insegnante, “Manifesto dei 500”
Antonella Chieffa (Milano), insegnante “Manifesto dei 500”
Rita Defeudis (Milano), coordinatrice del “Manifesto dei 500”
Guido Montanari (Torino), genitore, presidente consiglio d’istituto Manzoni-Rayneri di Torino, docente Politecnico di Torino
Ferruccio Nano (Torino), a nome del “Coordinamento insegnanti del distretto 34 (To)”
Mario Sanguinetti (Roma), insegnante e genitore, coordinatore de “Il Bambino e l’Acqua Sporca”
Claudio Tessari (Torino), genitore, a nome del “Coordinamento genitori di Pianezza (To)”
Fabio Troiani (Roma), genitore, “Il Bambino e l’Acqua Sporca”
Lorenzo Varaldo (Torino), coordinatore nazionale del “Manifesto dei 500”

Al termine degli incontri la delegazione si è riunita e ha fatto un bilancio dei colloqui. Quindi ha approvato la dichiarazione che alleghiamo e sulla quale il “Manifesto dei 500” apre la discussione su come continuare la mobilitazione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.



Verbali degli incontri in Parlamento e con le segreterie nazionali dei sindacati CGIL-CISL-UIL-SNALS, 8 e 9 maggio 2002


 

Incontro con il sen. Franco Asciutti (Forza Italia), presidente della VII Commissione (Istruzione e Cultura) del Senato.
Introduce: Guido Montanari. Verbale a cura di Lorenzo Varaldo.
Presenti: Carnevale, Ciocca, Chieffa, Defeudis, Montanari, Nano, Sanguinetti, Tessari, Varaldo

Montanari: “Noi siamo qui come “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica. Questo comitato si è costituito a Roma nel giugno scorso e riunisce diversi responsabili di diverse associazioni, gruppi, comitati di molte province italiane. Tra di essi c’è il Manifesto dei 500 che già conosce, ma anche altri comitati, come il “Bambino e l’acqua sporca”, cioè il coordinamento insegnanti e genitori di Roma, quello di Firenze, quello di Forlì, il Comitato Scuola e Costituzione di Ravenna e altri gruppi.
Asciutti: “So, so, conosco la questione”
Montanari: “Noi abbiamo raccolto migliaia di firme su un testo che critica fortemente la legge in discussione. Le nostre preoccupazioni sono quelle che abbiamo già detto agli altri senatori, e cioè sostanzialmente ci sembra che questa legge tolga spazio alla scuola pubblica e oltretutto si inserisca in una serie di altri provvedimenti, decreti, leggi che indeboliscono la scuola pubblica, come i provvedimenti della Finanziaria, da quelli sulle supplenze a quelli sulla maturità…”
Asciutti: “Voi protestate in difesa della scuola pubblica, ma ieri ho incontrato delle delegazioni di scuole private che protestavano per il provvedimento dell’anticipo, perché potrebbe togliere loro migliaia di iscritti..”
Montanari: “Su questo problema non si può ragionare isolandolo dal complesso, perché se si toglie forza alla scuola pubblica in generale è poi evidente che la gente si riferirà sempre di più alla privata”
Varaldo: “Partiamo da quello che è già stato fatto. Per esempio il provvedimento sulla maturità è evidente che facilita le scuole private. Ci sono istituti privati che dicono apertamente di accogliere qualunque alunno con qualunque deficit di apprendimento perché ‘tanto quest’anno le commissioni sono interne e la maturità gliela daremo comunque’…E questo viene detto apertamente”
Asciutti: “Questo vale solo per le paritarie e solo se lo hanno fatto entro il 15 marzo”
Varaldo: “Certo, chi lo ha fatto è stato in questi termini, ma questo apre comunque un problema enorme di controllo non solo sulla scuola privata, ma anche tra le diverse scuole pubbliche. Si apre una deregolamentazione totale, una differenziazione di preparazione enorme”
Montanari: “Noi abbiamo incontrato diversi esponenti della maggioranza e abbiamo riscontrato che in effetti esistono dei dubbi sulla legge delega, delle perplessità…”
Asciutti: “Basta leggere la mia relazione per rendersene conto, contiene molti condizionali, non a caso”
Montanari: “Noi siamo qui per dire che questi provvedimenti e questa legge non va nel senso di una scuola pubblica vera, forte, che funzioni, secondo noi si privilegia la scuola privata, e quindi diciamo, membri della maggioranza non avete il diritto di votare una legge che va contro la scuola pubblica, che la attacca, membri dell’opposizione ‘organizziamoci contro questa legge’.
Asciutti: “Questa seconda cosa potreste dirla anche alla maggioranza, in un Paese democratico ognuno è libero di esprimere la propria posizione sia che sia nella maggioranza sia che sia nella minoranza. Oltretutto siamo senza vincoli di mandato, quindi… Il problema di questo dibattito va diviso: da un lato ci sono le considerazioni politiche, dall’altro il quadro istituzionale. Ora noi qui dobbiamo parlare del secondo aspetto, e cioè la legge. Qui dobbiamo entrare nel merito della legge perché è di questa che si sta discutendo ed è di questa che si voterà. Quindi vorrei che voi illustraste i punti su cui siete contrari o ritenete che vadano modificati”
Varaldo: “Prima di entrare nei punti vorrei fare una precisazione sulla differenza tra l’audizione che ci sarà dopo e che vedrà di nuovo lei come interlocutore e l’incontro di adesso, perché potrebbe sembrare strano fare due incontri con la stessa persona. Le cose nascono da due contesti diversi: prima di tutto noi abbiamo chiesto un incontro con tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione, perché il nostro appello era rivolto a tutti i deputati e senatori. In questo senso abbiamo incontrato molti gruppi o molti senatori che avevano un mandato, membri della segreteria o responsabili per la scuola. Anche con Forza Italia, che oltretutto è il partito con più parlamentari, abbiamo chiesto questo incontro per rendere conto a tutti i firmatari, ma fino a ieri non è stato possibile fissarlo. Noi abbiamo insistito perché vogliamo discutere con il partito FI, oltre che con la VII Commissione in quanto istituzione. Lei stesso in un incontro di questo tipo potrà dirci delle cose che il suo ruolo istituzionale non le permette di dire nell’audizione.”
Asciutti: “Io ho saputo solo ieri che chiedevate l’incontro. Sono disponibile alla discussione. Vorrei subito precisare una cosa: le leggi si fanno in Parlamento. Si discutono, si cambiano ecc. ma in Parlamento”
Montanari: “La Legge Delega sembra aggirare un po’ questa impostazione”
Asciutti: “No, questo vale anche per la legge delega. Per esempio non c’è stato mai un parlamento che ha legiferato sui programmi, o un parlamento che ha legiferato sulle ore. Perché non è possibile. Il Parlamento deve mettere dei puntelli di ordinamento generale. Poi, detto tra noi, questa legge modifica poco, poiché i 5+3+5 rimangono. Del resto, se si voleva modificare i programmi senza toccare il 5+3+5 si poteva farlo senza passare dal Parlamento, come è già successo in passato. Il problema centrale è un altro: è la modifica della Costituzione che ci obbliga a mettere mano all’ordinamento generale e qui si possono discutere gli aspetti generali (età di ingresso, orari…) altrimenti lo fanno le Regioni, perché è di esclusiva competenza regionale. Domani una Regione potrebbe svegliarsi e fare una legge, anche senza i principi generali che noi come Stato possiamo mettere. Non è obbligatorio che ci siano dei principi generali, domani la Regione Lombardia o la Regione Emilia Romagna potrebbero deliberare l’istituzione degli Istituti Professionali, perché questa non è materia concorrente, ma esclusiva delle Regioni. Quindi noi siamo obbligati, ma sarebbe stato obbligato anche il precedente governo, se avesse vinto le elezioni, a mettere mano, perché la Costituzione è stata modificata. Poi possiamo deliberare su tante altre piccole cose, che sono piccole, ma hanno un fondamento enorme”
Varaldo: “Vorrei fare chiarezza su questo punto perché mi sembra fondamentale che tutti i cittadini comprendano, anche da un punto di vista Costituzionale, anche perché questa questione è già venuta fuori in altri incontri. Le pongo una questione: se per assurdo da questo Parlamento venisse fuori un legge che conferma la struttura attuale degli istituti professionali, che ne conferma l’organizzazione nazionale, i diplomi nazionali, la gestione statale ecc, esattamente come oggi, sarebbe costituzionale o no?”
Asciutti: “No”
Varaldo: “Quindi, comunque, a causa della riforma della Costituzione varata dal centro-sinistra, l’istruzione professionale….”
Asciutti: “…è di esclusiva competenza legislativa regionale e ogni Regione può fare come vuole. Noi possiamo mettere dei puntelli, dei principi, ma oltre a questo non possiamo andare. E’ un problema grossissimo, guardi noi abbiamo oggi un fuggi fuggi dagli istituti professionali, è terribile, fuggi fuggi di insegnanti…”
Montanari: “Anche gli allievi fuggono”
Asciutti: “Questo mi dice meno, perché l’allievo verrà toccato non oggi ma domani”
Montanari: “Si, ma già da quest’anno c’è un effetto-annuncio”
Asciutti: “Probabile. Comunque, detto tra docenti, se il problema fosse solo del fuggi fuggi di allievi sarei contento”
Varaldo: “Perché contento?”
Asciutti: “Perché, l’istituto professionale cos’è?”
Varaldo: “Attenzione, perché questo è uno dei punti più problematici di tutta la legge e di tutti i meccanismi che regionalizzano o svuotano gli istituti professionali…”
Asciutti: “Ma questo non dipende da noi, questo è un obbrobrio creato dal governo precedente, e bisognerebbe avere l’onestà di dirlo”
Varaldo: “Prima di tutto noi questo lo diciamo, se lei guarda attentamente i nostri documenti noi diciamo proprio questo, che la riforma della Costituzione apre la strada a questo, e lo abbiamo detto prima dell’approvazione della riforma e dopo. Vorrei però tornare sulla questione del ‘per fortuna’, perché la scelta che si troveranno a fare i ragazzi non sarà tanto quella di andare ad un liceo al posto di un istituto professionale statale, perché è evidente che si tratta di ragazzi che non possono o non vogliono investire nello studio fino all’Università e che cercano degli sbocchi a 18-19 anni. Ora il punto è questo: oggi questi sbocchi ci sono all’interno di un sistema statale con una parte di programmi dedicata a letteratura, storia, geografia, matematica, cioè a materie formative inserite in un contesto di materie più tecniche. Domani questi ragazzi andranno in corsi regionali dove le materie formative saranno praticamente annullate, con un abbassamento culturale di ritorno enorme. Oggi, il fatto che esistano gli istituti professionali statali con materie formative fa in modo che anche i ragazzi che cercano solo uno sbocco professionale facciano queste materie. Domani questi ragazzi non sceglieranno di certo i licei, ma i corsi professionali regionali che conosciamo bene, o peggio ancora l’alternanza scuola-lavoro, o l’apprendistato, cioè abbandoneranno lo studio e la cultura …”
Asciutti: “Non sono convinto di questo per un altro motivo: chi oggi va agli istituti professionali regionali? E’ una piccola minoranza”
Varaldo. “Proprio perché esiste il canale nazionale degli istituti professionali e dei tecnici, che con la legge sparirebbe”
Asciutti: “Domani andranno nei tecnici e i tecnici sostituiranno gli istituti professionali, anche perché molte regioni non saranno in grado di istituire degli istituti professionali all’altezza e seri. E così potremmo avere situazioni molto diverse da regione a regione: la Lombardia la fa, l’Emilia Romagna la fa, il Veneto la fa, qualcun altro forse, il resto è caos”
Montanari: “Quindi si potrebbero avere degli istituti tecnici depotenziati”
Asciutti: “Una delle mie paure è questa”
Varaldo: “A questo si aggiungono altri fattori. Per esempio il fatto che oggi per i ragazzi i titoli di studio come geometra, ragioniere, perito e anche i titoli dei professionali sono un incentivo a studiare, sono una motivazione e danno un diploma nazionale valido nel mondo del lavoro. Domani non sarà più così e molti ragazzi rischiano di abbandonare la scuola perché privati di una prospettiva”
Asciutti: “Lei sa che comunque questi titoli vanno eliminati”
Varaldo: “Perché bisogna eliminarli?”
Asciutti: “Non per una legge, ma perché ci obbliga l’Europa. L’Europa ci obbliga a fare in modo che queste professioni abbiano corsi di studio più lunghi, con lauree brevi o corsi post-secondari”
Varaldo: “Questo significa che la discussione è sottratta al Parlamento”
Asciutti: “Non possiamo toglierci dall’Europa”
Varaldo: “Dico semplicemente che questo pone un problema di democrazia”
Asciutti: “Mi rendo conto che pone dei problemi, ma questa è la realtà”
Montanari: “Questo conferma quello che dicevamo noi, e cioè che i diplomi che oggi si ottengono a 19 anni si avrebbero a 21-22 ma con dei percorsi universitari depotenziati, perché in pratica vedo già adesso che nei primi anni si va a insegnare quello che non si è fatto prima”
Asciutti: “Questo è il rischio”
Varaldo: “Di fronte a tutti questi problemi che lei stesso vede, vorremmo sapere qualcosa sull’iter della legge. A noi è sembrato di cogliere una volontà di accelerare, e questa è una delle preoccupazioni più grosse. Qualcuno ci ha anche riferito che se la legge non passa il ministro vuole anticiparne degli aspetti con decreti”
Asciutti: “Se ne assume la responsabilità. Io sono il Parlamento e non il governo, e spero di no.”
Varaldo: “Sì, ma io vorrei sapere come vede lei l’iter del Parlamento”
Asciutti: “L’iter è regolare, io non boicotto l’iter del Parlamento”
Varaldo: D’accordo, ma io vorrei sapere a che punto siamo, quali tempi della discussione, come si sta sviluppando il dibattito”
Asciutti: “Non posso sapere i tempi, c’è una discussione che va avanti”
Varaldo: “Io posso saperli meno di lei…”
Asciutti: “Non so se lei sa come funzionano i lavori del Parlamento, scusi, non si offenda”
Varaldo: “Non mi offendo assolutamente”
Asciutti: “Settimana prossima terminiamo il dibattito parlamentare con le repliche. Tutti sono intervenuti, ognuno ha avuto i 20 minuti del regolamento. Poi ci saranno gli emendamenti. In base al numero e alla qualità degli emendamenti, in base alla discussione di ogni singolo emendamento sapremo quanto ci vuole, un mese, due settimane, una settimana. Poi si voterà articolo per articolo e andrà in aula. Non ho intenzione di dire ‘adesso per due mesi non si fa nulla’.
Varaldo: “Questa è la questione istituzionale, ma noi vogliamo avere anche la sua valutazione politica. Si dice che il dibattito è accelerato, che si vuole stringere in tempi brevi. Lei cosa ne pensa?”
Asciutti: “I media possono dire quello che vogliono, ma non è così”
Varaldo: “D’accordo, ma vorremmo avere la sua valutazione sul fatto che nel Paese esiste questa volontà di difendere la scuola pubblica, che esistono comitati e coordinamenti nati per questo, che molti raccolgono firme contro la riforma Moratti, che ci sono stati scioperi enormi…”
Asciutti: “Nel Paese si dicono molte cose…Le faccio un esempio. Quando c’è stato lo sciopero degli insegnanti un volantino diceva ‘contro la Moratti perché assume 20.000 insegnanti di religione’. Non è vero, la Moratti non ha fatto questo, si tratta di un progetto di legge che avrà il suo iter, ma per il momento non è successo nulla di tutto ciò. Quello che è stato detto è falso”
Varaldo: “Che cosa è falso?”
Asciutti: “Che 20.000 vengono assunti, perché non c’è nessun decreto, ma un disegno di legge, tra l’altro alla commissione lavoro. Tra l’altro la maggioranza precedente aveva varato un provvedimento identico e poi non è stato applicato, quindi potrebbe succedere di tutto”
Varaldo: “Che la maggioranza del centro-sinistra avesse varato un provvedimento simile lo sappiamo, ma il punto è un altro: se oggi si discute di questo provvedimento, penso che i cittadini che sono contrari abbiano il diritto di organizzarsi per contrastarlo e di dire che c’è questo pericolo. Forse non è corretto dire che la Moratti “assume”, ma certo la direzione è quella. E lo stesso vale per le mobilitazioni contro la riforma: i cittadini sono autorizzati a denunciare e a mobilitarsi per fermarla”.
Asciutti: “Certo”
Montanari: “Entriamo nel merito della legge: quali sono le cose che lei non condivide, quali sono i punti che non le vanno bene, che valutazione dà?”
Asciutti: “Me lo lasci tenere per me”
Montanari: “Ma noi siamo quo per questo”
Asciutti: “Le posso dire una cosa: c’è una parte su cui siamo obbligati a mettere mano che mi spaventa, le dico francamente che mi spaventa. Ma non possiamo fare diversamente perché dobbiamo metterci le mani per la riforma della Costituzione..”
Varaldo: “Lei quindi ringrazia il centro-sinistra…”
Asciutti: “Non voglio dire questo. Vede, non scarico mai su altri delle responsabilità perché domani potrebbero ricadere su di me. Era un momento politico particolare in cui pensavano di fare una cosa buona, poi si è toccata con mano che è rischiosa, come con le lauree 3+2, c’era una convinzione e poi si è toccato con mano che non va bene. Il problema non è quello di una parte o di un’altra parte. Bisogna fare qualcosa che serva veramente al paese”
Sanguinetti: “Volevo toccare un altro aspetto particolare della legge, quello del Tempo Pieno. Anche qui dalla legge non si evince direttamente che il Tempo Pieno sarà demolito, però la commissione Bertagna parlava di 25 ore e il resto facoltativo e anche a pagamento, e questo aprirebbe la strada…”
Asciutti: “Diciamo che non c’è questo nella legge, però c’è un discorso fatto negli Stati Generali, nella Bertagna e da alcuni esponenti che hanno toccato il tema che va in questa direzione. Io in questo comprendo le vostre preoccupazioni. Anche lo SNALS e forse la CISL hanno posto questo problema e hanno chiesto che si metta un tempo medio. Non so se sarà possibile ragionare in questi termini nella legge”
Varaldo: “In realtà esiste un precedente, ed è la legge 148 di riforma della scuola elementare, che diceva esplicitamente che il Tempo Pieno nella forma della legge 820/71 era confermato. Basterebbe dire questo…”
Asciutti: “Ci ragioneremo. E’ un problema che sentiamo un po’ tutti”
Sanguinetti: “Non è solo un problema di tempo scuola, ma di un’impostazione generale della scuola e della didattica, del rapporto con i bambini…”
Asciutti: “Non è un caso che nella mia relazione abbia usato molti condizionali, perché ho perplessità, e quindi non faccio affermazioni”
Montanari: “Che cosa pensa del pensiero espresso dalla commissione Bertagna sull’obbligo scolastico?”
Asciutti: “Non sono d’accordo. Per me l’obbligo scolastico è stata una grandissima cosa per il Paese e non è preistoria. Nel nostro paese è ancora importante.”

 

Incontro con il sen. Valditara, responsabile scuola del gruppo di AN al Senato
Introduce: Guido Montanari. Verbale a cura di Ferruccio Nano.
Presenti: Chieffa, Defeudis, Montanari, Nano, Tessari, Troiani, Varaldo
Il senatore non permette di introdurre perché inizia immediatamente ad argomentare.
Valditara: “Non penso che questo incontro possa durare a lungo, viste le falsità contenute nel vostro appello, totalmente non aderente alla realtà. Se prendiamo uno per uno i punti dell’appello sono tutti falsi”
Varaldo: “Crediamo, con la conferma avuta in altri colloqui con esponenti della maggioranza, che al contrario tutti i punti rappresentino gravi problemi reali presenti nella legge delega, così come nel documento Bertagna e nella Finanziaria già approvata. Si tratta di un attacco frontale alla scuola pubblica, che le firme che rappresentiamo respingono in blocco”
Valditara: “Sconfesso completamente il documento Bertagna, è stata solo una proposta. (Il senatore scorre i punti del documento dell’appello per il ritiro della riforma). AN non ha caldeggiato l’anticipo a 5 anni e mezzo, che nella versione definitiva dovrebbe essere di soli due mesi e non di sei. E poi io stesso ho fatto la prima in anticipo…Le elementari e le superiori non saranno cambiate nella loro impostazione, le medie, che sono in crisi, diventeranno piattaforma formativa per le superiori. Non è vero che il tempo pieno sarà eliminato, non è vero che ci saranno centinaia di ore in meno, non è vero che sarà eliminato l’esame di quinta perché si potrà ancora bocciare…”
Varaldo: “Lei ha fatto una serie di affermazioni che in realtà confermano completamente quello che diciamo, in parte perché non ha toccato dei punti, come quello dell’alternanza scuola-lavoro e della distruzione dei diplomi, che sono nella legge delega e non solo nella commissione Bertagna, in parte perché sono cose vere, come l’anticipo, in parte perché sono…” (il senatore interrompe)
Valditara: “Voi dite delle falsità che non ci sono nella legge e avete raccolto firme su delle falsità. Chi l’ha detto che il Tempo Pieno viene eliminato? Chi l’ha detto che si pagherebbero delle materie che diventano facoltative?”
Varaldo: “Alcune cose sono scritte nella legge e altre nella commissione Bertagna e persino il sottosegretario Aprea va in giro a dire che la legge verrà applicata secondo le indicazioni della commissione. Comunque il Tempo Pieno…” (il senatore interrompe)
Valditara: “La Commissione Bertagna non è la legge e voi invece dite che sono la stessa cosa”
Varaldo: “Se lei legge con attenzione il nostro appello vedrà che noi diciamo che nella Legge Delega e/o nella Commissione Bertagna c’è scritto…Sappiamo benissimo che sono cose diverse, ma la legge potrebbe essere applicata proprio come dice Bertagna”
Valditara: “Il Tempo Pieno non sarà eliminato, sarà riconfermato come servizio, perché io per esempio non sono favorevole a ridurre l’orario a 25 ore, Io penso che bisogna lasciarlo a 30”
Chieffa: “Mi scusi ma oggi il Tempo Pieno è di 40 ore”
Valditara: “Ma di quale Tempo Pieno parlate, io parlo delle medie”
Chieffa: “Noi parliamo di una cosa molto precisa…Il Tempo Pieno non è solo un servizio, ma un impostazione di scuola ben precisa che non può essere garantita solo da un orario” (il senatore interrompe)
Valditara: “Comunque questa legge va fatta perché la scuola è allo sfascio e non si può andare avanti così. Voi avete delle posizioni preconcette, voi dovreste vedere quello che ha fatto il governo precedente”
Varaldo: “Veramente forse lei non lo sa, perché non ci ha fatto parlare, ma noi siamo nati proprio per combattere la riforma precedente del ministro Berlinguer e del centro-sinistra, quindi se c’è qualcuno a cui non si può fare questo rimprovero siamo noi…”
Valditara (interdetto): A sì?…”
Montanari: “Forse sarebbe meglio se le spiegassi velocemente la nostra storia e specialmente il mandato che ci ha portato qui oggi” (segue breve presentazione che non era stata possibile all’inizio).
Varaldo: “Se il problema è quello di migliorare la scuola basta fare dei decreti che abbassino il numero di alunni nelle classi, e non fare le cose concrete che invece ha già fatto il governo, come i tagli di organici…” (interrompe)
Valditara: “Ma se l’Italia è il Paese con il minor numero di alunni”
Varaldo: “Se così fosse bisognerebbe esserne orgogliosi e difendere questa qualità, ma così non è, perché le statistiche degli altri Paesi non tengono conto del personale che sta nelle mense, (il senatore interrompe, ma Varaldo prosegue e cerca di finire l’argomentazione…Il senatore alza la voce, ma Varaldo conclude. Alcuni senatori presenti in sala si voltano allibiti) di coloro che intervengono con i bambini portatori di handicap e di altre figure che in Italia sono invece stabilmente inquadrate come insegnanti. Queste statistiche sono fatte…”
Valditara: “La qualità della scuola non si misura certo dal numero di alunni nelle classi. Un insegnante ogni 25 alunni in media va benissimo, la qualità non è certo averne uno ogni 15. C’è un problema di razionalizzazione e ottimizzazione delle risorse…… Oggi abbiamo un enorme numero di classi a Milano con 10 alunni per classe, è per questo che si tagliano gli organici, il taglio di 580 posti in Lombardia è dovuto a questo”
Varaldo: “10 alunni per classe? Ma se superano i 25 e con i portatori di handicap…”
Valditara: “In molte scuole superiori è così”
Nano: “Ma si tratta di classi terminali, di quinte che altrimenti dovrebbero cambiare tutti i professori e i compagni…”
Valditara: La qualità della scuola è data dai programmi, dagli insegnanti pagati meglio, dai corsi di formazione, dal restauro delle strutture edilizie, non dal numero di alunni… ”
Defeudis: “Nell’area milanese, dove lei è stato eletto, c’è un’assoluta contrarietà all’eliminazione del tempo pieno e del tempo scuola in generale, lei dovrebbe tenere conto di cosa pensano i cittadini…la scuola pubblica è un valore da potenziare e non mettendola in concorrenza con il privato”
Valditara: “Non ci saranno ore in meno: la proposta di AN è di circa 30 ore per le superiori (e su questo ho avuto rassicurazioni dal ministro Moratti) e il tempo pieno è stato riconfermato come servizio, non a pagamento, in modo assoluto dal governo… inoltre intendiamo il rapporto pubblico-privato come possibilità di applicare l’art.29 della Costituzione e quindi secondo il principio della concorrenza e non come potenziamento delle scuole private… AN vuole potenziare la scuola statale”
Nano: “L’unico provvedimento già in vigore, la Finanziaria, non pare vada nel senso che lei dice, sia come riduzione di organici, sia come finanziamenti alle private, sia nel significato e nelle modalità del nuovo esame di maturità, che pare una premessa alla fine del valore legale del titolo di studio”
Valditara: “L’esame di maturità non va bene, ma durerà solo quest’anno, AN ha in cantiere una immediata revisione….”
Varaldo: “Dalle sue stesse parole risulta che le problematiche che abbiamo sollevato sono estremamente reali e che quindi non è sufficiente coprirle con l’arroganza del tono o con rassicurazioni verbali del ministro, gli atti legislativi e le dichiarazioni in commissione istruzione vanno in direzione diversa…Il punto che le pongo è semplice: voi vi apprestate a varare una legge delega e dite che il documento Bertagna non conta nulla, ma un sottosegretario e altri senatori dicono che la legge potrebbe essere applicata secondo lo schema Bertagna. Voi vi apprestate a dare al governo la facoltà di decidere come applicare la legge: come può essere sicuro che non verrà applicata secondo il documento Bertagna? Come può dire che le nostre affermazioni sono false nel momento in cui consegna al governo la delega per applicare la legge proprio in quel modo?”
Valditara: “Le problematiche sollevate dal Manifesto dei 500 sono inesatte……la riforma passerà e sarà una buona riforma”

 

Incontro con Sen. Bevilacqua (AN, membro della VII Commissione Istruzione al Senato)
Introduce: Lorenzo Varaldo. Verbale a cura di Guido Montanari
Presenti: Chieffa, Defeudis, Montanari, Nano, Tessari, Troiani, Varaldo
Varaldo: “La delegazione del Comitato Nazionale di collegamento in difesa della scuola pubblica rappresenta una serie di coordinamenti e comitati come il «Manifesto dei 500» che chiedono il ritiro della «riforma» Moratti a partire dagli elementi di distruzione della scuola pubblica presenti nel documento Bertagna e nella legge delega sulla scuola (…)”.
Bevilacqua: “Piena disponibilità del Governo a discutere il testo della legge e il documento Bertagna purché ci sia la disponibilità a discutere di una riforma. Certamente il testo Bertagna è da rivedere ed è stato un errore mandarlo in giro così come è, generando un processo di contrapposizione frontale. In ogni caso non può essere considerato uno strumento di distruzione della scuola pubblica perché la scuola pubblica è già distrutta! Ci sono sperimentazioni in atto da 30 anni, problemi dell’edilizia (…) Una scuola privata concorrente con quella pubblica non può che migliorare la scuola pubblica”.
Varaldo “Come con il nuovo esame di maturità…?”
Bevilacqua: “L’esame di maturità era già una farsa: passava il 98% degli iscritti!”
Varaldo: “Però ora sarà ancora peggio. E poi la distruzione delle discipline, l’abbassamento generale dell’offerta formativa, l’alternanza scuola-lavoro: quale società potremo costruire in questo modo?”
Bevilacqua: “I piani di studio non esistono ancora: c’é la possibilità di discutere. Il discorso della formazione e dell’alternanza si può affrontare. In ogni caso se un certo numero di studenti al pomeriggio invece di essere inserito in attività varie come il teatro, la ceramica… o altro fosse destinato all’alternanza, a imparare un mestiere, a confrontarsi con il mondo del lavoro, forse non sarebbe male.”
Montanari: “Lei parla di una scuola pubblica allo sfascio, ma io e molti di noi pur provenendo da famiglie di modesta estrazione sociale hanno avuto la possibilità di frequentare un’ottima scuola pubblica a costi molto contenuti che nel mio caso mi ha permesso di acquisire un diploma di liceo, poi di accedere all’università, di concluderla brillantemente iniziando una carriera di docenza universitaria. Ora non so se le mie figlie avranno la stessa opportunità in seguito all’aumento dei costi, all’abbassamento della qualità e al finanziamento della scuola privata.”
Bevilacqua: “Io non so che esperienza ha lei, ma sono stato insegnante e conosco bene lo stato della scuola pubblica…è sotto gli occhi di tutti lo stato di inadeguatezza delle strutture, degli insegnanti, ecc.”
Varaldo: “Vorremo dei chiarimenti sullo stato dei lavori del parlamento a proposito della «riforma». Alcuni dicono che vorreste farla partire entro settembre…”
Bevilacqua. “Non ce la facciamo. Siamo ancora alla fase della partenza della discussione soltanto in uno dei due rami del Parlamento…”
Nano. “Nel concreto, come la scuola privata entrerebbe in concorrenza con la scuola pubblica?”
Bevilacqua: “Sulla qualità del servizio che si vende. I criteri sono unici per tutti . Nelle città e nei paesi si sa quale è la scuola migliore e quali sono gli insegnanti più bravi.”
Defeudis: “Allora la scuola migliore sarebbe quella privata?”
Bevilacqua: “La scuola privata è buona. Bisogna migliorare la privata e la pubblica con la concorrenza. Ribadisco la convinzione di non realizzare una scuola privata sulle ceneri di quella pubblica.”
Varaldo: “Andiamo sul concreto. Gli ultimi provvedimenti hanno visto tagli degli organici, aumento degli studenti per classe. Con il «buono scuola» si sono distribuiti in Lombardia e Piemonte centinaia di milioni ai ricchi e briciole alle scuole pubbliche…”
Bevilacqua: “Non iniziamo a fare un discorso ideologico. Mi rifiuto di discutere in questi termini…”
Varaldo: “Ma ho riportato dei fatti precisi, concreti… ”
Bevilacqua: “Questi sono discorsi ideologici. Guardate anche cosa hanno fatto i precedenti governi.”
Varaldo: “Noi infatti abbiamo preso posizione anche contro la riforma di Berlinguer. Siamo al di sopra delle parti… Nel nostro documento abbiamo elencato dei punti della legge e del documento Bertagna che eliminano il TP, la lingua straniera, le risorse per l’HC, ecc.”
Bevilacqua: “Il documento Bertagna non ci interessa e ho già detto che il testo di legge così come è non lo votiamo. Abbiamo già proposto delle modifiche”.
Nano: “Si, in effetti il passaggio della formazione superiore a 5 anni è positivo… però i tagli ci sono.”
Bevilacqua: “Sono tre le Leggi finanziarie (due dei governi precedenti) che hanno ridotto ogni anno i finanziamento del 2-3% alla scuola e alla ricerca (…).”
Nano: “Come determinare la qualità per la concorrenza? La produttività è difficile da capire: la scuola non è un’azienda. La logica aziendale non va bene!”
Bevilacqua: “Quando la famiglia decide se mandare i figli in una scuola o in un’altra è perché vanno cercando il meglio. Queste scelte si sono sempre fatte. Bisogna controllare anche la scuola privata. Sulle modifiche al testo siamo stati noi a superare il limite delle 25 ore”.
Tessari: “Questo argomento riguarda molte famiglie. Il TP resta o no? Saranno da pagare le ore facoltative? Molte famiglie sarebbero escluse dalla possibilità di servirsene, ma è un servizio e un’opportunità culturale importantissima”.
Bevilacqua: “Su questi aspetti bisognerà discutere.”
Defeudis: “Allora potenziamo il pubblico!”
Bevilacqua: “Se voi aveste detto: su questo testo parliamo, ci sarebbe stata la possibilità di un dialogo, ma da farsi 4 mesi fa…”.
Varaldo: “Noi rappresentiamo più di 10.000 firme raccolte in modo spontaneo tra le persone, al di fuori di partiti e sindacati; esse esprimono una preoccupazione diffusa tra le famiglie e gli insegnanti…”
Bevilacqua: “Chiunque intervenga per modificare è bene accolto. Anche io ho dei dubbi su molti punti. Nella prima fase errori ce ne sono stati. Tuttavia la legge non è blindata. Così come è noi non la votiamo. Ma sulla scuola ci vuole una riforma. Non si può stare fermi al punto in cui stiamo. Anche l’esame di stato alla maturità ci impegniamo a modificarlo.”

 

Incontro con il Sen. Sudano (UDR CCD)
Introduce: Lorenzo Varaldo. Verbale a cura di Claudio Tessari
Presenti: Chieffa, Defeudis, Montanari, Nano, Tessari, Troiani, Varaldo
Varaldo: Presentazione della delegazione e delle firme raccolte, dei loro scopi, consegna della documentazione appositamente preparata dal Md500. In particolare mette in risalto la non opportunità da parte del governo dell’utilizzo della delega su una materia così fondamentale in termini di reale democrazia quale è l’istruzione, “non sarebbe forse più corretto un ampio dibattito parlamentare ?”
Sen. Sudano: “Noi ci adeguiamo alle posizioni generali della Casa delle Libertà. Facciamo osservazioni nel dibattito interno, nei lavori di commissione, ma accettiamo il quadro generale.”
Nano: “Parliamo allora proprio di cose concrete, sulle quali abbiamo grosse preoccupazioni, previste nella legge delega o nella relazione Bertagna. Per quanto riguarda la scuola elementare, l’anticipo a 5 anni e ½ o la possibilità di iscrizione a 7 anni, a discrezione delle famiglie, con un arco temporale di 16 mesi di diversità nelle età degli alunni della stessa classe. La scelta che si dovrebbe compiere a 13 anni tra il canale di istruzione liceale o di formazione professionale, con i rischi di una diversificazione sociale fortissima. Più in generale è sensato fare una legge delega sulla scuola ? “
Sen. Sudano: “Le sue mi sembrano osservazioni serie. Sono stato insegnante… il processo di modulazione nelle elementari non mi sembra però determinante, bisogna valutare caso per caso la reale situazione del bambino. Sulla scelta del canale a 13 anni mi sento invece di sostenere le sue perplessità, chi non è ricco non sceglierà i licei. Per quanto riguarda la delega deve tener presente che in Parlamento noi del PdL abbiamo una forte maggioranza; non si può vincere nelle piazze come vuol fare la sinistra. Noi vogliamo accelerare i cambiamenti in atto, l’opposizione con il tentativo di costruire una opposizione di piazza, ci costringe a utilizzare la delega. In generale non condivido la delega ma è l’unica soluzione”
Nano: Le faccio notare che le nostre firme non sono né di destra né di sinistra ma rappresentano una preoccupazione diffusa nelle scuole da insegnanti e genitori a prescindere dal loro orientamento politico”
Sen. Sudano: Condivido il ragionamento : la scuola è di tutti e riguarda tutti”
Nano: Per quanto riguarda l’anticipo alle elementari, 66 o 82 mesi di età, non sono uguali, specie sul piano relazionale”
Varaldo: “La reazione del paese non è soltanto gestita dall’alto o dal sindacato; è spontanea. I genitori hanno contrarietà sul merito. Se non si frena ascoltando i cittadini e si taglia indiscriminatamente si va alla rottura. Lei dice che la delega viene imposta anche da una situazione in cui esiste una forte opposizione e allora si tenta un’accelerazione: ma dove si vuole portare il Paese, allo scontro? Nel 1997 si è abolito il limite dei 25 alunni per classe e di 20 in presenza di un portatore di handicap, se il governo ristabilisse una norma come questa si verrebbe incontro a delle preoccupazioni reali e la gente riconoscerebbe subito un gesto simile come un gesto che va nel senso dello sviluppo della scuola pubblica…. Perché irrigidirsi ?”
Sen. Sudano: “C’è una organizzazione che crea il dissenso, e il Parlamento non deve essere svuotato delle sue prerogative dalla piazza e dalla delega ”
Varaldo: “Ma il Parlamento deve tenere presente il disagio”
Sen. Sudano: “Quando non è manipolato … la tematica della scuola pubblica – privata ha creato il nodo della disputa”
Tessari: Per tornare su problemi concreti toccati dalla legge delega e/o dal documento Bertagna vorrei sapere il suo parere sul pericolo di smantellamento del tempo pieno nella scuola elementare. Abbiamo letto l’ipotesi delle 25 ore settimanali garantite obbligatorie e, in aggiunta, delle 300 ore facoltative, la cui offerta sarebbe obbligatoria da parte delle scuole organizzate in rete o da parte di agenzie private esterne, ma la fruizione resterebbe discrezionale da parte delle famiglie. Non trova che tutto questo potrebbe essere discriminante proprio nei riguardi delle famiglie nelle quali anche la mamma lavora o in quelle a reddito più basso ?”
Sen. Sudano: “E’ una preoccupazione reale che condivido. Per ora si tratta solo di ipotesi di lavoro; è necessario far entrare Comuni e Regioni che devono attivarsi. Condivido le preoccupazioni ma là sta la soluzione; nella stesura della legge delega prevalgono i burocrati più del ministro, occorre vedere i decreti applicativi”
Varaldo: “Lei dice che Regioni e Comuni dovranno attivarsi, ma nello specifico questo significa già che in alcune Regioni si privilegia la scuola privata. Nella mia Regione poi, i soldi vengono dati anche ad associazioni che non hanno nulla a che vedere con la scuola, e questo con il pretesto della formazione. Di fatto si alimenta la speculazione, speculazione economica nella scuola. Il rischio è che ogni Regione faccia la propria scuola. Basterebbe che nel testo della legge comparisse la conferma della 820/71 sul tempo pieno”
Sen. Sudano: “Posso farmi carico di un ordine del giorno al governo che lo impegni a dare una soluzione al tempo pieno”
Varaldo: “La soluzione è molto semplice, non richiede ordini del giorno ma semplicemente basta scrivere che il Tempo Pieno è confermato come da legge 820/71”
Sudano:“Io esaminerò se si può confermare la 820/71”
Nano: I sindaci dei 7 comuni dell’area che rappresento oggi qui ( alcuni con amministrazione di centro-sinistra, altri di centro-destra, sono tutti contrari nel demandare tutto questo ai comuni. “Nel nord-ovest sono 200 i comuni che hanno espresso contrarietà. Forse non ci sono le gambe ….“
Varaldo: Forse tutto ciò vorrà dire chiudere i servizi ?”
Sen. Sudano: Mi farò carico di prendere in esame i punti più critici. Non posso mettere in discussione lo schema di base”
Varaldo: Nell’altra legislatura il centro-sinistra era accusato dal centro-destra di blindare la legge Berlinguer Oggi voi fate lo stesso. Bisogna aprire la discussione sui principi. Veniamo ai titoli di studio che oggi esistono e che hanno valore legale. Oggi il titolo di geometra, perito … sono di riferimento sia per il lavoro, sia per il prosieguo degli studi, domani NO … ma allora perché fare questi studi? Oggi questi istituti, nazionali e non regionali, sono segni di unità nazionale, legano la scuola ai contratti di lavoro collettivi”
Sen. Sudano: “Non posso distruggere il senso politico della legge. Possiamo solo correggere alcune cose”
Tessari: “Cosa pensa dell’ingresso anticipato alle materne a 2 anni e ½ ?”
Varaldo: Quali meccanismi perversi metterebbe in atto, con la concorrenza tra le famiglie e la scelta lasciata a valutazioni che spesso non hanno nulla a che vedere con la reale maturità dei bambini!”
Sen. Sudano: “Bisogna garantire a tutti la scuola pubblica. Mi faccio carico di queste preoccupazioni ma all’interno della legge delega. Noi siamo una minoranza all’interno della maggioranza di governo, 30 eletti non possono cambiare l’impianto generale della legge, possono proporre miglioramenti e in questo senso sono disponibile a raccogliere anche le vostre osservazioni”
Varaldo: A me pare però che se nella legge fosse confermato il tempo pieno, si risolvesse il problema della precocità, se i diplomi fossero confermati, se la scelta del sistema professionale non fosse discriminante, se non ci fosse l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato equiparato … Sarebbe un’altra legge ! Quindi mi sembra legittimo quello che diciamo noi: bisogna ritirare la legge”.
Sen. Sudano: Posso dirvi che nella scuola questo dissenso reale esiste e bisogna raccoglierlo. Mi rendo conto che l’accelerazione impressa a queste trasformazioni è troppo forte, sarebbe meglio far maturare i processi più lentamente (e questo fa parte della nostra tradizione di ex-democristiani). Ma il governo ha però necessità di risultati e di riforme subito”
Nano: Nel colloquio che abbiamo avuto, prima di lei, con il Sen. Bevilacqua, emergeva la volontà da parte della maggioranza di inserire “elementi di concorrenza anche nella scuola, molto difficilmente quantificabili” Ma può funzionare questo nella scuola come in un prodotto commerciale?”
Sen. Sudano: In passato ho avuto la possibilità di lavorare nelle USL. Introducendo elementi di concorrenza con strutture private si è visto che le USL erano portate per emulazione a migliorare esse stesse. Nella mia esperienza, scuola privata significa scuola cattolica; quando un genitore sceglieva di mandare il proprio figlio in una scuola cattolica è perché quella gli dava una garanzia complessivamente positiva. Se oggi quel modello è fatto proprio dal pubblico, per esempio nella scuola della prima infanzia, questo è positivo. Oggi tutto è mercato, bisogna ritrovare il consenso sulle diverse possibilità : pubblico o privato“
Nano: Cosa pensa del parere negativo dato sulla legge delega del CNPI con 73 voti contrari a 1?”
Sen. Sudano: “Farò di tutto per migliorare la legge”

 

Incontro con la senatrice Maria Grazia Pagano, responsabile della scuola per i DS-Ulivo
Introduce Guido Montanari. Verbale a cura di Lorenzo Varaldo.
Presenti: Chieffa, Defeudis, Montanari, Nano, Tessari, Troiani, Varaldo
Guido Montanari: “Vorrei presentare brevemente la delegazione che rappresenta più di 10.000 firme raccolte in 19 province italiane (…) noi avevamo già avuto una posizione critica sulla legge di Berlinguer e oggi ci siamo riuniti di nuovo per combattere questa legge che a nostro modo di vedere rappresenterebbe un attacco senza precedenti alla scuola pubblica. In cartellina troverà un appello di docenti universitari che sostengono questa delegazione. Vorremmo discutere con lei le posizioni del vostro partito e entrare nel merito della legge”.
Sen. Pagano: “Certamente il contenuto della legge è molto grave e condivido le vostre osservazioni. Va però anche ricordato che c’è qualcosa oltre la legge, ci sono una serie di provvedimenti ordinari che vanno oltre la legge e che hanno già cominciato ad attaccare la scuola pubblica, come le norme contenute nella Legge Finanziaria”
Montanari: “Voi cosa state facendo concretamente per contrastare questa legge?”
Pagano: “Il nostro primo obiettivo è quello di farla slittare. Secondo noi si sono resi conto che non ce la faranno entro l’estate prossima e sta emergendo una tendenza ad incassare tutto quello che è possibile entro l’estate, ma se la legge non passerà allora si ventila l’ipotesi di fare dei decreti legge per cominciare ad introdurre degli elementi in questo modo, per anticiparli, come per esempio il pasticcio dell’anticipo a 5 anni e mezzo. (…) Questa legge è un pericolo serio e questo metodo ancora di più. L’accelerazione che si voleva imporre è stata frenata dalla reazione che c’è stata, pensavano di chiudere in una settimana ma hanno dovuto convincersi ad allungare i tempi. Per esempio anche la discussione in commissione terminerà, forse, solo la prossima settimana, poi si presenteranno gli emendamenti e solo successivamente si arriverà al voto in commissione.(…) Ho saputo che c’è una pressione indebita per non far passare gli emendamenti e per questo noi dovremo stare attenti a non presentarne troppi in commissione perché altrimenti non se ne discute nemmeno uno e si va direttamente in aula. (…) Bisogna far pressione sui collegi, capillarmente e territorialmente, cercando di fare arrivare ai senatori direttamente la mera di proteste che si stanno sviluppando. Questa questione sta per far scoppiare la maggioranza (…) Per esempio il senatore Asciutti (presidente VII Comm., FI) è contrario all’ingresso precoce. Tutti gli interventi della maggioranza, tranne Valditara (AN) che mi ha chiamato preoccupato per la vostra azione, molto vasta nel nord, per quello che state facendo, tranne lui c’è per esempio Bevilacqua che è contrario, ma è chiuso dalla maggioranza. (…) La nostra azione è rivolta agli emendamenti, ma l’ostruzionismo vero e proprio ce lo riserviamo per l’aula. A livello di coordinamenti ecc. bisognerebbe prevedere una manifestazione per esempio qui a Piazza Navona quando la discussione andrà in aula. Il governo Berlusconi deve capire che il vento non gira bene, neanche sul suo elettorato per la scuola. (…)
Montanari: “Ma questa manifestazione nazionale chi la potrebbe convocare?
Pagano: “Per esempio i comitati”
Varaldo: “Certamente penso che questa manifestazione dovrebbe vedere tutti i comitati uniti. Mi sembra però anche necessario che essa venga convocata da tutti i sindacati”
Pagano: “Penso che i sindacati abbiano già in progetto uno sciopero sulla questione degli organici e del contratto”
Defeudis: “Vorrei capire meglio perché il senatore Valditara teme il movimento”
Pagano: “Perché vede che nella sua zona c’è una mobilitazione enorme e che questa mobilitazione non riguarda solo le persone che non appartengono al suo elettorato, ma anche della gente che lo ha votato, anche gente che non ha nulla a che vedere con i DS o con il centro-sinistra”
Chieffa: “Vorrei ritornare sulla questione sindacale. Io penso che il ruolo delle associazioni e dei comitati sia molto importante, ma penso anche che il sindacato debba fare la sua parte, debba assumersi le sue responsabilità che sono ben differenti. La possibilità di mobilitazione di un sindacato è ben diversa, e quindi sono ben diverse le responsabilità che ha in questa situazione”
Pagano: “Va considerato che la pressione che si può fare territorio per territorio, zona per zona, può avere un effetto molto destabilizzante, può davvero produrre dei risultati”
Varaldo: “Questa posizione molto netta contro la legge da parte dell’opposizione penso che sia molto importante. Vorrei però porre una questione a proposito di alcuni interventi di esponenti dell’Ulivo, come il senatore Tessitore, che in VII Commissione hanno dichiarato che la legge deve essere approvata in tempi brevi. Francamente questo crea sconcerto e vorrei approfondire”
Pagano: “Tessitore è un indipendente eletto nelle liste dell’Ulivo ed esprime posizioni che non sono quelle ufficiali del gruppo. Io sono la responsabile e le posso assicurare che le decisioni vengono prese dal gruppo. La posizione dei DS è contro la legge. In questo momento in commissione non possiamo presentare troppi emendamenti perché altrimenti il governo li potrebbe bloccare e noi potremmo avere un effetto opposto, cioè accelerare l’invio della legge in aula. Ma comunque presenteremo degli emendamenti già in commissione e poi daremo battaglia in aula.
Montanari: “Vorrei comprendere meglio a cosa sono finalizzati gli emendamenti: a rallentare l’iter, a fare un’altra legge, a correggere questa?
Pagano: “Noi siamo per fare di tutto per bloccare questa legge. Gli emendamenti sono lo strumento parlamentare che abbiamo. Da questo punto di vista non abbiamo nemmeno presentato un’altra legge perché oggi la priorità è bloccare questa”
Varaldo: “Ma i Verdi hanno presentato una proposta alternativa che riprende la legge Berlinguer”
Pagano: “Questo serve per introdurre dei nuovi elementi e allungare la discussione. Per noi la priorità è bloccare questa legge perché rappresenta un attacco alla scuola pubblica”
Montanari: “Ma Berlinguer nella sua legge riconosce la sussidiarietà, che è un principio di attacco alla scuola pubblica”
Pagano: “Noi abbiamo messo al centro l’Autonomia e su questa strada vogliamo impugnare la riforma del titolo V della Costituzione perché con la riforma Moratti l’Autonomia viene messa nell’angolo”
Montanari: “Uno dei punti più gravi di questa legge è la regionalizzazione degli istituti professionali e l’alternanza scuola-lavoro o l’apprendistato, che vogliono dire la sostituzione della scuola con il lavoro”
Pagano: “Effettivamente le cose stanno così. Sarebbe un disastro. La tendenza verso cui vogliono andare è quella del modello lombardo, è quella di appaltare la scuola ai privati”
Montanari: “Ma questo può avere delle conseguenze molto gravi, anche perché si inserisce in un contesto di distruzione delle conquiste e di abbassamento delle garanzie enorme. Se pensiamo per esempio che in tutta Europa si afferma la precarietà e che in Francia, nella Francia della Rivoluzione, una legge ha reintrodotto la possibilità di avviare i ragazzi al lavoro a 13 anni tramite questa alternanza, ci rendiamo conto che la direzione è davvero preoccupante. Qui si tratta di abolire norme e divieti che stanno alla base delle conquiste dei lavoratori”
Pagano: “Sono d’accordo con voi, questo processo va contrastato”
Chieffa: “per contrastarlo non è sufficiente l’opposizione in Parlamento. Ci vuole una manifestazione nazionale con una parola d’ordine chiara: per il ritiro della riforma. Penso che questa questione della parola d’ordine semplice e chiara sia centrale se si vuole davvero fermare e contrastare questo processo”
Pagano: “In questo momento sono d’accordo con voi, poi si potrà vedere, ma ora bisogna fermare la legge”
Montanari: “Questa posizione molto netta ci trova concordi. Ci interroghiamo su certe posizioni che abbiamo visto in alcuni documenti di gruppi più locali che invece introducono la discussione su quale riforma sarebbe giusta, su come cambiare la scuola ecc…secondo noi questo è un terreno da evitare in questo momento, perché esistono solo le condizioni per unirsi e fermare questa legge.”
Pagano: “Le posizioni per una giusta legge in questo momento sono sbagliate”
Varaldo: “Lei sottoscriverebbe un appello per una manifestazione nazionale nell’unità di tutti i sindacati, le associazioni i comitati ecc. per il ritiro della riforma Moratti?”
Pagano: “Sì, certamente”
Nano: “Quale peso può avere il voto del CNPI che si è espresso quasi all’unanimità contro la legge?”
Pagano: “E’ un voto che può pesare molto. La Moratti non se lo aspettava e certamente costituirà un ostacolo per la legge.”

 

Incontro con il Sen. Luigi Berlinguer
Introduce Guido Montanari. Verbale a cura di Rita Defeudis.
Presenti: Chieffa, Defeudis, Montanari.
Montanari: “Senatore, alla luce di quanto enunciato noi diciamo NO alla riforma Moratti e ci sembra che questo attacco ben determinato e preciso si inserisca in un disegno europeo di pressione per la destrutturazione dei servizi pubblici statali e quindi Le chiediamo cosa state facendo come opposizione contro questa riforma?”
Berlinguer: “Intanto puntualizzerei che è totalmente sbagliato chiamare quella cosa “Riforma”; è un diversivo poiché il Governo ha attirato l’attenzione su questo testo copiato da un testo che già esisteva e per chi fa l’insegnante negare la fonte vuol dire plagio. Sostengo che quell’elaborato è stato redatto per allontanare l’attenzione della gente da una serie di Atti che si sono susseguiti e che continuano ad essere emessi. Si pensi al soffocamento dell’Autonomia e la burocratizzazione degli organici”
Montanari: Non è il nostro caso, perché questa riforma non può essere ritenuta tale”
Berlinguer: “E’ bene definirlo “Pasticcio Moratti”. Si deve porre attenzione sugli atti concreti. Cosa faremo noi? Abbiamo presentato una mozione nella conferenza dei capigruppo e tutti hanno firmato. Questo si ripercuoterà al Senato e poi alla Camera. Su questa Legge Delega è in corso battaglia per una approvazione in tempi rapidi ma al più presto arriveremo per metà giugno e quindi non si vedrà applicazione per il prossimo anno scolastico. Un altro passaggio di azione contraria è aver preso contatto con le Regioni con governo di centro-sinistra che ci hanno garantito il loro No in base all’art 5. Attueremo un “contrasto duro” che si snoderà con la presentazione in VII Commissione di una serie di emendamenti a nome dell’Ulivo, di conseguenza ci sarà una lunga battaglia sulle questioni fondamentali. Quindi opereremo con un “comportamento che eviti di far cadere i punti base nell’opera di contrasto”. Noi non vogliamo che venga approvata questa Legge ma soprattutto la Delega. Siamo altresì consapevoli che tutte queste azioni di contrasto in Parlamento non avranno successo se non ci sarà una spinta dalla società. Unico modo per avere successo è quello di viverla badando che la spinta sociale sia forte”
Montanari: Noi siamo uno di questi movimenti, ma siamo perplessi perché certi movimenti agiscono per ottenere una “giusta riforma” della scuola, ciò vuol dire accettare la discussione e può arrivare a porre compromessi solo formali, ma far passare comunque la distruzione! La nostra ipotesi per attuare un’azione forte che coinvolga tutti è la realizzazione di una manifestazione nazionale Chi può convocarla, i sindacati? Cosa ne pensa?”
Berlinguer Sì, i sindacati e noi siamo disponibili ad un’azione consistente, ma ho timore che non siamo capaci di organizzare tutto ciò prima dell’estate e per due motivi. Il primo perché gli studenti sono in fase di chiusura con gli impegni scolastici; il secondo perché anche gli insegnanti sono presi dagli adempimenti finali scolastici Ma voglio precisare che in questa città ci stiamo mobilitando per fare opposizione a questa riforma con i DS, quindi c’è molto contrasto alla linea Moratti, ma i media non danno risalto all’operato”
Montanari: Senatore, sa che la nostra mozione è una di quelle che ha raccolto più rapidamente un gran numero di firme, e questo perché abbiamo un obiettivo chiaro: NO a questa legge, noi chiediamo chiaramente il ritiro. altre mozioni risultano più deboli e non vanno fino in fondo Noi siamo sempre chiari indipendentemente dal colore del Governo ci battiamo per la difesa della scuola pubblica statale ed il suo potenziamento”
Berlinguer: “Lo so, vi conosco, vi ho seguito e vi leggo ancora. Noi facciamo comunque contrasto su tutti gli atti per far sì che questa Legge Delega non passi e mobilitare il sociale sarebbe utile per porre in difficoltà questo Governo e non far passare queste misure. Non possiamo muoverci solo sulla linea del NO perché bisogna poi fare una proposta, altrimenti sarebbe una linea debole. Noi diciamo un No alternativo chiedendo il ripristino di tante cose che adesso non vanno come ad esempio l’esame di maturità. In questo senso noi intendiamo usare bene l’Autonomia curricolare perché con essa la scuola può vivere la vera Riforma”
Montanari Questo veramente ci preoccupa non poco e siamo anche preoccupati dalla realizzazione dell’Autonomia nel quadro del principio della sussidiarietà affermato dalle recenti modifiche del titolo V della Costituzione …”.
Berlinguer: So quello che avete pensato nel passato. Vi conosco bene. Noi oggi pensiamo che l’Autonomia sarà la leva per lo scacco alla Moratti. La sussidiarietà è un principio sacro.”
Montanari: Senatore sa che con questa Legge il Tempo Pieno sarà abolito e gli Enti Locali suppliranno con le cooperative: ciò sarà una pezza che non risolverà il danno sul piano della qualità che la scuola avrà perso. Noi vogliamo che siano ripristinate tutte quelle cose che sono state tolte come ad esempio il numero di 20 bambini + hc e di 25 per le altre. Ci sono anche dei dirigenti e degli ispettori di area DS che dicono che è giusto così. I danni fatti da ogni Finanziaria non sono più stati corretti”
Berlinguer: Noi abbiamo sempre sostenuto che non devono sussistere classi con 13/14 alunni. Ma vogliamo più insegnanti di sostegno di ruolo e la Riforma sull’handicap è andata avanti solo in parte perché si dava l’handicap ad alunni che non ne avevano bisogno. Su ciò c’è stata divisione. Ora loro con il DM che fissa gli organici si basano sulle ore assegnate e quindi questo comportamento porta all’esternalizzazione”
Montanari: Senatore noi crediamo si debba puntare ed avanzare su ciò che ci unisce”
Defeudis Senatore perché secondo lei non c’è pubblicità esterna a tutte le iniziative d’opposizione alla Legge, organizzate sia come DS sia come Capigruppo, sia ad altri livelli, che ci sono e lei ci ha elencato? Come si può pensare di avere appoggio e spinta sociale se non si evidenziano, pubblicizzano ed organizzano tutte queste iniziative? Così si rischia di fare molto rumore per nulla”
Berlinguer Guardi non so, non è semplice”
Defeudis: “Appare evidente anche a lei che il “Pasticcio Moratti” decreta la privatizzazione del sistema scolastico? Cosa rimarrà della scuola pubblica statale?”
Berlinguer: Questa strada è già ampiamente avanti basti pensare all’unificazione avvenuta con la Lg 62 riguardante l’unificazione della terza e quarta fascia nelle Graduatorie Permanenti, oppure basti pensare a quanti elementi di esternalizzazione si stanno introducendo nella scuola; da qui il passo diventa sempre più breve”
Montanari: A proposito delle dichiarazioni del sen. Tessitore in VII Commissione sulla possibilità di emendare questa legge e approvarla in tempi brevi, lei cosa ne pensa?””
Berlinguer: Lui è indipendente è non rappresenta l’idea di tutto il Gruppo”
Montanari: Allora senatore lei è d’accordo per organizzare una Manifestazione Nazionale per sostenere NO alla Riforma Moratti?”
Berlinguer: “Sì bisogna sollecitare i sindacati, noi poi ci uniremo ad essi!”

 

Incontro con il Sen. D’Andrea (Margherita)
Introduce Guido Montanari. Verbale a cura di Claudio Tessari.
Presenti: Ciocca, Montanari, Nano, Tessari
Montanari: Presentazione della delegazione e delle firme raccolte, dei loro scopi, consegna della documentazione appositamente preparata dal Md500. In particolare mette in risalto che “Noi siamo qui per richiedere che la legge venga fermata, si fermi la delega, si avviino azioni contrarie, e per chiedervi quali posizioni state assumendo e come pensate di agire in futuro”
Sen. D’Andrea: Ci consegna il testo integrale del suo intervento in VII Commissione del giorno precedente. “ Mi sembra di essere su posizioni molto vicine a quelle che mi avete esposto e che ho già letto in parte dei vostri documenti, sia di merito che nel merito. In commissione stiamo svolgendo la discussione generale che si protrarrà fino a martedì – giovedì della settimana prossima. Dopo fisseremo i tempi necessari ad affrontare gli emendamenti. Dal 28 maggio inizierà l’esame degli emendamenti e in quel momento sapremo se la maggioranza intende blindare il testo della legge. Noi faremo sicuramente un emendamento contro la delega come strumento per la definizione dei principi generali sulla scuola. Vedremo se questo metodo verrà attenuato, in caso contrario mi risulta difficile pensare ad un confronto sul merito. Condivido la vostra contrarietà alla filosofia della diminuzione della centralità della scuola pubblica, attuata con tagli sui finanziamenti, assenza di stabilità delle norme ( vedi sugli esami di stato che in 3 anni sono continuamente cambiati ). La logica seguita da questi interventi è che “se si deprime il sistema pubblico il privato ben supplirà. Forse a molti è sfuggito ma nel DPF dello scorso anno si dice che dalla privatizzazione delle strutture formative si possono creare numerose occasioni di lavoro privato. Io non condivido questa impostazione. Ma è difficile combatterla in quanto viene fatta avanzare in modo dissimulato; senza confrontarsi. Come uscirne? Non condivido il vostro giudizio sulla riforma Berlinguer che ancora oggi è norma di legge. Il sistema aveva bisogno di una Riforma, specie la scuola superiore.Il sistema dei moduli invece ha generalmente funzionato, perché istituire un docente coordinatore? Quello che possiamo fare è affrontare un discorso di merito per dare soluzioni più digeribili di quelle proposte dal governo. C’è un quadro critico molto diffuso. Mi sembra che il governo sia più preoccupato di correre per arrivare a un sì del Senato utile ad anticipare alcuni provvedimenti per l’anno 2002-2003. Punti critici. Di metodo: la delega e l’assenza di coperture finanziarie. No all’anticipo della materna e poi del resto a cascata fino ai 12 anni e ½ della scelta sulla “ vocazione“ perché a quell’età prevalgono ancora le ragioni ambientali su quelle personali. No alla rigidità del doppio canale, la competenza alle Regioni è di difficile gestione, ci sembra di tornare indietro negli anni. No alla cancellazione dell’obbligo scolastico. Anche il V anno delle superiori (liceale e di formazione professionale) è poco chiaro nel suo senso. Ma noi vorremmo fare uno sforzo costruttivo proponendo delle soluzioni alternative a quelle del governo senza dire solo NO. Come opposizione abbiamo proposto una mozione che sarà in discussione al Senato mercoledì sera o giovedì sui problemi generali della scuola”
Nano: Due domande. Nel dialogo con il Sen. Sudano abbiamo verificato come anche nella maggioranza alcuni elementi come la scelta del filone a 13 anni siano considerati discutibili. Viceversa il Sen. Valditara afferma che la legge non cambia quasi nulla nelle materne, elementari e superiori, mentre la media esce rafforzata nel suo ruolo. Come la vede lei?”
Sen. D’Andrea: Voi siete tarati sul documento Bertagna. Ma ci sono differenze con la riforma 2, e allora Valditara può sostenere questo. In generale si può sostenere che Alleanza Nazionale ha più a cuore la soluzione pubblica rispetto a Forza Italia. Ma non rinunceranno alla Riforma, cercheranno di ammorbidirla. Bevilacqua è più autonomo e più critico rispetto alla Riforma. Mi ha colpito il dissenso di Favaro (FI) sull’anticipo e il doppio canale, ma nel momento finale del voto si allineerà. Il CCD è in grande difficoltà per esigenza di coerenza con quanto è avvenuto in Consiglio dei Ministri dove la sua rappresentanza ha avallato la legge delega. Ma hanno delle forti opposizioni interne da parte del loro elettorato, specie contro l’anticipo. Se si imporrà la disciplina di partito nella maggioranza andranno avanti con piccole modifiche”
Ciocca: “Cosa pensa della nostra preoccupazione sui piani di studio affidati alle regioni, frutto della modifica all’articolo 5 della Costituzione ?”
Sen. D’Andrea: Non è così; viene affidata alle regioni unicamente la formazione professionale, non cambia nulla rispetto a prima in questo senso; in più si distinguono le competenze dello Stato nell’emanare le norme generali sull’istruzione, e quelle delle Regioni: le norme attuative. Su questo io penso utile questa distinzione se la intendiamo in alcuni settori, tipo l’edilizia scolastica. Non mi convince invece relativamente ai piani di studio e alle quote, punti sui quali bisognerebbe passare piuttosto attraverso gli organi della autonomia scolastica per collegare il patrimonio culturale del territorio alla scuola”
Montanari: “Noi siamo per una scuola pubblica nazionale con programmi nazionali, piuttosto che per una scuola regionale e scomposta. Abbiamo inteso che l’On. Tessitore (indipendente DS), sarebbe favorevole a una approvazione a tempi brevi della Riforma Moratti, non ritiene questo dannoso? Quali sono invece le possibilità reali di costruire una resistenza? Sareste favorevoli ad aderire a una manifestazione unitaria che avesse come parola d’ordine NO alla riforma Moratti?”
Sen. D’Andrea “Se i sindacati si assumessero l’iniziativa ci potremmo raccordare. In ogni caso non deve essere una iniziativa che parte dall’opposizione ma dalla base, partendo dai contenuti a prescindere dagli schieramenti. Giudicheremmo in questo senso la specifica piattaforma. In ogni caso io giudico positiva la mobilitazione della società su questi temi anche se rende ovviamente più difficile il nostro lavoro Purtroppo oggi non vedo nelle O.O.S.S. questa volontà mobilitativa e una iniziativa, se costruita , dovrebbe essere in difesa della scuola pubblica, non su problematiche contrattuali. Ritengo che la maggioranza abbia innescato un ciclo negativo senza uscita: ricorso alla delega per la mancanza delle coperture finanziarie, irrigidimento su questa posizione, crescita dunque dell’opposizione istituzionale, delle O.O.S.S., della base, vicolo cieco per tutti.”

 

Incontro con Mauro Romanelli (responsabile scuola dei VERDI al Senato, M.R.)
Introduce Guido Montanari. Verbale a cura di Montanari
Presenti: Montanari, Nano, Tessari, Troiani
Montanari: “Ai Senatori della maggioranza abbiamo espresso le nostre preoccupazioni rispetto ai contenuti distruttivi per la scuola pubblica contenuti nella legge delega. Ai Senatori dell’opposizione abbiamo chiesto quali sono le iniziative in campo per opporsi a questa legge. A voi dei Verdi in particolare chiediamo come si concilia l’opposizione alla legge con la presentazione di un progetto di legge alternativo?”
Romanelli: “Una legge alternativa non vuol dire non poter lottare contro la legge della Moratti. Vogliamo contrastarla con un altro progetto. Vogliamo riprendere la parte migliore della legge Berlinguer. Faremo anche un’opposizione in parlamento. Faremo emendamenti in Commissione per ritardare e per migliorare la legge in discussione, ma stiamo elaborando 10 proposte più ampie da sottoporre alla discussione. Siamo preoccupati dal fatto che inoltre molte norme importanti come quella sulla maturità siano passate nel Parlamento semplicemente come norme di risparmio della Legge finanziaria senza un vero dibattito democratico.”
Montanari: “Cosa pensate della proposta che abbiamo sottoposto ai sindacati e ai partiti dell’opposizione di organizzare una grande manifestazione nazionale in difesa della scuola pubblica?”
Romanelli: “Siamo disponibili a partecipare alla manifestazione nazionale, anche se, oltre all’opposizione, non si è trovata molta unità sulla scuola.”
Montanari: “Cosa propone il vostro disegno di legge?”
Romanelli: “La nostra proposta fa l’«occhiolino» a Berlinguer. Sui cicli propone il 7+5, l’obbligo scolastico fino a 18 anni, lo sviluppo dell’autonomia, ecc. Proponiamo anche che le singole scuole, i Consigli di Istituto, di Circolo, in virtù dell’autonomia, chiedano di essere sentiti nelle audizioni pubbliche della VII Commissione. Noi mettiamo in primo luogo le risorse. Proponiamo un patto istituzionale di tutte le forze per il potenziamento della scuola e della ricerca. I fondi che il governo precedente aveva recuperato attraverso il risanamento dei conti pubblici sono finiti a pioggia per finanziare il risparmio delle tasse dei ricchi. Noi proponiamo che i risparmi recuperati nella politica economica siano utilizzati invece per una politica di sviluppo.”

 

Incontro con le onorevoli Alba Sasso e Giovanna Grignaffini, responsabili scuola dei DS alla Camera
Introduce: Ferruccio Nano. Verbale a cura di Guido Montanari
Presenti: Ciocca, Montanari, Nano, Tessari.
Nano: Introduce brevemente le motivazioni della delegazione e ricordando le firme raccolte, i documenti presentati e il ruolo svolto a livello locale nella organizzazione del diffuso rifiuto nei confronti della «riforma» della scuola in discussione.
Grignassini: “Mi devo per prima cosa scusare del poco tempo che vi potremo dedicare a causa dei lavori alla Camera che stanno riprendendo. Mi fa molto piacere incontrarvi, ma voglio essere anche molto chiara. Ho letto con attenzione i vostri documenti e ci sono aspetti che condivido pienamente, altri meno. In particolare mi lasciano perplessa le vostre posizioni sull’Autonomia e sulla Parità scolastica. Sono stata insegnante e mi sembra di conoscere abbastanza bene cosa succede nelle scuole. Non dobbiamo sottovalutare quello che sta accadendo: 12 miliardi sono stati dati alla scuola privata e soprattutto la Moratti ci chiama a discutere di una «grande» riforma e poi attraverso una serie di piccoli provvedimenti amministrativi distrugge tutto l’impianto che consente alla scuola pubblica di funzionare (vedi per esempio i tagli della finanziaria, la modifica dell’esame di maturità, ecc).”
Sasso (ex presidente nazionale del CIDI): “Questo governo è nemico dell’Autonomia. In pratica ricentralizza la scuola nel modo peggiore attraverso la costruzione di un «catena dell’obbedienza» basata sui dirigenti che diventano rinnovabili di anno in anno e in definitiva diretti controllori del governo sulle singole scuole. Questo mette in discussione la libertà di insegnamento. A questo si aggiungano i tagli di organici. La difesa dell’Autonomia a livello di scuole può essere un modo per rispondere: per esempio attraverso il movimento degli Istituti comprensivi (lasciamo stare se di 7 o 8 anni). La questione che adesso scoppierà sarà quella dell’anticipo nell’ingresso che è destinata a destrutturare la scuola materna, elementare , ecc. In Senato le audizioni delle singole scuole che noi sollecitiamo potrebbe costituire un rallentamento e un freno ai lavori della Commissione.”
Montanari: “Apprezzo molto la discussione che si è iniziata qui. Mi sembra molto franca e interessante. I temi sollevati meriterebbero ulteriori approfondimenti. Per esempio il tema dell’Autonomia: in estrema sintesi per noi costituisce il rischio di uno spezzettamento sul territorio della scuola pubblica, di una sua conferma della ineguaglianza, della distruzione dei programmi nazionali. Naturalmente sono temi sui quali bisognerebbe tornare, che non ho la pretesa di dare qui per risolti. Da parte nostra un primo tentativo di approfondimento è costituito dal «Manifesto per la difesa della scuola pubblica» che concretizza un largo dibattito tra insegnanti di ogni ordine e grado sui temi generali e di principio della scuola. In ogni caso il metodo del «Manifesto dei 500» e più in generale del Comitato di collegamento è sempre stato quello di mettere avanti le cose che ci uniscono per intraprendere iniziative comuni. Da questo punto di vista abbiamo verificato da parte degli esponenti della opposizione una grande disponibilità ad avviare azioni comuni contro la «riforma». tra cui potrebbe essere ipotizzabile una manifestazione nazionale. Voi cosa ne pensate?”
Grignassini: “Bisogna secondo me continuare nella costruzione di una mobilitazione continua, dal basso e diffusa, bisogna «costruire rete». Un ulteriore passo potrebbe essere di costruire insieme una delegazione dal Presidente della Repubblica. Sono d’accordo sulla manifestazione nazionale, ma ho delle perplessità sul farla ora che siamo a fine anno scolastico, si potrebbe fare a settembre, alla ripresa dell’attività.”
Sasso: Sono d’accordo e sono nel frattempo da tenere in conto tutte le altre iniziative. Quella di Barbiana sarà molto importante e potrebbe essere una tappa intermedia di una mobilitazione più larga.”
Grignassini: Bene: vi ringraziamo della disponibilità e manteniamo i contatti via e-mail per approfondire il dibattito e avviare le iniziative”.

 

Incontro con on. De Simone (responsabile scuola di RC alla Camera e Antonella Esposito assistente dell’onorevole)
Introduce Guido Montanari. Verbale a cura di Montanari.
Presenti: Ciocca, Montanari, Nano, Tessari.

Esposito: Mi spiace per la serie di disguidi che non ci ha permesso di incontrare di persona la De Simone. E’ molto interessata a quello che state facendo e mi ha incaricato di raccogliere le vostre proposte e di trasmettergliele (verrà poi a fine incontro a salutarci rapidamente perché impegnata in votazione e in commissione alla Camera. N.d.R.)”.
Montanari: “Introduce brevemente i contenuti del lavoro svolto dalla delegazione, consegna i documenti e chiede quali sono le iniziative comuni che si potrebbero avviare contro la «riforma» Moratti”.
Esposito: Disponibilità al confronto e ad approfondire i temi. Da parte nostra per ora prevediamo di organizzare un incontro il 3 giugno con i parlamentari qui a Roma invitando tutti i gruppi (CIDI, CGD, Cobas, CGIL, Studenti, «rete» ecc.) e naturalmente voi. Dovrebbero esserci 3 o 4 relazioni introduttive e poi la possibilità di confrontare le posizioni e le iniziative comuni. Manteniamo il contatto e avviamo la discussione”.

 

Incontro con Rita Candeloro Resp. CGIL-Scuola
Introduce: Ferruccio Nano. Verbale a cura di Guido Montanari
Presenti: Montanari, Nano, Tessari, Troiani.
Nano: “Il nostro rifiuto della «riforma» Moratti e della legge delega è esplicitato nei nostri documenti. Tra i punti principali ricordo la difesa del TP, il rifiuto dell’anticipo nell’ingresso alla scuola materna e nella separazione dei percorsi dell’istruzione e formazione professionale, ecc. Siamo qui perché riteniamo che il sindacato possa fare qualcosa contro questa legge e questo attacco alla scuola pubblica.”
Candeloro: Siamo d’accordo con i punti citati. Noi stiamo lanciando la battaglia contrattuale. Il contratto della scuola dell’autonomia, gestito in parte dalle singole scuole attraverso la contabilità autonoma. Domani saremo ricevuti dal Ministro e sarà una giornata importante. Sulla legge delega pensiamo che la canalizzazione precoce dei percorsi di istruzione e formazione professionale e l’alternanza scuola-lavoro siano folli. Per lo meno nell’apprendistato c’è un contratto di lavoro con delle regole, nell’alternanza non c’è niente. La legge delega riporta agli otto anni di scuola dell’obbligo, mette in discussione la validità del titolo di studio; introduce la valutazione del comportamento tra gli elementi di valutazione del profitto (il vecchio 7 in condotta). Siamo invece d’accordo sull’istituto nazionale di valutazione, sulla formazione degli insegnanti attraverso il tirocinio e le scuole di specializzazione post universitarie (SIS). Alla luce delle modifiche della Costituzione non è possibile l’uso della legge delega per la scuola. C’è un conflitto tra l’autonomia delle singole scuole e quella federale delle regioni (la questione è ora al vaglio dei nostri legali)”.
Montanari: Abbiamo constatato che c’è un terreno di accordo nel dire che questa legge non è accettabile. Cosa si può dunque fare insieme per fermarla?”
Candeloro: “Siamo per iniziative capillari e continue, non generali che si accendono come una fiammata e poi si esauriscono. Condividiamo le iniziative di molti gruppi e coordinamenti tra cui «+ scuola x tutti», CIDI, ecc. Altro elemento il rispetto dell’Autonomia delle scuole nei contratti, il discorso HP. Si tratta di costruire da per tutto una rete solida e diffusa. Gli strumenti vanno consolidati e decisi in comune”.
Montanari: “Quindi si tratta di costruire una mobilitazione e un obiettivo di lotta comune. Noi pensiamo ad una manifestazione nazionale voi cosa ne pensate?”
Nano: “Si tratta anche di coniugare i movimenti locali con la mobilitazione nazionale”.
Candeloro: “La nostra scelta è sempre di lavorare con gli altri sindacati confederali (CISL-UIL). Siamo pronti a scendere in campo per questa scadenza contrattuale. Una manifestazione ora forse è difficile a causa della fine dell’anno scolastico, ma siamo disponibili. Un nostro obiettivo è respingere la contrattazione separata personale ATA-docenti. Abbiamo anche il problema della Commissione per il codice deontologico (presieduta dal card. Tonini!) e anche da affrontare il problema dello stato giuridico dei docenti.”
Nano: “Anche noi e i coordinamenti che si sono formati siamo d’accordo a rivolgerci ai sindacati storici.”
Montanari: Noi crediamo che la difesa della scuola pubblica non sia riconducibile soltanto ai problemi del contratto pur importanti, ma anche agli aspetti politici legati alla difesa di una delle conquiste fondamentali dei lavoratori, base di una società democratica e che in quanto tali sono da fare proprie del movimento dei lavoratori nel suo complesso esattamente come l’articolo 18 e in generale tutti i diritti.”
Candeloro: “Sono d’accordo: la scuola è il nostro art. 18”.
Tessari: “Non potrebbe esserci da parte vostra una sorta di baratto tra le richieste del contratto e la legge delega?”
Candeloro: “Il problema è che questa legge, come del resto un po’ tutta la politica del governo, «ammicca» un po’ a tutti: il precocismo può piacere a qualcuno, il mantenimento dei 5 anni delle elementari a qualcun altro, la scuola lavoro ad altri ancora, ecc. Questo è il nostro problema si tratta di spiegare e fare chiarezza”.
Tessari: “Bisogna che sia chiaro che tavolo della contrattazione e legge delega sono due cose diverse che non possono essere messe sullo stesso piano”.
Candeloro: “Anche la legge finanziaria sembra dare qualcosa proponendo il pagamento dell’autoaggiornamento agli insegnanti, sembra essere un regalino. Del resto gli insegnanti hanno fatto l’esperienza di cosa vuol dire essere presi in giro da corsi di aggiornamento senza senso, vere perdite di tempo.”
Montanari: Certo noi non siamo qui per proporre iniziative avventuriste; riteniamo che una manifestazione nazionale vada preparata e costruita insieme, abbiamo verificato la disponibilità di senatori dell’opposizione, ma pensiamo che la responsabilità della convocazione sia soprattutto dei sindacati. Riteniamo che questo primo momento di incontro possa essere il punto di partenza per una collaborazione in questo senso.”
Candeloro: “Sono d’accordo, scambiamoci gli indirizzi e le e-mail per mantenere il contatto.”

 

Incontro con la segreteria nazionale della CISL-Scuola (presenti il Segr. Gen. Colturani, Guglietti, Colombini, Rossini)
Introduce Rita Defeudis. Verbale a cura di Lorenzo Varaldo.
Presenti: Carnevale, Ciocca, Chieffa, Defeudis, Montanari, Nano, Tessari, Varaldo
Defeudis: “Lo scopo della nostra delegazione è chiaro: più di 10.000 firme esprimono un sentimento di rifiuto della «riforma» Moratti. Con la sen. Pagano è emersa la possibilità di un’azione comune contro la «riforma». Come bloccare con voi questo progetto di legge che abbiamo definito di distruzione della scuola pubblica?”
Rossini: “Avete visto le nostre proposte. Le nostre critiche sono nel metodo (legge delega) perché impedisce il dibattito nel paese, evidenzia un arretramento pedagogico rispetto al modello dell’autonomia. Oltre tutto la quota regionale va al di là di quanto previsto dalla legge di modifica del titolo V della Costituzione. Nel merito: apparentemente non smonta nulla nell’attuale impostazione dei cicli, ma l’articolazione in bienni smonta tutta l’impostazione della scuola elementare. Tutta la legge è connotata da «precocismo». Su questi aspetti noi abbiamo iniziative a scala locale e nazionale. Voi che siete protagonisti da tempo sui temi della riforma sapete che non c’è sintonia sui temi della riforma tra le organizzazioni sindacali. Al momento un terreno comune di mobilitazione non l’abbiamo visto. Si tratta di generalizzare le posizioni espresse dall’insieme delle organizzazioni sindacali.”
Colombini: “Ripartiamo dalla storia. Il Vs. movimento è partito dalla scuola elementare poi si è allargato. Noi abbiamo organizzato un importante convegno il 6 marzo scorso sulla scuola dell’infanzia che appare il segmento più colpito. Altro problema è il pezzo della formazione professionale. Questa legge è all’insegna del mercato. Le critiche che avevamo fatto alla legge Berlinguer noi le rifacciamo pari pari a questa. Abbiamo dovuto lavorare sodo per inserire l’attacco alla scuola fra i punti dello sciopero generale. Sulla delega la posizione è forte e netta contro. Al governo basterebbe avere l’approvazione di un ramo del parlamento per poter far partire le iscrizioni già da quest’anno anticipate a cinque anni (e 2,5 nelle materne). Non vediamo negli altri partners sindacali un atteggiamento unico e deciso. C’è chi si accontenta di qualcosa sul contratto, oppure sull’anzianità di servizio. Sull’anticipo non ci sono state forti opposizioni. Sulle elementari nessuno parla. Il volumetto del Governo con la presentazione della «nuova scuola» è un tentativo di far passare la «riforma» utilizzando i media. Si impone anche una riflessione sulla scuola superiore e soprattutto sulla questione dell’anticipo della scelta per la formazione professionale.”
Chieffa: “Noi registriamo invece molta preoccupazione nella maggioranza, mentre le direzioni sindacali sembrano più indecise.”
Montanari: “Nell’incontro che abbiamo avuto con la CGIL ho avuto l’impressione di una grande disponibilità a mobilitarsi per fermare questa legge, e anche gli incontri con l’opposizione di ieri vanno in questa direzione. L’impressione è che ci sia una grande preoccupazione dei cittadini, non solo degli insegnanti, per quello che sta succedendo nella scuola, ma in realtà il problema travalica la scuola, poiché tutti si rendono conto che la riforma della scuola è collegata con l’attacco alle altre conquiste, tutti si rendono conto che la questione della scuola è una questione di civiltà, di diritti. La scuola pubblica è una conquista dei lavoratori ed è rimessa in causa con le altre conquiste. Per questo noi abbiamo detto che bisogna andare verso una manifestazione nazionale di difesa della scuola pubblica, realizzata nell’unità di tutti i sindacati, aperta a tutte le forze e a tutti i cittadini, perché la scuola non è solo un problema degli insegnanti o dei genitori. Abbiamo registrato disponibilità in questo senso, voi cosa ne pensate?
Colombini: “Bisogna fare attenzione a non ritornare alla legge Berlinguer, bisogna fare attenzione che queste manifestazioni contro questa legge non diventino un modo per affermare che bisogna tornare alla legge 30”
Rossini: “E’ vero che c’è una grande preoccupazione e che questa preoccupazione è generale sullo stato della scuola e sulle conquiste. D’altra parte è anche vero che l’opposizione non ha maturato una posizione alternativa definita a questa legge. C’è chi vorrebbe tornare alla Berlinguer, chi pensa che quella legge sia definitivamente annullata, i Verdi hanno presentato una loro proposta che ricalca la legge Berlinguer, il resto dell’Ulivo non ha presentato nulla e quindi c’è una grande differenza di posizioni sul futuro”.
Colturani: “Mi dispiace di essere arrivata in ritardo ma avevo l’audizione alla VII Commissione e arrivo adesso da lì. La mia impressione di stamattina è l’opposizione cerchi dei contatti, cerchi di superare una certa chiusura che si era verificato sulla legge Berlinguer, una difesa a priori. Mi sembra che si cerchi in qualche modo dei contatti, dei modi per stabilire dei rapporti anche con chi non condivideva la legge 30. Per esempio mi ha cercato l’Acciarini (DS) e anche Manzini (Margherita) per concordare degli emendamenti”
Guglietti: “Questo introduce direttamente una questione che mi sembra centrale: si può accettare una logica emendativa? Questa legge si può discutere per correggerla o è da rifiutare in tronco. Questo è un primo passaggio determinante, perché da esso discende poi il percorso che si può fare”
Varaldo: “Vorrei fare una riflessione un po’ più generale per poi cercare di arrivare a qualcosa di concreto. Giustamente si dice che questa maggioranza è molto forte in Parlamento, che hanno i numeri ecc. Tutto vero, ma esiste anche una maggioranza sociale di cui devono tener conto, e noi abbiamo verificato ieri direttamente, anche dalle reazioni personali dei senatori, che la maggioranza sociale dello sciopero generale, delle manifestazioni, quella che si esprime nelle assemblee, nelle mozioni, negli appelli come il nostro pesa. Oggi questo governo è in difficoltà perché ha cominciato a capire che la sua maggioranza in parlamento non è una maggioranza nel Paese. Dico questo perché una domanda è proprio questa: cosa fare perché la maggioranza del paese venga rispettata? Il secondo punto riguarda gli eventuali emendamenti. La nostra posizione è chiara, ritiro della legge perché è l’impianto complessivo che rimette in causa la scuola pubblica. Ma la cosa interessante è che questa posizione esce rafforzata dagli incontri in Parlamento. Diverse volte i senatori ci hanno detto che sono disponibili a emendamenti, suggerimenti ecc, purché non si mettesse in gioco l’impianto complessivo. Poi, entrando nel merito dei problemi singoli, hanno ammesso che, punto per punto, ogni problema da noi sollevato lascia in effetti perplessi anche loro. Ora, la domanda che ho fatto loro è semplice: ma se la maggioranza dei punti sono da riscrivere, come potete non vedere che è l’insieme della legge che non funziona? Dal nostro punto di vista, quindi, la logica degli emendamenti porta all’approvazione della legge, magari con qualche correttivo, ma in una logica che vedrà un attacco alla scuola pubblica. Rimane quindi la terza questione che volevo sollevare, quella più concreta: c’è una certa disponibilità a fare qualcosa per fermare la legge da parte di CGIL e UIL, in particolare sulla proposta di una manifestazione nazionale: voi cosa ne pensate?
Colturani: “Ci sono delle somiglianze tra la legge Berlinguer e questa, prima di tutto nel metodo: anche Berlinguer fece un legge quadro, una legge vuota che poi voleva riempire in seguito, e loro oggi fanno più o meno la stessa operazione. Questo è quello che ho cercato di spiegare stamattina e questo è un metodo generale che non funziona. C’è di nuovo un contenitore vuoto per cui è difficile ragionare su emendamenti quando l’impalcatura ha già questo difetto. Sulla manifestazione bisogna essere chiari. I rapporti con la CGIL non sono facili, la questione centrale è mettersi d’accordo su cosa manifestare. Certo sarebbe importante un percorso unitario, ma subito, perché i tempi sono stretti e potrebbero esserci dei passi preoccupanti già prima dell’estate. Ma per fare questi passi avanti va subito chiarita una cosa: ci vuole anche un lessico comune, un vero accordo sulle parole d’ordine. Lo dico chiaramente: se si tratta di unire le forze per un obiettivo comune bene, c’è la mia disponibilità; ma se si tratta di portare acqua al mulino degli altri non ci sto.
Carnevale: “Io penso che ci sia un aspetto su cui tutti comprendono che questa legge va bloccata, anche coloro che possono avere delle aspettative rispetto al testo della Moratti: la questione che su un tema come la scuola non si può procedere a colpi di decreti o di leggi approvate in tempi stretti, o di deleghe. Non c’è una condivisione e un approfondimento, non c’è chiarezza. Questo viene colto da tutti e su questo ci si può unire per chiedere di fermarsi, di riaprire la discussione, di fare una vera discussione.(…) Comprendo che è difficile organizzare la mobilitazione, ma se parte dai sindacati uniti, se c’è un accordo vero, se c’è chiarezza si può coinvolgere la gente”
Colturani: “Se c’è la disponibilità a discutere nel senso che dicevo prima da parte degli altri, io non ho preclusioni”

 

Incontro con Noemi Ranieri e Piero Bottale della segreteria nazionale UIL-Scuola
Introduce: Lorenzo Varaldo. Verbale a cura di Rita Defeudis
Presenti: Chieffa, Defeudis, Varaldo
Varaldo: “Presentazione…Noi rappresentiamo una parte della delegazione che tra oggi e domani sta avendo incontri con senatori e deputati e con i sindacati. Dagli incontri fino ad ora avuti abbiamo registrato che nella maggioranza c’è molto imbarazzo e difficoltà, mentre nell’opposizione oltre ad esternare un’aperta contrarietà si vuol prendere in considerazione la possibilità di una mobilitazione dei lavoratori con i diversi movimenti che ci sono e con i sindacati. Anche noi come Manifesto dei 500 auspichiamo si realizzi una mobilitazione così concepita, ponendo al centro i sindacati che hanno il compito della proclamazione; noi, come sapete, non abbiamo mai avuto la pretesa di porci al centro delle mobilitazioni ma abbiamo sempre auspicato l’unità sindacale per la difesa dei diritti dei lavoratori. Quindi una ipotizzabile manifestazione indetta per un sabato risulterebbe un’iniziativa di grande spessore”
Ranieri: Vi distribuisco questo materiale: sono cinque documenti specifici, relativi a proposte, partecipazione ed iniziative UIL ad approfondimenti, incontri, lavori inerenti la Riforma. Abbiamo cercato di rispondere e documentare critiche, contributi di scuole in rete, contributi di cittadini e di genitori per dar loro maggior coinvolgimento alla discussione sulla Riforma. Su un altro fronte abbiamo, come voi, domani, l’audizione in VII Commissione al Senato con CGIL CISL SNALS. Ci presentiamo con richiesta unitaria ma ognuno presenterà la propria posizione. Altro punto è che noi vogliamo assumere una posizione sul merito della questione riforma indipendentemente dal colore del Governo. Altro impegno della UIL, ed è un impegno tecnico, è che c’è un coordinamento costituito da 9 anni a sostegno della politica di qualificazione della scuola dell’infanzia nell’ottica della valorizzazione del settore, per evitare che si qualifichi il settore privato. In questo Coordinamento ci si è impegnati per tentare di arginare la frana assistenzialistica criticando:- il collocare su delibera degli Enti Locali l’avvio anticipato sia della scuola dell’Infanzia sia della scuola elementare; – la salvaguardia della scuola pubblica e la tutela della scuola elementare poiché vi sono due matrici diverse Bertagna e la Legge Delega e questo è il limite dell’operazione”
Varaldo: Bertagna è accantonato o no? La Legge Delega dà mandato e poi l’Aprea nei suoi interventi continua a sostenere che la Legge Delega si riempirà con le linee Bertagna”
Bottale: “La Legge Delega blocca il dibattito del Paese ma di fatto non è così perché ci sono 24 mesi per far ciò. Quindi in realtà chi è contro lo è solo pregiudizialmente”
Varaldo: Parliamo dell’anticipo: che senso ha a far iniziare i bambini a 2 anni e mezzo se c’è già la difficoltà ad accoglierli a tre?”
Bottale: “E’ un discorso di assenso del personale che c’era sulla Legge Berlinguer per l’obbligo a tre anni ora la Legge Delega appare più forte sulla proposta Berlinguer”
Ranieri: Un osservazione: la Moratti per la questione dell’infanzia mette a disagio gli Enti Locali che li pone contro se stessi che pur avendo i bilanci in positivo si farebbero concorrenza tra asili nido e la gestione dell’anticipo a due anni e mezzo”
Bottale: L’articolato della Legge su Bertagna sarebbe passato in 10 giorni!!”
Ranieri: “L’articolo 59/Autonomia realizzato con i regolamenti attuativi rende più chiare tante situazioni”
Varaldo: “Non appare così, infatti se prendiamo per esempio il T.P. ora non è definito nulla, si dice che sarà un tempo in qualche modo riempito, snaturando la vera valenza educativa del T.P. Vorrei tornare alla proposta della manifestazione con i sindacati ed i movimenti”
Bottale: “Ritengo non ci dovrebbero essere problemi in un quadro unitario”
Chieffa: “Penso sia di fondamentale importanza che tale manifestazione sia per il ritiro della Legge Delega
VaraldoVorrei chiedere anche una cosa che ritengo fondamentale per i lavoratori che si aspettano chiare risposte: perché c’è stato silenzio dopo lo sciopero? Quali azioni su questo tema? Io penso che tutto questo fiorire di movimenti sia positivo ma dispersivo ed il ruolo del sindacato sia quello di prendere iniziative. I lavoratori guardano ai sindacati e chiedono loro azioni forti che faccia capire che si sta agendo per la loro tutela. Ora si tratta di indire un’azione forte di visibilità, che mostri la volontà effettiva di difesa della scuola pubblica statale, che non chieda più sforzi economici ai lavoratori e che ponga al centro i sindacati col loro ruolo primario!”
Bottale e Ranieri: Prima di muoverci vorremmo sapere come vi siete mossi e quale aria tira nei Palazzo”
Varaldo: Spiega la nascita del Coordinamento Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica e racconta dei vari incontri avuti fino ad ora
Bottale e Ranieri: “Avete già fatto questa proposta agli altri Sindacati?”
VaraldoSì, stiamo facendo il giro delle segreterie”
Ranieri: “Io caldeggio questa posizione perché se tutto quello che viene fatto ossia incontri, dibattiti, resoconti su Internet, pubblicazione di documenti…etc…politicamente non basta per far decidere il Governo, vuol dire che non si esprime pienamente tutto tramite il dibattito, e ci vuole una spinta sociale maggiore. Bisogna valutare quest’iniziativa ed il suo impatto sia positivo, sia negativo e l’intreccio con l’iter Parlamentare per il rinnovo contrattuale. Inoltre c’è da considerare che se gli insegnanti condividono davvero, danno molto. Ritengo che la manifestazione debba partire dai nostri punti indicati sul volantino”
Varaldo: “Ma l’attenzione deve essere incentrata sul No alla riforma Moratti. Questo darebbe grande peso alla manifestazione e farebbe sì che la gente si mobiliti”
Chieffa: Il No alla riforma Moratti deve essere chiaro perché fino ad ora non lo è stato. Infatti gli scioperi fatti senza il porre in evidenza chiaramente l’opposizione alla Legge Delega non sembra abbiano sortito un effetto positivo”
Ranieri: “Io ritengo che l’alta adesione di sciopero si registra se c’è un problema grosso che interessa di volta in volta un settore. Ora sarebbe la volta della scuola dell’Infanzia e delle elementari per via degli anticipi. Ma ci sono genitori che si auspicano l’inizio anticipato…”
Chieffa: E’ un falso problema! Infatti non ci sono le strutture pubbliche e quindi si dirotterebbero i bambini alle private! Si sta facendo lo stesso errore di Berlinguer: terzo anno obbligatorio ma le scuole materne statali sono poche ed è stato necessario il ritiro del tutto!”
Ranieri: Questa situazione pone contrasti nei Comuni, pone fratture nelle responsabilità civili, elettorali, sociali e ciò dà problemi perché sono tutti contro tutti. Temo che questa Riforma possa inficiare il modello di scuola pubblica!”
Varaldo: Vorrei tornare sulla questione della manifestazione nazionale. Siete d’accordo a convocarla sulla parola d’ordine: No alla riforma Moratti!”
Ranieri: “Siamo disponibili a una manifestazione per la difesa della scuola pubblica e contro tutte quelle riforme che incidono sul carattere pubblico e nazionale”

 

Incontro con il prof. Massenti, vice segretario-generale dello SNALS, responsabile per il tema delle riforme
Introduce: Lorenzo Varaldo. Verbale a cura di Rita Defeudis.
Presenti: Carnevale, Chieffa, Defeudis, Varaldo
Introduce Varaldo: “Prima di tutto le consegno questa cartellina con tutti i nostri documenti e le posizioni che vorremmo discutere oggi”
Massenti: “Grazie, ma conosco già tutto, seguiamo regolarmente quello che ci inviate”
Varaldo: “In questi due giorni abbiamo incontrato anche le segreterie nazionali dei sindacati per confrontarci su cosa fare per fermare questa riforma. Usciamo adesso dall’incontro con la CISL che ha confermato una disponibilità già espressa dagli altri, da CGIL e UIL, per convocare una manifestazione nazionale per il ritiro della riforma e la difesa della scuola pubblica. Certo, ci sono delle differenze di analisi tra le varie segreterie, e anche di parole d’ordine, ma in generale c’è una disponibilità a mobilitarsi in questo senso. Vorremo sapere da voi che cosa state facendo e se siete anche voi disponibili in questo senso.
Massenti: “Voglio essere molto chiaro perché non si creino equivoci. Il “contro” non ci appartiene. Noi siamo prima di tutto per cambiare questo testo, per emendarlo, per cercare tutte le soluzioni per correggere le cose che non vanno. Certo, a questo testo così come è siamo contro, ma non siamo per buttarlo via, per chiederne il ritiro, siamo per tentare di modificarlo. Se poi non si riesce, se restano i punti critici, allora siamo contro. Comunque il tutto va inquadrato nella riforma della Costituzione, poiché a partire dalla norma della “concorrenza” tra Stato e Regioni si creano tutti i problemi che ora dobbiamo affrontare con la legge. Oggi le Regioni possono decidere di fare un sistema professionale autonomo in nome della riforma della Costituzione, e nessuno glielo può impedire. Quindi va fatta una legge che almeno dia un contorno generale a questo potere delle Regioni, che almeno dia i principi generali di cui parla la nuova Costituzione (…) Per assurdo è peggio questo testo di quello di Bertagna, perché si è persa una logica interna, una coerenza che seppur con enormi problemi delineava chiaramente un tipo di scuola su cui discutere. D’altra parte la legge di parità crea ulteriori problemi. Noi abbiamo detto che preferivamo la legge alla legge delega, ma se deve essere delega, se la delega sarà questa che hanno presentato allora ci opporremo nelle piazze. Si può stare all’interno della delega solo se ci sono paletti fissi: per esempio è necessario scrivere il tempo scuola dei vari percorsi. In secondo luogo se la quota nazionale e quella regionale formano insieme il POF allora siamo favorevoli, altrimenti siamo contrari. Terzo, tutto il personale deve restare allo Stato, con uno stato giuridico nazionale e un contratto nazionale. Dico che bisogna andare nella logica di fissare dei paletti perché se mi metto contro tutto il testo loro lo votano.
Chieffa: “Ma allora che cosa salvate di questa legge?”
Massenti: “il problema non è che cosa salviamo, ma è un problema di strategie. Oggi le luci di questa legge sono poche, ma se propongo di ritirare la legge loro la votano. Per esempio un punto su cui sono d’accordo è che i debiti vanno saldati. In realtà io faccio finta di lavorare per modificare, in realtà lavoro per cambiare completamente la legge. L’anticipo della materna, per esempio, non è accettabile, perché vanno a rompere l’unica cosa che funziona nella scuola italiana, la scuola materna appunto. Sulle elementari sono contro l’anticipo per legge, ma faccio della real-politik e vedo che molti oggi fanno la primina e allora dico sì, ma solo fino a febbraio e solo se hanno frequentato tre anni di materna. L’impianto delle medie ci va bene se si salvaguardano le discipline. Sulle superiori: posso accettare i due percorsi, ma solo se c’è un modulo strutturale di qualità per tutti. Io ritengo che il 70% delle modifiche possano passare, e su questa base mi batto.
Varaldo: “Voi dite che se non cambiano sarete contro. Ma nella realtà non stanno cambiando, la delega è confermata e le cose vanno avanti. Non solo, il governo annuncia che vuole accelerare, che vuole introdurre dei punti per decreto se non passerà in tempo la legge. Quindi la conclusione dovrebbe essere che siete contro…”
Massenti: “Non è vero che c’è un’accelerazione. Al contrario, si sono detti disponibili ad accettare emendamenti e hanno detto che il testo non è più blindato”
Varaldo: “C’è un problema che è emerso dalla discussione con i parlamentari e che resterebbe anche se la legge fosse emendata: finché si dà la delega al governo con un contenitore così vuoto, è possibile che poi il contenitore venga riempito con il progetto Bertagna, e questo sappiamo dove conduce…”
Massenti: “Potrebbe succedere”
Varaldo: “poi va considerato che questo progetto non arriva dal nulla, non arriva in una situazione statica della scuola: arriva in un momento e in un periodo in cui la tendenza è ben chiara, con i tagli degli organici, la questione della maturità passata nella Finanziaria, la questione delle supplenze, più tutta la politica già portata avanti negli anni precedenti. Come si può aspettarsi una buona legge, quando vediamo nel concreto questa tendenza?”
Massenti: “Se per esempio nella legge vengono garantite le ore medie, per esempio 34, per ogni scuola, avrò la certezza che all’interno di quelle ore non si potrà più tagliare, e potrò fare il tempo scuola che voglio secondo le esigenze, perché ci sono esigenze diverse. Il problema quindi è mettere dei paletti, e questo delle ore medie potrebbe essere uno”
Varaldo: “Ma le ore medie non garantiscono il Tempo Pieno, per esempio…”
Massenti: “Certo che lo garantiscono, perché non tutte le classi lo fanno e se qualcuno farà le 40 ore, altri faranno meno di 34”
Varaldo: “Questo non significa garantire a tutti il diritto del Tempo Pieno, che è un tempo ben definito, con una valenza educativa data da una struttura precisa che comprende due insegnanti su una classe e 40 ore. Questa flessibilità espone alla disarticolazione, alla flessibilizzazione, alla modularizzazione del Tempo Pieno, cioè alla sua distruzione(…) Vorrei porre ancora una questione: cosa pensate dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato?”
Massenti: “Ma questo è stato determinato già dalla riforma della Costituzione: chi l’ha votata? Chi è responsabile di molte cose che oggi devono passare con questa legge per adeguarsi alla riforma della Costituzione? Non ci si può schierare contro la riforma della Costituzione. Io comprendo il vostro punto di vista, perché siete un movimento, e avete più libertà di esprimervi, ma per noi che siamo un sindacato e dobbiamo trattare nel concreto le cose sono diverse. Dobbiamo cercare degli accordi, magari usando le vostre rivendicazioni, i vostri punti di vista, che in un certo senso ci spingono ad andare più in là, sono dei punti di appoggio. Ma non possiamo chiedere il ritiro”

 

Il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli” viene promosso nell’ottobre 1999 da 500 insegnanti e genitori di Torino, Milano, Lodi. Più di 15.000 ins. e gen. di 20 province italiane hanno sottoscritto il “Manifesto”. Nel rispetto delle tradizioni culturali, pedagogiche, didattiche, politiche, religiose di ognuno, il “Manifesto” si batte per unire più largamente possibile gli insegnanti, i genitori, gli studenti, le organizzazioni sindacali e tutte le persone che intendono difendere la scuola pubblica. Il “Manifesto dei 500” ha organizzato in questi anni assemblee, riunioni pubbliche, conferenze in tutta Italia e ha promosso delegazioni che sono state ricevute alla Camera e al Senato, al Ministero della Pubblica Istruzione e a Palazzo Chigi. Il 24 marzo 2001 si è svolta a Torino una manifestazione pubblica che ha visto sfilare 1.000 insegnanti e genitori. Insieme al Coordinamento ins-gen di Roma e Firenze e a rappresentanti di altri gruppi, associazioni, sindacati e partiti di tutta Italia, il “Manifesto dei 500” ha promosso un “Manifesto per la difesa della scuola pubblica” e ha dato vita ad un “Comitato Nazionale di collegamento”. Le iniziative del “Manifesto dei 500” e del Comitato di collegamento sono completamente autofinanziate dai contributi dei firmatari.

Contatti: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “S. Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149 Torino.

e-mail: [email protected] – sito Internet: http://manifestodei500.altervista.org

Print Friendly, PDF & Email