Resoconto dell’incontro del “Comitato Nazionale dell’Appello in Difesa della Scuola Elementare”, tenutosi a Milano il 29 maggio 1999

Il 29 maggio 1999 si è riunito a Milano il “Comitato Nazionale dell’Appello in difesa della scuola elementare”. Erano presenti 40 insegnanti e genitori delegati dalle province di Milano, Torino, Asti, Rovigo, Bari. Messaggi di sostegno all’incontro sono giunti dalle province di Roma, Lecce, Cosenza, Frosinone, Enna, Caserta, Avellino, Benevento, Latina.

L’incontro era stato preparato nei mesi precedenti con lettere e documenti preparatori, tra cui la stesura di un Memorandum sulla situazione della scuola elementare, preparato dal gruppo di Torino e inviato anche a tutti i responsabili sindacali.

L’incontro era stato convocato per organizzare la risposta alla “nuova” proposta di legge chiamata “Riordino dei cicli” approvata dalla VII Commissione della Camera dei Deputati il 27 aprile 1999.

Questa proposta contiene solo delle apparenti differenze con il precedente testo che era stato presentato dal Ministro Berlinguer due anni fa. In realtà il contenuto è identico: si tratta di togliere un anno di scuola (gli anni diventerebbero 12, di cui 9 obbligatori, contro i 13, di cui 9 obbligatori attuali), di eliminare intere materie nei primi anni (storia, geografia e scienze), di disarticolare tutta l’organizzazione delle scuole, arrivando alla più completa autonomia.

L’anno di scuola in meno verrebbe tolto appunto dalla scuola elementare.

Fu per questo stesso motivo che, due anni fa, venne promosso l’Appello in difesa della scuola elementare, iniziativa che ha già raccolto migliaia di adesioni in 25 province italiane. Una delegazione di firmatari, dopo una lunga lotta, fu ricevuta un anno fa dal Ministro della Pubblica Istruzione.

L’incontro del Comitato Nazionale dell’Appello è stato molto significativo, non solo per il dibattito molto ricco e che, tra l’altro, ha evidenziato come i provvedimenti già presi in questi anni abbiano prodotto delle differenziazioni enormi tra le scuole e le province, ma anche e specialmente per la partecipazione di importanti dirigenti sindacali che, dopo due anni che ricevevano inviti da parte nostra, hanno risposto e partecipato ai lavori. Erano presenti un membro del Consiglio Nazionale CISL, un segretario nazionale UIL, due segretari di Provincia UIL, mentre un messaggio di sostegno è giunto dall’esecutivo nazionale dei COBAS.

Al termine della giornata di lavori è stata approvata da tutti i presenti una Lettera Aperta ai deputati e ai senatori per chiedere il ritiro del progetto di legge e di ricevere una delegazione.

Si è organizzata una nuova raccolta firme su questa lettera con invio ai deputati da tutte le scuole d’Italia che aderiscono ed è stata anche approvata una mozione organizzativa.

A partire dal mese di ottobre, verrà organizzato un invio di massa di cartoline al Parlamento per chiedere il ritiro del progetto di legge.

La lettera approvata mostra molto bene come il progetto di legge mira a distruggere la scuola pubblica e le conoscenze, abbassando il livello dei programmi e togliendo un anno di scuola. Fu lo stesso Ministro a dichiarare che la scuola doveva adeguarsi ai modelli inglesi e americani dove l’università non si discosta molto dagli attuali studi di scuola superiore dell’Italia e della Francia”.

Una lettera ai dirigenti sindacali è stata approvata per sottolineare l’importanza dell’unità lavoratori-organizzazioni che si è determinata il 29 maggio e per invitare tutti i sindacati a mobilitarsi ancora più largamente a sostegno dell’Appello e per il ritiro della Legge.

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