Lettera aperta al Forum delle scuole del Milanese

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica”

Lettera Aperta al Forum delle scuole del Milanese

Cari amici del Forum delle scuole del Milanese,
abbiamo appreso nei giorni scorsi leggendo un vostro verbale che ci era stato inviato che sabato 13 marzo invitate a Milano “tutti gli organismi che in Italia si stanno battendo contro la Moratti”, precisando che “non si vuole creare un’altra aggregazione nazionale,  né porsi  in concorrenza con altre esperienze. Nel verbale aggiungete: “Semplicemente vogliamo determinare una possibilità di confronto tra coloro che in Italia oggi stanno portando avanti le stesse istanze, anche se a volte con diversi metodi, tempi e mezzi. Ci interessa lo scambio di esperienze e la possibilità di intrecciare relazioni dal basso. Speriamo che sia anche l’occasione per la nascita di nuove idee”.

Come forse saprete noi abbiamo a più riprese posto alcuni problemi che consideriamo fondamentali nella lotta contro la “riforma” e che con questa lettera vorremmo riprendere.
Consideriamo prima di tutto centrale che la lotta non sia genericamente “contro la Moratti”, ma per il ritiro del primo decreto applicativo, per l’abrogazione della “riforma”, per l’unità tra tutti i sindacati e lo sciopero generale unito.
Perché questi punti sono a nostro modo di vedere fondamentali?

La realtà di questi giorni parla da sola. Il decreto e la prima circolare uscita il 5 marzo stanno portando all’applicazione della legge in nome dell’Autonomia scolastica, scuola per scuola.
I collegi docenti vengono messi sotto pressione e isolati con il fine di far votare i criteri per il tutor e definire le ore facoltative previste dalla legge, con un meccanismo di “partecipazione” che vuole implicare i docenti, i genitori e i sindacati  nell’attuazione della legge.
E’ così che in queste ore decine e decine di scuole stanno cominciando ad applicare la “riforma”.

E’ evidente che la situazione è grave e che alcuni problemi si pongono.
Si può fermare la legge scuola per scuola, con moduli di iscrizione alternativi, cercando di votare nei collegi la prosecuzione dei POF dell’anno precedente? Tutto questo non  è  un modo che permette a molti di cominciare ad applicare la riforma e che scarica sugli insegnanti e sui genitori le responsabilità?
Ci sembra che l’Autonomia Scolastica, lungi dal preservarci, venga invece utilizzata dal governo proprio per aprire più brecce possibile e far pressione sulle scuole.

Per questo noi diciamo: non esiste altra soluzione per salvare la scuola italiana e la sua unità su tutto il territorio nazionale, per difenderla dalla disgregazione e dal caos a cui si va incontro, che battersi per il ritiro del decreto e per l’abrogazione della legge.
Certamente, tutti noi cercheremo di fare il possibile per impedire l’applicazione del decreto nelle nostre scuole, ma è evidente che senza il ritiro la “riforma” passerà.

E’ per questo che noi abbiamo posto il problema della parola d’ordine chiara: ritiro del decreto, abrogazione della legge.
Abbiamo posto questo problema a molti comitati e lo poniamo a voi che avete convocato l’incontro di sabato poiché constatiamo che in nessun passaggio del vostro invito appare questo.
D’altra parte, avevamo già notato che la stessa manifestazione del 14 febbraio che aveva visto sfilare ben 40.000 persone non aveva nei manifesti e nei volantini la richiesta dell’abrogazione.

Constatiamo anche che altre parole (“cancellazione”, “ritiro”…) sono state occasionalmente adottate da diversi gruppi, ma esse non hanno alcun valore giuridico  e non impegnano nessun governo né per il presente né per il futuro.
Questa questione non è secondaria.
Per esempio numerose forze politiche e associative (Legambiente, CIDI, MCE, DS, Rifondazione Comunista…) hanno firmato un appello in cui si dice tra le altre cose che “L’approvazione del decreto non significa affatto che a settembre potrà essere applicato. Mancano le condizioni minime”. In esso si legge anche che “tutti devono iscriversi ai corsi di formazione per tutor”  che è necessaria “una scuola partecipata”.
L’appello si conclude chiedendo di lottare per “rendere inapplicabile il decreto”.

E’ evidente che questa linea è in contraddizione con il ritiro del decreto e con l’abrogazione della legge e che nei fatti apre la strada alla sua applicazione.
Non solo: essa apre la strada alla divisione e alla demoralizzazione, poiché dice che mancano le condizioni minime e che il decreto non potrà essere applicato, quando tutta Italia può vedere che nei fatti comincia ad essere applicato. Peggio: si accetta la figura del “tutor”, quasi che il problema si potesse ridurre al far diventare tutti tutor, mentre sappiamo che dietro questa figura ci sono i Piani di Studio Personalizzati, il Portfolio, la distruzione dei diplomi ecc….

Tra l’altro D’Alema ha preso posizione per la non abrogazione anche nel caso di un nuovo governo dell’opposizione….
Questi problemi toccano direttamente il vostro invito, poiché voi invitate tutti coloro che si battono “contro” la riforma, dicendo che possono esserci diversi metodi, tempi e mezzi.
Certamente possono esserci diversi metodi, ma i problemi da noi posti non riguardano i metodi, bensì il contenuto.
Essere “contro” può voler dire tutto e il contrario di tutto. Anche l’appello citato dice di essere “contro” e per il “ritiro” del decreto, ma poi non afferma esattamente il contrario,  aprendo la strada all’applicazione della legge? Stiamo dunque parlando delle “stesse istanze” come voi scrivete?

Voi invitate tutti i comitati per “determinare una possibilità di confronto”.
Noi siamo certamente interessati al confronto, ma dal nostro punto di vista è necessario prima di tutto chiarire in quale campo ci si situa. Che senso può avere un confronto tra coloro che sono per l’abrogazione e coloro che, magari con parole molto estreme, appoggiano poi la linea della decentralizzazione e dell’Autonomia e quindi dell’applicazione della legge?

Voi vi auspicate infine nell’invito la “nascita di nuove idee”.
A nostro modo di vedere anche queste devono discendere dai chiarimenti.
Per esempio poniamo un problema: battersi per l’abrogazione della “riforma” può ridursi a parlare di feste, biciclettate?
Noi non abbiamo una risposta preconfezionata, ma pensiamo che il problema sia importante e vada approfondito. Il motivo è semplice e ci riporta alla situazione delle scuole: siamo in una fase decisiva, grave. Il decreto e la circolare cominciano ad essere applicati, non c’è un minuto da perdere.
La visibilità è importante, ma ora cosa si fa per l’unità, per lo sciopero generale, per battersi perché i sindacati uniti mobilitino con tutti i mezzi a disposizione fino al ritiro del decreto?
Non c’è il rischio che le biciclettate “sensibilizzino” molto, ma finiscano in una grande festa, senza prospettive e facciano poi ricadere la responsabilità sulla gente?
E cosa dire della proposta di promuovere un referendum? Non abbiamo già fatto abbastanza esperienza di referendum fallimentari che si ritorcono contro i lavoratori?

Lo ripetiamo: noi non abbiamo soluzioni preconfezionate a questi problemi, ma pensiamo che debbano essere affrontati.
Da parte nostra siamo disponibili in ogni momento ad approfondire e discutere, ma pensiamo che mettere intorno ad un tavolo quelli che sono per l’abrogazione, quelli che sono genericamente “contro” la legge, quelli che sono per la linea dell’Autonomia, quelli che dicono che vogliono rendere “inapplicabile” il decreto e parlano di “condizioni minime”, “mancanza di fondi”  o “tutti tutor”  sia in ultima analisi un modo per dire tutto e il contrario di tutto e quindi confondere la gente e non portare alcun aiuto a chi cerca di resistere, a chi cerca la chiarezza, a chi cerca la strada dell’unità.
La situazione è grave, la “riforma” sta partendo. L’unità è fondamentale, ma è dell’unità nella chiarezza che abbiamo bisogno, non dell’unità nella confusione.

Vi informiamo che a Torino, lunedì 15 marzo, terremo un grande meeting pubblico per l’abrogazione della “riforma”, il ritiro del decreto e per l’unità.
Stiamo intanto preparando con molti comitati di Torino, Milano, Varese, Parma, Reggio Emilia, Modena, Arezzo, Lodi un “Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città” che si svolgerà a Parma il prossimo 3 aprile, al quale sono invitati tutti i rappresentanti delle scuole e dei gruppi che hanno preso posizione per l’abrogazione della legge, per il ritiro del decreto, per l’unità.

Nicola Adduci (ins. elementare, Torino)
Antonella Chieffa (ins. elementare, Abbiategrasso-Milano)
Rita Defeudis (ins. elementare, Abbiategrasso-Milano)
Guido Montanari (genitore, docente Politecnico di Torino)
Lorenzo Varaldo (coordinatore nazionale “Manifesto dei 500”)

Print Friendly, PDF & Email