Dichiarazione sul Tutor

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica”

No a qualunque “criterio” per l’assegnazione del tutor!
No alla “partecipazione” degli insegnanti, dei genitori
e dei sindacati nell’applicazione della “riforma”!
No alla divisione, un solo sciopero generale di tutti i sindacati!
Che cosa si nasconde dietro il punto del decreto che pretende dai collegi docenti e dagli Istituti di Circolo l’individuazione dei “criteri”?

Il primo decreto applicativo della “riforma” Moratti prevede che la nuova figura del tutor venga assegnata dal Dirigente Scolastico “sulla base di quanto stabilito dal piano dell’offerta formativa e di criteri generali definiti dal collegio dei docenti e dal consiglio di circolo o di istituto”. E’ su questa base che i Dirigenti, sotto la pressione del Ministero, hanno cominciato ad aprire la discussione nelle scuole su come individuare questi “criteri”.

Per comprendere quello che è in gioco è necessario ricordare che il tutor è uno degli assi portanti principali della “riforma” e della distruzione della scuola pubblica.
E’ il tutor che fin dalle prime classi deciderà quali programmi dovranno seguire i bambini, quali livelli raggiungeranno, quali compagni avranno, se potranno continuare a studiare o se dovranno andare a lavorare, il tutto in nome dei Piani di Studio Personalizzati. E’ quindi il tutor che si incaricherebbe di abolire i Programmi Nazionali, vera garanzia di uguaglianza dei diritti di tutti i cittadini. E’ il tutor che dovrebbe indicare quali gruppi flessibili e quali attività il bambino dovrà seguire o meno…
D’altra parte, il tutor è un insegnante al di sopra degli altri, che “coordina” i colleghi! Il tutor è l’unico docente che avrà ancora una classe, mentre agli altri spetteranno i “gruppi flessibili”, la mensa, le ore facoltative…. E ben presto il tutor avrà un salario differente…..
In breve: il tutor è una figura inventata dal governo per veicolare la “riforma” e cominciare a distruggere le fondamenta della scuola pubblica. Come abbiamo sempre detto, il tutor non è un insegnante, ma la sua negazione.
Il commento ufficiale del ministero al decreto chiarisce ogni dubbio: “La funzione tutoriale rappresenta uno dei perni dell’innovazione educativa e didattica”.
Istituire il tutor è quindi fondamentale per applicare la “riforma”.

Ma per il governo non è facile imporre questa figura. Gli insegnanti sono attaccati alla libertà d’insegnamento, hanno pari diritti e doveri, sono titolari allo stesso livello sulle classi, si dividono le ore in modo uguale ecc…Da parte loro, i genitori potrebbero essere confrontati con il cambiamento degli insegnanti dei loro figli…..
Di fronte alle prevedibili difficoltà e resistenze degli insegnanti e dei genitori il governo si gioca una carta speciale: implicare gli insegnanti stessi e gli organi collegiali (quindi anche i genitori) nell’istituzione di questa figura.

In quale modo si cerca di implicare gli insegnanti e i genitori?
Esattamente lasciando a loro la facoltà di determinare i “criteri” per scegliere la figura del “tutor”. Ma di quali “criteri” si tratta in ultima analisi?
Si tratta esattamente dei “criteri” per distruggere la scuola pubblica.
In altre parole il governo dice: vi lascio la facoltà di decidere il “come”, ma resta inteso che comunque dovrete decidere di distruggere.
E’ il commento ufficiale del Ministero a spiegarci gli obiettivi di questa operazione: “La disposizione integrativa apportata al testo definitivo valorizza la partecipazione di tutte le componenti scolastiche mediante il coinvolgimento anche del Consiglio di Circolo e d’Istituto”, oltre che del collegio docenti.

Quale insegnante, quale genitore, quale sindacato può accettare una simile partecipazione alla messa in atto della “riforma”? Chi può accettare una simile gestione “partecipata” della distruzione?

No: noi non vogliamo essere implicati. Noi non vogliamo essere “coinvolti” nella distruzione della scuola. Noi non vogliamo essere i protagonisti dell’attuazione di ciò che abbiamo combattuto e continueremo a combattere. Nessun sindacato può accettare che gli insegnanti e i genitori diventino loro stessi lo strumento di applicazione della “riforma”.

Per questo invitiamo:

– tutti i sindacati a prendere posizione contro questa “partecipazione” e integrazione, contro tutti i criteri.

– tutti gli insegnanti e tutti i membri degli organi collegiali a spiegare con calma la posta in gioco e il meccanismo che si nasconde dietro questo voto apparentemente democratico, ma che in realtà non lascia scampo. Invitiamo tutti a votare contro qualunque criterio che, per valido che possa sembrare, non sarà altro che un modo per “accompagnare” l’applicazione della legge. Come si possono rivendicare “criteri trasparenti” o “criteri di formazione del tutor”? Non si tratta, in ultima analisi, di accettare (certamente in modo “critico” !) l’impianto generale della “riforma” e contribuire alla sia messa in atto?

Se la democrazia esiste, che cosa può impedire di votare contro qualunque criterio e quindi rifiutare di “partecipare” alla distruzione della scuola? Chi può avere interesse a diffondere la falsa notizia per cui ci vorrebbe l’unanimità per respingere i “criteri”? Su quale base giuridica si fonda una simile distorsione della democrazia? Da quando è necessaria l’unanimità per approvare una posizione o respingerla?

Per contro, invitiamo tutti i collegi docenti, i consigli d’istituto e le assemblee che si riuniranno nel prossimo periodo a votare mozioni che si esprimano contro la nostra implicazione nell’attuazione della legge, per la difesa e la conferma dei Programmi Nazionali, del Tempo Pieno e dei Moduli (elementari), del Tempo Normale e Prolungato (medie) secondo la normativa esistente prima del decreto, e su questa base aderiscano all’Incontro Nazionale, indirizzandosi ai dirigenti di tutti i sindacati per dire: “Questo decreto non può essere applicato “in modo giusto”. Prendete posizione contro ogni “criterio”. Solo il ritiro del decreto e l’abrogazione della legge potranno aprire la strada alla difesa e allo sviluppo della scuola pubblica. Non è ancora giunto il momento dello sciopero generale unito?”

Gli insegnanti, i genitori, i cittadini hanno espresso chiaramente il loro mandato a tutti i sindacati: unità per il ritiro del decreto, per l’abrogazione della legge.
No alla divisione, un solo sciopero generale nell’unità di tutti i sindacati!

Informiamo tutti: a Torino, l’assemblea dei delegati delle scuole che aderiscono
all’ ”Appello per l’abrogazione della “riforma” convoca un

grande meeting pubblico,
15 marzo, Teatro Nuovo (To-Esposizioni), ore 20.30

Ø per illustrare bene la posta in gioco;
Ø per informare largamente la popolazione sulle conseguenze della legge
Ø per il ritiro del decreto, per l’abrogazione della “riforma, per l’unità.

“Manifesto dei 500”, 9 febbraio 2004

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