La lettera dei promotori in risposta al Presidente

Al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi

Al Direttore dell’Ufficio per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali, prof. Marcello Romei
p.c. a tutti gli organi di informazione


Gent.mo Presidente della Repubblica,
abbiamo ricevuto la risposta del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica alla nostra “Lettera Aperta” a Lei indirizzata a proposito della gravissima situazione che si sta verificando nella scuola italiana a seguito della prima applicazione della legge 53, chiamata “riforma Moratti”.
La ringraziamo innanzitutto per l’attenzione dimostrata al problema e alla nostra iniziativa e per aver trasmesso al Ministro dell’Istruzione la “Lettera Aperta”.
Con la presente vorremmo entrare nel merito della risposta del prof. Marcello Romei, del Segretariato Generale.

Nello scrivere la nostra Lettera Aperta, infatti, noi facevamo riferimento all’art. 87 della Costituzione Italiana, là dove si dice che “Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale” e “può inviare messaggi alle Camere”.
Non facevamo dunque riferimento all’art. 74, che prevede che il Presidente della Repubblica possa rinviare alle Camere una legge prima di firmarla, poiché è evidente che non ci troviamo in questa situazione.
Tuttavia, dopo aver ricevuto la risposta del Segretariato Generale con la quale si diceva che “vincoli di ordine costituzionale limitano gli interventi del Presidente della Repubblica su materie di esclusiva competenza del Governo e del Parlamento”, abbiamo ritenuto opportuno interpellare un esperto che abbiamo trovato nella persona di un costituzionalista, membro della Cassazione.
Il giudice interpellato ci ha non solo confermato che è nella facoltà del Presidente della Repubblica, come garante dell’unità nazionale e in virtù del potere attribuitogli dall’art. 87, inviare messaggi alle Camere, ma che Lei può anche rivolgersi pubblicamente all’intero Paese, come avviene in occasione del messaggio di fine anno.
La nostra “Lettera Aperta” formula quindi una richiesta costituzionalmente corretta.


La situazione che si sta verificando nella scuola italiana in conseguenza dell’applicazione della legge 53 è grave. Alcune conseguenze della legge stanno portando ora, nel momento in cui le scriviamo, al pericolo che non ci sia più una vera “scuola italiana”. L’”unità nazionale” di cui Lei è garante è rimessa in gioco.
Per esempio, per la prima volta dall’Unità d’Italia, migliaia e migliaia di modelli diversi di schede di valutazione prenderanno il posto dell’attestato ministeriale e della scheda uguale in tutto il territorio nazionale.
Noi non le chiediamo di crederci sulla parola.

Il dialogo che Lei ha accettato è per noi molto importante: noi ci impegniamo a raccogliere i dati, le testimonianze, i fatti che stanno avvenendo nelle scuole italiane in un “Dossier” di denuncia sulle conseguenze della legge 53. Le chiediamo fin d’ora di ricevere una nostra delegazione appena questo Dossier sarà pronto, in modo che Lei possa a sua volta basarsi su fatti precisi.
La informiamo che a tutt’oggi più di 8.500 genitori, insegnanti, cittadini hanno sottoscritto la “Lettera Aperta”, da più di 500 Comuni dell’intero Paese. Ciò testimonia una preoccupazione e una volontà di difendere la scuola e l’unità del Paese che ci confortano nell’andare avanti con la campagna.

Sulla base delle firme raccolte stiamo organizzando un’Assemblea Nazionale dei firmatari.

Ci impegniamo a realizzare questa Assemblea Nazionale e il Dossier entro tempi che permettano a Lei di rivolgersi alle Camere e all’intero Paese con un messaggio pubblico prima della fine dell’anno scolastico, per denunciare la situazione e fare un bilancio serio di questo primo anno di applicazione della legge 53.

Come abbiamo detto nella “Lettera Aperta”, Lei ha oggi una responsabilità importante: un suo messaggio avrebbe un peso molto grande e, ne siamo certi, permetterebbe di riaprire l’intera discussione, aprendo la possibilità del ritiro del decreto applicativo e dell’abrogazione della legge, che sono facoltà del nostro Parlamento.

Certi che si tratti dei valori fondamentali della democrazia, della Costituzione della Repubblica e dell’unità del Paese a cui noi tutti siamo legati, porgiamo cordiali saluti.

A nome dei promotori della “Lettera Aperta”,
Gabriella Daniele (genitore, Torino)
Maria Grazia Sala (genitore, insegnante, Milano)
Lorenzo Varaldo (insegnante, coordinatore nazionale “Manifesto dei 500”)
20 dicembre 2004

Contatti e informazioni: “Manifesto dei 500”, c/ Lorenzo Varaldo, sc. el. “Sibilla Aleramo”, v. Lemie 48, 10149, Torino. Tel: 340/2932826. e.mail: [email protected]; sito Internet: manifestodei500.altervista.org

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