Dichiarazione della Presidenza dell’Incontro Nazionale

“Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città,
per l’abrogazione della “riforma” Moratti, per il ritiro del decreto, per l’unità”

Dichiarazione della presidenza, 21 aprile 2004

A tutti i sindacati, a tutte le RSU, a tutti gli eletti nelle istituzioni

Meno di venti giorni fa, 120 delegati, insegnanti, genitori, rappresentanti sindacali, eletti nelle istituzioni di diverse province italiane lanciavano a Parma l’”Appello per lo sciopero generale immediato, per la mobilitazione unita fino al ritiro del primo decreto, fino all’abrogazione della “riforma” Moratti”.

In pochi giorni questo appello è stato sottoscritto da importanti responsabili politici e sindacali, da personalità del mondo dello spettacolo, della cultura, da eletti nelle istituzioni, da RSU, oltre che da centinaia di insegnanti e genitori (vedere elenco allegato)

Nel frattempo la situazione nelle scuole si aggrava, dimostrando chiaramente la giustezza delle posizioni espresse nell’appello.
Uno dopo l’altro, centinaia di collegi docenti di tutta Italia sono costretti ad adottare nella divisione assoluta la “riforma” o almeno alcuni aspetti di essa.

La vicenda dei libri di testo è emblematica.
Pur non esistendo ancora dei nuovi “programmi” ufficiali, le case editrici sono state obbligate a fornire solo libri che applicano la “riforma” con i Piani di Studio Personalizzati e il Portfolio, distruggono i programmi dell’85 e del ‘91, segnano un abbassamento culturale enorme e aprono la strada a danni pedagogici, psicologici, didattici di una portata mai vista. Su questa base gli insegnanti sono spinti ad avviare la “riforma”, pur contro la loro volontà, attivando un meccanismo da cui sarà difficile tornare indietro.
Non è assolutamente vero che questo sia un fatto marginale: l’adozione dei nuovi testi è un cuneo pericolosissimo che non può essere accettato e con il quale, ancora una volta, si cerca di implicare gli insegnanti e i genitori nella messa in atto della “riforma”.

Ancora una volta si dimostra ciò che è scritto nell’Appello di Parma: non è nella divisione,
non è scuola per scuola che si può fermare la legge e il disastro che sta passando.

La situazione è grave, sempre più grave.

Nel corso dell’Incontro di Parma un dirigente sindacale aveva segnalato la possibilità che venisse convocato da CGIL-CISL e UIL, per il 23 aprile, uno sciopero dell’Università, auspicando che la scuola potesse unirsi in una giornata di manifestazione contro la politica di distruzione del ministro Moratti e del governo, per l’abrogazione e il ritiro di tutte le “riforme” varate e in preparazione.

Era e resta ancora questo l’auspicio di tutti.
Ma incredibilmente lo sciopero è stato proclamato solo per l’Università!
Noi ci interroghiamo.

A chi può giovare ancora una volta questa divisione?
La situazione non è sufficientemente grave?
I problemi dell’Università sono forse diversi da quelli della scuola, dell’applicazione della “riforma”, dello smantellamento dei programmi nazionali, dei diplomi, del livello culturale, dell’attacco ai contratti nazionali, della politica della precarizzazione?
Chi può ancora non vedere tutto ciò?

A più riprese, con insistenza, superando difficoltà enormi, gli insegnanti, i genitori, gli studenti, hanno richiesto a gran voce lo sciopero generale della scuola per fermare la Moratti.

Lo hanno fatto nel gennaio-febbraio 2002, quando uscivano i primi documenti sulla “riforma”.
Lo hanno fatto durante tutta la discussione parlamentare.
Lo hanno fatto il 24 marzo del 2003, chiedendo insistentemente che lo sciopero, convocato per il contratto, fosse anche contro la “riforma”.
Lo hanno fatto a maggio del 2003, di fronte alla bozza di decreto applicativo.
Lo hanno ribadito a gran voce da settembre a oggi, in tutte le piazze, in tutte le manifestazioni, in tutte le assemblee.
Centinaia di mozioni sono state votate in questo senso in tutto il Paese. Non è vero che il problema vale solo per il centro-nord: ogni giorno ci giungono notizie di mozioni, appelli, comitati del sud, tra cui il Coordinamento di Napoli che ha aderito all’Incontro Nazionale di Parma.

Ma incredibilmente, tutte le volte, per due anni di seguito, questo sciopero generale della scuola non è stato proclamato nell’unità di tutti i sindacati, che hanno scelto invece di unire il problema della scuola ad altri scioperi, certamente importanti, ma che hanno diluito l’impatto del rifiuto della “riforma” sul governo e sull’opinione pubblica.

Noi lo ribadiamo: gli insegnanti, i genitori, gli studenti hanno espresso chiaramente il loro mandato.
Dirigenti di tutti i sindacali: voi avete una responsabilità precisa in questa situazione gravissima.

Convocate in un’unica data lo sciopero generale della scuola e dell’Università, realizzate l’unità di cui abbiamo bisogno, fate tutto il possibile, ora, subito, per fermare il disastro che sta passando.

Numerosi responsabili sindacali hanno firmato il nostro appello di Parma.
Noi diciamo: questi responsabili hanno ragione.
Come dice l’appello di Parma: “E’ vero, il ministro ha la TV, i giornali, la propaganda. Ma noi abbiamo i nostri sindacati, su tutto il territorio nazionale, con centinaia di sindacalisti che possono spiegare la realtà, far leggere i documenti, mettere a nudo ciò che viene nascosto, preparare il successo dello sciopero. E’ questo che vogliamo, è questa la vostra responsabilità”

A tutti i responsabili sindacali, a tutte le RSU, a tutti gli eletti nelle istituzioni diciamo: unitevi a questa posizione, firmate l’appello, diffondetelo, contattate i sindacalisti e gli eletti nelle istituzioni della vostra zona, aiutateci a costruire ora l’unità di cui abbiamo bisogno.

Noi non ci stancheremo mai di batterci per l’unità, per lo sciopero generale,
per la mobilitazione unita con tutti i mezzi possibili,
fino al ritiro del decreto e all’abrogazione della “riforma”

La presidenza dell’Incontro Nazionale:
Guido Montanari (docente Politecnico Torino, genitore, presidente Consiglio d’Istituto)
Roberta Roberti (La Scuola Siamo Noi, Parma)
Lorenzo Varaldo (Coordinatore nazionale “Manifesto dei 500”)

Da dove arriva l’Incontro Nazionale da cui nasce l’appello? L’11 dicembre e il 12 gennaio scorso due delegazioni di insegnanti e genitori delle province di Torino, Milano, Varese, Lodi, Parma, Reggio Emilia, Genova, Arezzo sono state ricevute al Senato e alla Camera dove hanno portato più di 25.000 firme e decine di mozioni votate in tutta Italia a sostegno dell’ “Appello per l’abrogazione della riforma Moratti, per il ritiro del decreto, per l’unità”. Questo Appello era stato lanciato il 24 maggio scorso al termine della “Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma Moratti”, che aveva riunito a Milano-Buccinasco 95 insegnanti e genitori su iniziativa del “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica”. Al termine degli incontri in Parlamento la delegazione ha deciso di costituirsi in Comitato organizzativo dell’’Incontro Nazionale”. Per tutte le informazioni e le questioni tecniche si è costituita una segretaria organizzativa composta da Lorenzo Varaldo (coordinatore nazionale del “Manifesto dei 500”), Roberta Roberti (comitato “La scuola siamo noi – Parma) e M. Claudia Solari (Comitato aretino contro la riforma Moratti, Arezzo). Contatti: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “S. Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149 Torino. E.mail: [email protected] Sito Internet : http://manifestodei500.altervista.org cicl. in proprio, c. Marconi 34, Torino
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