L’Appello di Parma

Dieci mesi fa, il 24 maggio 2003, al termine della “Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma Moratti” tenutasi a Buccinasco (Milano), venne lanciato un appello con il quale si invitavano le scuole a riunirsi in assemblea, a votare mozioni per l’abrogazione della legge e per il ritiro del primo decreto, a eleggere i propri delegati.

In questi mesi decine e decine di scuole di tutto il Paese hanno raccolto quell’invito e oggi, 3 aprile 2004, in 120 insegnanti, genitori, delegati RSU, responsabili sindacali, eletti nelle istituzioni di Milano, Torino, Parma, Bologna, Varese, Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Carpi, Siena, Pavia, Viareggio, Verbania con messaggi di adesione e sostegno da Arezzo e Napoli, ci siamo ritrovati a Parma nell’”Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città, per l’abrogazione della riforma Moratti, per il ritiro del primo decreto applicativo”. All’incontro hanno partecipato gli onorevoli Capitelli e Motta (DS), Soliani (Margherita) e De Simone (Rifondazione Comunista). Al termine dei nostri lavori decidiamo di lanciare a tutti gli insegnanti e i genitori, a tutti i responsabili e i dirigenti sindacali, agli eletti nelle istituzioni, ai parlamentari il seguente

APPELLO

PER LO SCIOPERO GENERALE IMMEDIATO,
PER LA MOBILITAZIONE UNITA FINO AL RITIRO DEL DECRETO APPLICATIVO, FINO
ALL’ABROGAZIONE DELLA “RIFORMA” MORATTI.

Perché un appello per l’unità in questo momento?
La situazione è sotto gli occhi di tutti: nella divisione totale, scuola per scuola, la “riforma” Moratti sta partendo in questi giorni. Tutte le scuole italiane sono messe sotto una pressione enorme per applicare, in nome dell’Autonomia Scolastica, la legge 53. Alle scuole viene imposta la scelta del tutor, l’adozione dei Piani di Studio Personalizzati, le variazioni organizzative, il taglio di centinaia di ore di insegnamento, l’istituzione delle materie facoltative, la fine del Tempo Pieno e Prolungato, dei Moduli e del Tempo Normale (Medie), l’eliminazione degli insegnanti di sostegno.
In queste ore centinaia di scuole cominciano ad applicare tutto ciò nella divisone più assoluta: nel tentativo di resistere alcune cercano di adottare solo qualche punto, altre applicano l’intera legge, altre cercano di confermare l’organizzazione e i programmi attuali.
Nel momento in cui ci siamo riuniti apprendiamo che in provincia di Torino i funzionari del Ministero hanno convocato i dirigenti scolastici per dire chiaramente: voi siete incaricati di applicare la riforma, non tollereremo che non lo facciate. Intanto si annuncia il taglio di un posto di Tempo Pieno ogni sei!
Un dato emerge quindi in modo chiaro: se il decreto e la circolare non saranno ritirati la “riforma” partirà.

Il nostro incontro lo ha verificato: nel chiuso dei collegi docenti e delle scuole è sempre più difficile resistere, mentre la divisione e le tensioni si moltiplicano e la “riforma” va avanti.
In effetti, uno degli obiettivi primari della Moratti e del governo è proprio quello di cominciare a frammentare la scuola italiana e far partire la “riforma” in modo differenziato, tale da inserire un cuneo irreversibile nel sistema.
Come si può parlare di scuola pubblica nazionale se ogni scuola farà a modo suo, nell’organizzazione, nei programmi, negli orari….Come si può parlare di scuola pubblica se non ci saranno più i programmi nazionali? Come si può parlare di scuola pubblica di fronte all’abbassamento culturale, al taglio di ore, alla distruzione delle classi, all’attacco alla libertà d’insegnamento verso cui si stanno avviando centinaia di scuole in queste ore?

Ma oggi la scuola italiana esiste ancora, la “riforma” può ancora essere fermata!

Quale strada ha scelto il ministro per far passare la legge?
E’ chiaro: implicare gli insegnanti, i genitori, i sindacati attraverso il “voto” dei collegi docenti e dei consigli d’istituto, in una gestione “partecipata” della riforma il cui vero obiettivo è dividere, frammentare, aggirare la resistenza di questi mesi.
E’ di nuovo un fatto: migliaia e migliaia di insegnanti e genitori che si sono battuti contro la “riforma” sono oggi spinti a “votare” i criteri per applicarla.

Noi ci impegniamo a fare tutto il possibile nelle nostre scuole per confermare l’organizzazione e i programmi attuali e su questa strada invitiamo tutti i collegi docenti a resistere.

Ma gli annunci delle ultime ore, con l’imposizione del tutor, del Portfolio, dei PSP…, lo confermano: la divisione non è accettabile, non è scuola per scuola, non è isolandoci che la “riforma” può essere fermata.

Si può fermare la legge dicendo che “tutti devono fare i tutor”, o che le scuole “possono scegliere se applicare i nuovi o i vecchi programmi” ? Qualcuno ha persino sostenuto che la figura del “tutor” riguarda tutti, poiché già oggi tutti gli insegnanti svolgono questa funzione….
Non è vero, il tutor è la figura incaricata di istituire il Portfolio, di personalizzare i piani di studio, di distruggere i programmi nazionali. In breve: il tutor non è un insegnante, ma un veicolo per distruggere le fondamenta della scuola italiana e applicare la legge 53.

Su questa base poniamo il problema: quale sindacato può accettare di inserire questa figura nel contratto, magari dicendo che riguardi tutti? Non sarebbe come dire che la scuola italiana va distrutta da tutti anziché da uno solo?

Noi chiediamo che i dirigenti sindacali prendano posizione apertamente contro l’implicazione dei collegi docenti, dei consigli di circolo/istituto, degli insegnanti, dei genitori e quindi contro ogni tipo di istituzione del tutor, contro ogni partecipazione a corsi di formazione.

Nei mesi scorsi i dirigenti nazionali di tutti i sindacati hanno preso posizione per il ritiro del decreto.
Che cosa si può fare allora per fermare il disastro che comincia ad avanzare e difendere l’unità della scuola italiana?
– Noi ci rivolgiamo prima di tutto ai dirigenti sindacali: annunciate al governo che non accetterete la divisione e l’implicazione dei collegi docenti e che vi batterete con tutti i mezzi a disposizione per l’unità di tutte le scuole e di tutti i sindacati, fino al ritiro del decreto, fino all’abrogazione della legge.
Dopo tre manifestazioni nazionali il governo non ha ceduto di un millimetro: è prima di tutto di uno sciopero generale della scuola, per il ritiro del decreto, per l’abrogazione della legge, che abbiamo bisogno. Uno sciopero generale che blocchi tutte le scuole d’Italia, nell’unità di tutti i sindacati.

Come hanno detto gli 800 insegnanti e genitori riuniti a Torino nel grande meeting del 15 marzo, “E’ vero, il ministro ha la TV, i giornali, la propaganda. Ma noi abbiamo i nostri sindacati, su tutto il territorio nazionale, con centinaia di sindacalisti che possono spiegare la realtà, far leggere i documenti, mettere a nudo ciò che viene nascosto, preparare il successo dello sciopero. E’ questo che vogliamo, è questa la vostra responsabilità”
Il nostro incontro nazionale di oggi ha un obiettivo preciso: contribuire a costruire questa unità, a combattere la divisione, a unire le scuole, i sindacati, i cittadini.
Noi ci siamo trovati come delegati di decine di assemblee che in questi mesi si sono riunite, hanno discusso e votato mozioni che si esprimono chiaramente in questo senso.

– Ci rivolgiamo a tutte le scuole del Paese: riunite anche voi le vostre assemblee, votate questo appello, eleggete i vostri delegati.

– A tutti i parlamentari diciamo: l’applicazione della “riforma” sta portando concretamente, in queste ore, allo smembramento del sistema scolastico italiano. La situazione è grave. Voi avete una responsabilità su quello che succederà nei prossimi mesi e nei prossimi anni: prendete posizione per il ritiro immediato del decreto varato e di quelli in preparazione, per l’abrogazione della “riforma”, per il ripristino di tutti gli articoli abrogati con il decreto e dei programmi nazionali dell’ 85 (elementare), del ’91 (media) e degli Orientamenti (sc. infanzia). Sottoscrivete questo appello.

– A tutti gli eletti nelle istituzioni, nei Comuni, nei consigli d’istituto, ai responsabili sindacali, a tutte le RSU, ai dirigenti scolastici lanciamo l’invito: firmate questo Appello per l’unità, per la mobilitazione con tutti i mezzi possibili fino al ritiro del decreto e all’abrogazione della legge, per lo sciopero generale unito. A tutti i gruppi, le associazioni, i comitati diciamo: sostenete questo appello, diffondetelo, aiutateci a costruire l’unità.

Nel momento in cui il governo vara la “devolution” che apre la strada alla divisione totale del Paese noi diciamo a tutte le scuole: costruiamo insieme la difesa dell’unità della scuola italiana, anche per portare il nostro contributo alla difesa dell’unità del nostro Paese. Prepariamo insieme un Secondo Incontro dei delegati, più allargato, per fare ulteriori passi avanti su questa strada.

Appello votato all’unanimità dai 120 partecipanti all’Incontro Nazionale

Tra le prime adesioni segnaliamo:
Titti De Simone
(deputato, Rifondazione Comunista)
Tiziana Mozzoni (Assessore ai Servizi Sociali per la Provincia di Parma)
Marino Giubellini (Assessore alla Pubblica Istruzione per la provincia di Parma, Margherita).
Claudio Schiaretti (segretario CGIL-Scuola, Parma)
Roberto Lovattini (membro direttivo nazionale CGIL-Scuola)
Francesco Mele (Scuola Futura, Carpi-Modena, membro segretaria CGIL-Scuola Carpi)
Francesco Caffarra (membro direttivo CGIL-Scuola-Parma)
Daniela Grego (delegato RSU CISL-Scuola, Torino)
Antonella Chieffa (RSU CISL-Scuola, Abbiategrasso, Mi)
Cristina Contri (CGIL-Scuola, Modena)
Guido Montanari (docente Politecnico Torino, presidente Consiglio d’Istituto “Manzoni-Rayneri”)
Vittorio Ciocca (Consigliere Comunale, “Manifesto dei 500”, Gaggiano-Milano)
Lorenza Carrettoni (RSU CISL-Scuola, Abbiategrasso-Mi)
Lorenzo Varaldo (Coordinatore Nazionale “Manifesto dei 500”)
Roberta Roberti (Coordinamento “La Scuola Siamo Noi”, Parma)
Cecilia Derossi (Coordinamento “La Scuola siamo noi”, Parma”
Sandra Palmieri (Coordinamento Tempo Pieno, Reggio Emilia)
Rita Defeudis (Coordinatrice “Manifesto dei 500”)
Antonella Montanaro (Coordinamento Tempo Pieno Reggio Emilia)
Giulia Di Fraia (Comitato genitori Città di Viareggio)
Maria Grazia Sala (insegnante elementare, Milano)
Monica Bertasi, M.Grazia Rosa, Emanuela Zaffarone (ins. elementari, “Manifesto dei 500” prov. Varese)
Maria Claudia Solari (Comitato contro la riforma Moratti, Arezzo)
Vittorio Casalini (Coordinamento “La Scuola Siamo Noi” Parma)
Stefania Ablondi (RSU CGIL-Scuola, Parma)
Maurizio Rosi (RSU, CGIL-Scuola, Parma)
Gino Maurello (RSU Cobas scuola ITC Falcone Corsico Milano)
Antonio De Iacob (RSU CGIL-Scuola Circ. Did.Via Bergognone – Milano)
Michele Bonicelli (RSU Ist. Comp. Soliera – Modena)
Emilio Florio (assessore alle politiche educative del comune di Abbiategrasso, MI)
Adriana Marenzi (consigliere comunale di opposizione a Meda – MI)
Manuela Amoretti (Assessore a Formazione professionale, Politiche del Lavoro e Pari opportunità della Provincia di Parma, DS)
Lella Costa (attrice)
Marco Paolini (attore)
Michela Signori (Responsabile Iole Film)
Mattia Toscani (Consigliere Provinciale DS, Parma)
Mara Montagna (Coordinamento “La scuola siamo noi”, Parma – scuola elementare)
Giuseppe Maita (RSU CISL-Scuola, Parma)

Questo primo elenco provvisorio ci indica le grandi potenzialità dell’appello. Si tratta ora di impegnarsi a farlo circolare nelle scuole, tra le RSU, gli eletti negli organi collegiali, tra i dirigenti e i responsabili sindacali, tra gli eletti nei Comuni, nelle Province, nelle Regioni, tra i parlamentari.

Inviateci le firme, comunicateci subito le adesioni degli eletti e dei rappresentanti sindacali.

Adesione all’ “APPELLO PER LO SCIOPERO GENERALE IMMEDIATO,
PER LA MOBILITAZIONE UNITA
FINO AL RITIRO DEL DECRETO APPLICATIVO,
FINO ALL’ABROGAZIONE DELLA “RIFORMA” MORATTI”.

nome cognome indirizzo città ins/gen/altro firma


Inviare le firme a: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149, Torino;
Roberta Roberti, c/o ITIS Leonardo da Vinci, v. Toscana, 10, 43100 Parma
[email protected] [email protected]

Da dove arriva l’Incontro Nazionale da cui nasce l’appello? L’11 dicembre e il 12 gennaio scorso due delegazioni di insegnanti e genitori delle province di Torino, Milano, Varese, Lodi, Parma, Reggio Emilia, Genova, Arezzo sono state ricevute al Senato e alla Camera dove hanno portato più di 25.000 firme e decine di mozioni votate in tutta Italia a sostegno dell’ “Appello per l’abrogazione della riforma Moratti, per il ritiro del decreto, per l’unità”. Questo Appello era stato lanciato il 24 maggio scorso al termine della “Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma Moratti”, che aveva riunito a Milano-Buccinasco 95 insegnanti e genitori su iniziativa del “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica”. Al termine degli incontri in Parlamento la delegazione ha deciso di costituirsi in Comitato organizzativo dell’’Incontro Nazionale”. Per tutte le informazioni e le questioni tecniche si è costituita una segretaria organizzativa composta da Lorenzo Varaldo (coordinatore nazionale del “Manifesto dei 500”), Roberta Roberti (comitato “La scuola siamo noi – Parma) e M. Claudia Solari (Comitato aretino contro la riforma Moratti, Arezzo). Contatti: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “S. Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149 Torino. E.mail: [email protected] Sito Internet : http://manifestodei500.altervista.org cicl. in proprio, c. Marconi 34, Torino

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