Dichiarazione dell’11 maggio a proposito della manifestazione di sabato 15

Il prossimo 15 maggio è stata convocata a Roma una manifestazione nazionale

“per l’abrogazione della riforma Moratti, per il ritiro del primo decreto attuativo, per fermare i decreti della scuola superiore, per bloccare le politiche del governo contro l’Università e la ricerca, contro la precarizzazione del lavoro, i tagli degli organici e del sostegno, per la difesa della scuola, dell’università e della ricerca pubblica”.

Il “Manifesto dei 500” invita tutti a partecipare sulla base delle posizioni espresse nell’ “Incontro Nazionale dei delegati” del 3 aprile scorso a Parma.. In quest’ottica noi poniamo ancora una volta in evidenza alcuni temi che pensiamo siano centrali in questo momento.
La manifestazione di sabato 15 maggio sarà la quarta manifestazione nazionale di quest’anno, o meglio la quarta data in cui si svolgono manifestazioni nazionali, poiché il 29 novembre scorso si svolsero a Roma, Bologna e Napoli ben tre manifestazioni che riunirono quasi 200.000 persone in tutto.
E’ un fatto: il governo non si è fermato di fronte a queste grandi manifestazioni.Dopo quella di novembre e quella di gennaio ha pubblicato il decreto, lo ha portato avanti e infine ha fatto uscire le circolari in risposta alla manifestazione del 28 febbraio. Sprezzante della volontà della maggioranza della popolazione, il governo ha continuato anche dopo lo sciopero generale del 26 marzo, pubblicando la circolare sui libri di testo che sta diventando il vero cardine per l’attuazione della riforma e sta portando alla divisione i collegi docenti e da lì la scuola pubblica italiana.Naturalmente noi ce lo auguriamo, ma possiamo sperare ragionevolmente che una quarta manifestazione nazionale riesca da sola là dove non sono riuscite le prime tre?
Per che cosa è dunque fondamentale manifestare sabato, in modo da aprire una prospettiva concreta per la soddisfazione delle rivendicazioni?
Fin dall’anno scorso, ma in modo sempre più insistente durante e dopo queste manifestazioni, una parola d’ordine è emersa con chiarezza dalla base: la richiesta dello sciopero generale unito della scuola, per il ritiro immediato del primo decreto, per aprire la strada all’abrogazione della legge.Il varo delle ulteriori circolari ha reso sempre più urgente e necessario questo sciopero, questa unità.Ma incredibilmente non si è ancora arrivati allo sciopero generale unito e constatiamo che tutto viene fatto, meno che questo.
Il rischio è evidente. Senza una reale prospettiva in questo senso, le manifestazioni e le diverse iniziative rischiano di contribuire a diluire il problema dello sciopero generale della scuola, immediato, nell’unità, come rischia di succedere il 21 maggio con lo sciopero della funzione pubblica.
Decine e decine di eletti nelle istituzioni, sindacalisti, parlamentari, giornalisti e intellettuali, delegati sindacali hanno sottoscritto in queste settimane l’

“Appello per lo sciopero generale immediato”
uscito dall’Incontro Nazionale dei delegati di Parma dello scorso 3 aprile.
E allora: nel comunicato di convocazione della manifestazione del 15 maggio si legge che essa è

“per lo sciopero generale”.
Ad essa hanno aderito anche CGIL e CISL.
Noi ci interroghiamo: i dirigenti sindacali che hanno aderito alla manifestazione di sabato non hanno la responsabilità precisa di annunciare dal palco, sabato, che se il decreto non sarà ritirato essi organizzeranno subito il più grande sciopero generale mai visto nella scuola ed eventualmente bloccheranno l’inizio dell’anno scolastico, poiché non è possibile accettare il caos e la distruzione che stanno emergendo?Non hanno la responsabilità di aprire questa prospettiva al grande movimento che ancora una volta si metterà in moto, dimostrando la sua disponibilità alla lotta?
Noi siamo prima di tutto per la chiarezza: i dirigenti sindacali che parteciperanno alla manifestazione

“per lo sciopero”
sono gli stessi che possono proclamarlo e annunciare al governo il blocco delle scuole e la mobilitazione fino al ritiro del decreto, ora e a settembre.
Come si potrebbe comprendere se questo annuncio non venisse ancora fatto?
Nei giorni scorsi il ministro ha dichiarato di essere disponibile a “trattare” con i sindacati l’applicazione della riforma per quello che riguarda il tutor, le cui modalità andrebbero inserite nel contratto.
La nostra posizione è sempre stata chiara e la ribadiamo:
è normale che un sindacato tratti, ma su quale base?Esiste una condizione preliminare per ogni trattativa, il rispetto del mandato che gli insegnanti e i genitori hanno chiaramente espresso: abrogazione della “riforma”, no a qualunque criterio per il tutor, ritiro del decreto e delle circolari.
Nessuna “contrattazione” può chiamarsi tale sulla base della distruzione della scuola pubblica. Nessuna contrattazione può essere accettata su “come” applicare una riforma distruttiva, su come inserire elementi (quali il tutor) che costituiscono proprio uno degli elementi più devastanti della legge.


Da parte nostra sosteniamo pienamente la Lettera Aperta lanciata dall’assemblea degli insegnanti della scuola Sibilla Aleramo di Torino che dice:

“Non ci stancheremo mai di indirizzarci ai dirigenti sindacali per chiedere l’unità, perché convochino lo sciopero generale, ma in modo altrettanto fermo poniamo il problema: possiamo aspettare all’infinito che i dirigenti sindacali realizzino l’unità di cui abbiamo bisogno? (…) Di fronte alla gravità della situazione e alla non proclamazione e preparazione dello sciopero generale della scuola, non è arrivato il momento di discutere noi stessi di come preparare lo sciopero, di come costruirlo nell’unità a partire dalle nostre scuole?”


A tutti quelli che manifesteranno sabato, a tutti i nostri contatti, noi proponiamo di riunire le assemblee delle scuole, invitare i rappresentanti sindacali, discutere la Lettera Aperta della Sibilla Aleramo, votare mozioni, eleggere i delegati.

Ai dirigenti sindacali diciamo: i lavoratori, gli insegnanti, i genitori sono pronti e lo hanno dimostrato a più riprese, ora la responsabilità è vostra:
non c’è più un minuto da attendere, annunciate lo sciopero generale della scuola per il ritiro del decreto e delle circolari, per aprire la strada all’abrogazione della legge 53/2003!
A tutti gli eletti nelle istituzioni, i dirigenti dei partiti, gli intellettuali, i delegati e i responsabili sindacali diciamo: sostenete questa posizione, unitevi a noi nella richiesta dello sciopero generale immediato della scuola.


“Manifesto dei 500”, 11 maggio ‘04

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