Verbali integrali della delegazione al Senato della Repubblica – Roma

Lettere dalla scuola

Corrispondenza tra insegnanti e genitori promossa dal “Manifesto dei 500”.

n. 12 dicembre 2003

Presentazione

L’11 dicembre 2003 una delegazione di 13 insegnanti e genitori delle province di Torino, Milano, Genova, Lodi, Varese, Parma e Reggio Emilia è stata ricevuta al Senato dalla VII Commissione. In questa occasione la delegazione ha svolto anche incontri personali con alcuni senatori.
La delegazione rappresentava le decine e decine di assemblee di tutta Italia che hanno votato l’ “Appello per l’abrogazione della riforma Moratti e il ritiro del decreto sul tutor” , lanciato al termine della “Conferenza Nazionale” che lo scorso 24 maggio aveva riunito a Milano 95 insegnanti e genitori delle province di Torino, Milano, Parma, Lodi, Pisa, Firenze, Ravenna e Varese. La delegazione rappresentava inoltre le più di 25.000 firme raccolte sull’appello.

Nella sola provincia di Torino sono 28 i circoli didattici e gli istituti comprensivi che lo hanno votato, per più di 100 plessi e scuole.
Le assemblee delle province di Torino, Milano e Varese si sono regolarmente concluse con l’elezione di rappresentanti, incaricati di riunirsi nelle assemblee dei delegati e di organizzare e strutturare la mobilitazione. In molte altre province si sono invece costituiti comitati e coordinamenti che svolgono simili funzioni.

In questo numero di “Lettere dalla scuola” pubblichiamo i verbali integrali degli incontri in Senato e la dichiarazione che la delegazione ha approvato al termine dei lavori.
Come si potrà vedere, la delegazione stessa ha deciso di costituirsi in comitato organizzativo dell’ “Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città, per l’abrogazione della riforma Moratti e il ritiro del primo decreto applicativo” che si terrà all’inizio del prossimo anno con l’obiettivo di allargare e coordinare sempre meglio la mobilitazione in difesa della scuola pubblica. Questo comitato organizzativo ha convocato per il prossimo 17 gennaio il primo incontro.

A tutti i lettori di Lettere dalla scuola rilanciamo l’invito: diffondete questo numero, convocate le assemblee, votate mozioni che si esprimano chiaramente per l’unità, per il ritiro del decreto applicativo, per l’abrogazione della “riforma”. Su questa base designate i delegati per l’incontro nazionale.

Il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica” viene promosso nell’ottobre del 1999 da 500 insegnanti e genitori di Torino, Milano e Lodi. Più di 15.000 insegnanti e genitori di 20 province italiane hanno aderito. Nel rispetto delle tradizioni culturali, pedagogiche, didattiche, politiche, religiose di ognuno, il “Manifesto” si batte per unire più largamente possibile gli insegnanti, i genitori, gli studenti, le organizzazioni sindacali in difesa della scuola pubblica. Il “Manifesto dei 500” ha organizzato in questi anni manifestazioni, assemblee, riunioni pubbliche, conferenze in tutta Italia e ha promosso delegazioni che sono state ricevute in Parlamento, al Ministero e a Palazzo Chigi. Insieme al “Coordinamento insegnanti e genitori” di Roma e Firenze e a rappresentanti di altri gruppi, associazioni, sindacati e partiti di tutta Italia, ha dato vita ad un “Comitato Nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica”. Tutte le iniziative sono completamente autofinanziate. Contatti: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “S. Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149 Torino. E.mail: [email protected] Sito Internet : manifestodei500.altervista.org


Dichiarazione della delegazione di insegnanti e genitori
al termine degli incontri in Senato dell’11 dicembre

Oggi, 11 dicembre 2003, una delegazione di 13 insegnanti e genitori delle province di Torino, Milano, Genova, Parma, Varese, Lodi, Reggio Emilia, in rappresentanza delle più di 25.000 firme raccolte in tutta Italia a sostegno dell’ “Appello per l’abrogazione della riforma Moratti e il ritiro del primo decreto applicativo”, è stata ricevuta in Senato dalla VII Commissione. Per approfondire la discussione e avere più elementi possibile con i quali rendere conto al Paese, la delegazione ha anche realizzato alcuni incontri personali con membri della commissione stessa.
I senatori incontrati sono:
Franco Asciutti, presidente della VII Commissione, Forza Italia
Chiara Acciarini, capogruppo DS in VII Commissione
Bevilacqua, vice-presidente della VII Commissione, AN
Favaro, membro della VII Commissione, UDC
Gaburro, membro della VII Commissione Forza Italia
Gli esponenti dei Verdi e di Rifondazione contattati non hanno dato disponibilità per incontri.
Nei prossimi giorni la delegazione si impegna a pubblicare i verbali integrali degli incontri.

Noi abbiamo potuto innanzitutto constatare perplessità, dubbi, incertezze sul contenuto del decreto da parte degli esponenti della maggioranza ascoltati. Citiamo per esempio la presa di posizione del presidente Asciutti che ha detto: “Io non darò parere positivo al decreto così com’è, in particolare sul Tempo Pieno che in questo modo viene abolito. Il mio parere è solo consultivo, ma ha un peso politico e, per ciò che può valere, io mi batterò per il mantenimento del Tempo Pieno così com’è oggi”.
Rileviamo tuttavia che nel momento in cui la delegazione ha cercato di approfondire questa frase, parlando della titolarità degli insegnanti, dei programmi, del “tutor” e specialmente dell’abrogazione degli articoli di legge che istituiscono proprio il Tempo Pieno, la discussione è stata bruscamente troncata. Questo fatto, ripetutosi in VII Commissione, evidenzia a nostro modo di vedere una difficoltà politica evidente.
Risulta inoltre preoccupante la disinformazione completa che alcuni senatori hanno dimostrato sulle conseguenze dei provvedimenti (persino, in due casi, sul contenuto della legge stessa) e specialmente una preoccupante mancanza di conoscenza della materia in discussione.

Durante gli incontri è arrivata la notizia degli emendamenti al decreto proposti dallo stesso governo.
Le novità introdotte consistono nel fatto che si prevede di assegnare l’organico alle scuole non solo per coprire le 27-30 ore settimanali, ma fino a 40 ore. Tale cambiamento verrebbe introdotto solo per il prossimo anno, mentre per gli anni successivi il governo si riserva di tornare al testo precedente.

La delegazione si è trovata concorde nel dire chiaramente: il cambiamento introduce novità solo per quello che riguarda il concetto di “tempo scuola”, ma lascia intatti gli elementi distruttivi della legge e del decreto: la distruzione dei Programmi Nazionali, l’istituzione del tutor, del Portfolio delle competenze, dei Piani di Studio Personalizzati, la distruzione della titolarità di due insegnanti ogni classe a Tempo Pieno e di tre ogni Modulo. La sola garanzia degli organici (peraltro limitata ad un anno) non può essere confusa nemmeno con la difesa del Tempo Pieno, la cui esistenza è rimessa in causa dall’insieme del decreto, dal tutor, dalle abrogazioni dell’art. 16 (confermate), dalla fine della titolarità di due insegnanti ogni classe.

Questi “aggiustamenti” del ministro riflettono le difficoltà del governo emerse chiaramente nei colloqui con la nostra delegazione, difficoltà conseguenti alla mobilitazione dei mesi scorsi.
Essi contengono un significato e un pericolo chiaro: concedere qualcosa in questo momento pur di far passare le parti più distruttive della legge e i primi elementi di dislocazione necessari a portare poi a termine il progetto di distruzione del Tempo Pieno stesso.

L’introduzione del tutor, con la creazione di insegnanti di serie A titolari sulla classe e di altri di serie B, destinati a gruppi flessibili e mensa, è l’elemento centrale per portare avanti questa distruzione, in particolare per arrivare ai Piani di Studio Personalizzati, all’eliminazione dei programmi nazionali e dei diplomi, al Portfolio…
Noi mettiamo in allerta tutti: attenzione alla divisione che si vuol creare tra gli insegnanti per far passare la legge, arrivando persino a prevedere carriere differenziate. Attenzione alla divisione che si vuol creare tra insegnanti e genitori, slegando il problema del “tempo scuola” dal problema della titolarità.

Per tutti questi motivi noi ribadiamo la linea espressa in questi mesi: solo il ritiro del decreto e l’abrogazione della legge potranno aprire la strada alla difesa e allo sviluppo della scuola pubblica.
Oggi più che mai è necessario spiegare con pazienza quello che è in gioco, la portata generale della legge, l’abbassamento culturale a cui si va incontro, i problemi psicologici, affettivi, relazionali che la riforma introdurrebbe, l’attacco ai diritti dei bambini e delle famiglie, a partire da quelle che dispongono di minori strumenti, sanciti dalla Costituzione.

Noi ci rivolgiamo ai dirigenti sindacali che nelle scorse settimane avevano preso posizione per il ritiro del decreto: oggi più che mai è necessaria l’unità in questo senso. Oggi più che mai è necessario non cedere alle trappole del governo. Ribadite il vostro NO, chiedete l’abrogazione della legge, non dividetevi.

Da parte nostra, per aiutare la mobilitazione in questo senso, per l’unità, per l’abrogazione della “riforma”, per allargare l’informazione, decidiamo di costituirci in “Comitato organizzativo dell’Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città” che aderiscono all’Appello della Conferenza Nazionale del 24 maggio scorso e di fissare fin d’ora per il 17 gennaio una prima riunione per promuovere insieme e organizzare l’incontro.

A tutti rilanciamo la nostra linea: convocate le assemblee, votate mozioni di sostegno all’appello o comunque che si esprimano chiaramente per l’unità, per l’abrogazione della legge, per il ritiro del decreto, eleggete i vostri delegati per l’incontro nazionale.

La delegazione, 11 dicembre 2003

Nota: gli emendamenti proposti dal governo a diversi articoli (7 e 10 in particolare) sono condensati nell’introduzione di un art. 14-bis: “Al fine di realizzare le attività educative di cui all’art. 7, commi 1,2, 3 (scuola elementare: 27 ore settimanali + 3 facoltative + altre 10, al massimo, facoltative) e all’art. 10, commi 1, 2, 3, (scuola media: fino a 40 ore) è confermato, in via di prima applicazione, per l’anno scolastico 2004-2005, il numero dei posti attivati complessivamente a livello nazionale per l’anno scolastico 2003-2004 per le attività di tempo pieno e tempo prolungato ai sensi delle norme previdenti. Tale numero costituisce per gli anni successivi il numero massimo dei posti attivabili agli stessi fini”.

Da dove arriva l’“Appello per il ritiro del decreto sul tutor e l’abrogazione della riforma Moratti”? Il 22 maggio scorso, su iniziativa del “Manifesto dei 500”, 480 insegnanti e genitori hanno manifestato a Torino alla “Galleria d’Arte Moderna” per l’abrogazione della “riforma” Moratti. Al termine hanno approvato un “Appello per il ritiro del decreto che istituisce il tutor e sopprime il Tempo Pieno e i Moduli”. Questo appello è stato ripreso e integrato dalla “Conferenza Nazionale” che il sabato successivo ha riunito a Milano 95 insegnanti e genitori delle province di Milano, Firenze, Pisa, Varese, Ravenna, Lodi, Parma, Torino. L’appello invita le assemblee delle scuole a riunirsi, ad adottarlo, a eleggere i delegati e si rivolge ai dirigenti sindacali perché organizzino la mobilitazione unita. Nei mesi successivi decine di assemblee hanno adottato l’appello e migliaia di insegnanti e genitori lo hanno sottoscritto. Nel rispetto delle decisioni prese alla Conferenza Nazionale, le assemblee dei delegati di Torino, Milano e Varese hanno lanciato la proposta di un “Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città” per il prossimo gennaio 2004. Contatti: Lorenzo Varaldo, c/o sc. el. “S. Aleramo”, v. Lemie, 48, 10149 Torino. Rita Defeudis, 02/94965090. E.mail: [email protected] Sito Internet: http://manifestodei500.altervista.org cicl. in proprio, c. Marconi 34.


Verbali integrali della delegazione del “Comitato nazionale di collegamento per la difesa della scuola pubblica”
Senato della Repubblica – Roma 11 dicembre 2003

Incontro con il Sen Franco Asciutti (FI)
(Verbale a cura di Rita Defeudis)

Lorenzo Varaldo (ins. coordinatore “Manifesto dei 500): “Senatore la ringraziamo per averci accordato questo incontro; la nostra delegazione è stata già ricevuta da lei una anno e mezzo fa. In quell’occasione la Legge era in discussione e in quanto Legge delega molti contenuti non erano ancora ben definiti, anche se noi affermavamo già allora che esisteva una direzione precisa. Oggi alcuni nodi sono emersi e siamo di fronte al primo decreto applicativo per la scuola materna/elementare e primo anno delle medie. Entrerei nel merito del punto relativo al TP: riguardando i resoconti del nostro incontro precedente lei aveva detto che nulla era decretato, ma ora sono chiaramente emersi gli indirizzi del governo. Lei nella sua relazione alla VII Commissione del 26/11/03 dice testualmente: ” …il tempo scuola nella sua massima espansione raggiunge le 40 ore e si configura come tempo pieno….” Questa formulazione, ideata dal Ministro Moratti e supportata dalla senatrice Aprea è falsa poiché tutto si concretizza nel comma 4 art. 7: “l’organico viene dato per soddisfare l’organico sulle 27/30 ore…”. Ora, si può dare alle scuole l’orario che si vuole e dire che gli insegnanti lo possono coprire, ma se non c’è l’organico non c’è più la titolarità e quindi non c’è più la possibilità di coprire questo tempo scuola, con le immaginabili conseguenze dequalificanti per la scuola: 50/60 bambini in mensa per ogni insegnante, oppure appalti ai privati, gruppi flessibili… Questo vuol dire che si liberano ore, ma si creano molti problemi, come la gestione di gruppi molto numerosi o aprire le scuole ai servizi esterni. Quindi la questione dell’attribuzione degli organici è fondamentale per garantire sia il TP sia il modello dei Moduli. Lei come si pone di fronte a questo problema?”

Sen Asciutti, presidente VII Commissione, Forza Italia: “Prima di tutto lei non può dire che io ho detto il falso. Qui siamo in Parlamento e bisogna misurare le parole…. Oggi non siamo in una fase di discussione bensì di audizione ma posso superare l’ostacolo e dire quello che penso: io in sede di VII Commissione ho puntato l’indice al Governo rispetto al problema del TP e proprio ieri il Governo ha recepito ciò che ho affermato io, ma che è stato affermato anche da più parti, ossia da varie forze politiche e nella Conferenza Stato/ Regioni si porranno emendamenti affinché si legiferi nel senso che il TP resti.”

Guido Montanari (genitore, docente Politecnico Torino, presidente Consiglio d’Istituto): “Cercheremo di stare più attenti al linguaggio, ma qui in effetti esiste un problema su cos’è il Tempo Pieno e sul fatto che si possa davvero salvare senza ritirare il decreto. Io sono un genitore del M500 e sono anche un docente universitario, dico questo perché desidero che sia chiaro che le nostre preoccupazioni riguardano non solo le questioni degli insegnanti, ma tutto la scuola, il livello culturale, i problemi psicologici… Come movimento siamo impegnati già dai tempi della riforma Berlinguer e le nostre posizioni già note vengono riprese oggi. Il problema è che questo decreto applicativo tocca i modelli qualitativi della scuola del TP e dei moduli e anche se ci saranno degli emendamenti questi saranno palliativi, poiché dal decreto si legge l’abrogazione degli art. 129 e 130 del TU, articoli che delineano la struttura della nostra scuola, del tempo pieno e dei moduli: perché abrogare questi articoli, cioè proprio quelli che istituiscono il Tempo Pieno, se si dice che si vuole conservare il tempo pieno? Abbiamo molte perplessità che non vengono certo superate da possibili emendamenti non risolutivi per ciò che ci sta a cuore.

Sen Asciutti: “La mia perplessità, che trapela dalla relazione in VII Commissione, era che il TP sparisse. Nella mia relazione si evince chiaramente questa perplessità ed ho anche detto al Ministro Moratti che il giudizio in merito era negativo. Di conseguenza il Governo ha recepito la situazione ed il Ministro ha affermato che non era intenzionato a distruggere il TP. Oggi c’è un chiarimento dal governo e noi chiediamo che ci sia chiarezza:l’ importante è che il TP rimanga così com’è. Ora si deve superare il problema aggiungendo un comma o togliendo l’abrogazione. Mi rendo conto che questa commissione non ha potere deliberante, ma il nostro parere, quello che uscirà di qui, ha un peso politico molto grande. E io vi posso dire: io non darò mai parere positivo alla distruzione del Tempo Pieno.

Monica Alfonsi (insegnante, Genova): Dal punto di vista della qualità il TP come concepito dal decreto è abolito e così la contitolarità…

Sen Asciutti: A me interessa che il TP resti, il come lo discuteremo, è una competenza del Governo. Certo che il tempo mensa + il tempo scuola fa cambiare il calcolo dell’organico…

Varaldo: Volevo approfondire il problema dell’insegnante tutor in rapporto a quello che dice lei sul fatto di salvare il Tempo Pieno. Il punto è questo: il tutor è incompatibile con il Tempo Pieno. Se si vuole davvero salvare il Tempo Pieno bisogna salvare la contitolarità di due insegnanti ogni classe.

Sen Asciutti : Io comprendo la vostra posizione ma è una scelta politica del Governo e non intacca l’utenza…

Varaldo: Guardi che secondo noi intacca…

Sen Asciutti: Per me no…

Varaldo: Se consideriamo che il tutor svolge 20/21 ore come responsabile, poi aggiungiamo due o tre ore di inglese, due di religione, agli altri cosa resta? Lei capisce che non c’è più posto per una seconda titolarità, e così si inducono le scuole a fare i gruppi flessibili… E’ chiaro che per chi non è tutor resta mensa e pura assistenza. E’ esplosivo: introdurre il tutor significa avere insegnanti di serie A e di serie B…

Sen Asciutti: Se è tutto tempo scuola è tutto tempo scuola… Se da qualche parte è altro, è altro

Varaldo: Ma se…

Sen Asciutti: Guardi è una scelta precisa del Governo, è una scelta politica

Alfonsi: Ma come il Governo ha motivato la scelta didattica della figura del tutor? Perché forse non si è riflettuto che certe scelte del Governo o politiche distruggono la qualità didattica nelle scuole?

Sen Asciutti: Sentite io non sono mai stato in linea con la scelta della moltiplicazione degli insegnanti alle elementari, già al tempo dei moduli. Io preferivo la figura del maestro unico per i primi due anni, questo trova motivazione per le esperienze che ho avuto sia per i miei figli sia per i miei nipoti. Io ho avuto un unico maestro e tutto era più semplice… Sono scelte politiche…

Montanari: Sta passando il discorso nostalgico che il tutor ripristinerà il maestro unico ma non è così, tutto è invece chiaramente deleterio e dequalificante… Quello che emerge non è un maestro unico, né un maestro prevalente, ma i gruppi flessibili e il caos

Sen Asciutti: Non è questo…

Montanari: E’ peggio, è una sorta di divisione netta, è una regressione di qualità…

Sen Asciutti: Per me non è così , chi è tutor oggi non lo sarà domani, dipende dalla gestione dell’autonomia della scuola. Se c’è autonomia e gli insegnanti sono tutti allo stesso livello, sarà cura della scuola la rotazione…

Alfonsi: Quante contraddizioni tra le sue parole e quello che c’è scritto sulla Legge e sul decreto! Ad esempio si legge che sarà il Dirigente a scegliere il tutor e che questo avrà obblighi di permanenza…

Sen Asciutti: Il DS avrà la responsabilità della rotazione… dipende dall’autonomia scolastica. Io contesto l’autonomia, ne vorrei di più…

Varaldo: Tra i documenti della riforma ci sono i famosi schemi orari: 64 pagine di schemi che evidenziano l’esplosione della molteplicità delle figure degli insegnanti. Il problema è che questo sarà devastante anche a fronte di adattamenti vari e sarà il caos… Lei parla di critiche al modello dei moduli. Certo si può discutere di tutto, ma una cosa è certa: il Tempo Pieno è ancora un modello in cui ci sono le classi, due punti di riferimento stabili, una continuità. Anche i Moduli, specialmente il 3 su 2, conservano una certa stabilità. Non lo dico in assoluto, ma rispetto a quello che potrebbe succedere con i gruppi flessibili… Lei ha detto che il parere della VII Commissione è pesante per le decisioni del governo. Le chiediamo che la VII commissione esprima un parere pesante anche sulla questione del tutor…

Sen Asciutti: La VII Commissione valuterà cosa esprimere…

Varaldo: Noi siamo qui per dialogare…

Sen Asciutti: Guardi, ora vi saluto, non posso dedicarvi altro tempo e poi lei mi ha già offeso un volta.

Incontro con la Senatrice Acciarini (DS)
(verbale a cura di Rita De Feudis)

Montanari: La ringraziamo per aver ricevuto la nostra delegazione. Siamo qui a chiederle come senatrice dell’opposizione quali iniziative avete in atto per fermare il decreto. Noi vogliamo sottolineare che: – per la salvaguardia del TP ci sono state manifestazioni in tutt’Italia poiché si eliminano i due insegnati per ogni classe e l’orario delle 40 ore, di conseguenza si eliminano anche i moduli; -l’introduzione del tutor elimina la contitolarità; Lo stesso Sen Asciutti afferma che il decreto distrugge il TP. Ora voi come membri all’opposizione vi siete attivati ascoltando le richieste dei genitori, degli insegnanti e dei sindacati e come avete contribuito alla costruzione della resistenza contro questo decreto? Cosa fa in concreto l’opposizione? Pensi che noi solo con forme di autofinanziamento abbiamo raccolto 25.000 firme per il No al decreto ed il ritiro della Legge, abbiamo formato delegati nelle scuole, istituito assemblee informative, formato assemblee dei delegati…. Quindi sono azioni che partono dal basso senza sovrapposizioni ai partiti o ai sindacati, ma che fanno capire a chiunque che se si vuole davvero contrastare con i fatti e non solo a parole si può agire e la gente risponde…

Sen Acciarini (capogruppo DS in VII Commissione): In questi giorni alla VII Commissione ci sono stati tanti lavori… io sto presidiando la Commissione perché c’è una sorta di “sfilacciamento” dei lavori parlamentari perché il Governo ha poco interesse all’interlocuzione con la Commissione…io devo sorvegliare.. Io sono convinta che ci sia l’eliminazione del TP tant’è che penso ci sia ignoranza, ossia non conoscenza da parte della Moratti, che fa solo ragionamenti quantitativi e non qualitativi e pensa che l’importante sia far passare la Legge, poi in qualche modo si farà. Così la Moratti afferma che il TP ci sarà, ma in realtà è un grosso attacco al Tp, è la sua distruzione. Per quanto riguarda il tutor, io sono d’accordo con quanto lei asserisce, tanto più che l’istituzione del tutor è anticostituzionale. Infatti quando in Aula il sen Valditara disse:”ci sarà il tutor…è scritto nella legge…” io andai a rileggere la Legge ma non trovai nulla, quindi si utilizza la Legge delega con eccesso di potere. Questa è un’invasione totale sul piano dell’area dell’autonomia e in quella delle OO.SS: il nostro giudizio è molto pesante. Mi chiedete cosa faremo noi… bene, in terza lettura del decreto c’è stata opposizione e mi sono auspicata che si fossero girotondi intorno al Palazzo come per la Legge Cirami e invece… Credo che si sia fatto molto come opposizione… Adesso penso che molte persone che affermavano che i decreti sarebbero stati migliori della Legge si debbano ricredere fortemente e non immagino il caos che ci sarà con i successivi decreti per le scuole superiori… Ora come Parlamento non c’è molto da fare anche se penso che istituzionalmente dobbiamo usare tutti gli spazi di discussione generale. Sarà presentato un parere sapendo che entro il 23/1/03 il Ministro Moratti potrà emanare il decreto. Devo dire che faremo navigazione a vista considerato che ci potranno essere tre ipotesi:
– che si arrivi ad un decreto con affermazioni specifiche tipo: “il tempo pieno non si tocca” questo è possibile, bene anche perché Asciutti ha sempre un atteggiamento molto intelligentemente critico nelle audizioni;
– che si arrivi ad una contrapposizione, ossia pareri diversi tra Governo e Conferenza Stato / Regioni;
– che i tempi decorreranno senza un giudizio, in modo che la Moratti possa comunque emanare il decreto senza pareri parlamentari, cosa che comporterebbe una grande responsabilità e difficoltà del Governo per aver voluto agire senza i pareri.
Noi come opposizione stiamo valutando quale di queste tre strade può essere più utile per bloccare il decreto. Noi vogliamo dialogare/discutere, così chiediamo le audizioni perché vogliamo essere ascoltati. Conterà molto quanto accadrà nel Paese… anche se ho l’impressione che qualcosa cambierà ad esempio ieri nella Conferenza Stato/Regioni qualcosa è stato deliberato come emendamento… Ma sapete, la Moratti per motivi vari di tipo decisionalistico ha intenzione di procedere come un carro armato su quanto prevede con il suo decreto. Lei, non avendo esperienza viva di scuola, non si rende conto di quanti danni ha arrecato ed arrecherà.

Roberta Roberti (ins. Parma): Le tematiche enunciate sono state molto dibattute, c’è un altro aspetto che non si considera mai: chi difende i diritti dei bambini di avere una reale qualità didattica che con l’applicazione del decreto viene a mancare? Io insegno alle superiori e ogni giorno emergono dai ragazzi carenze avute nella scuola…

Sen Acciarini: Scusi ma questo interessa alla gente, alla società? Perché guardi che è un discorso complesso quello della scuola e la gente non fa girotondi forse perché non capisce fino in fondo la tematica trattata ed i rischi verso i quali si va incontro. Il contenimento dei danni potrebbe essere un vantaggio, ma poi ci sono altri problemi e le attenzioni si spostano… ad esempio la scuola superiore e il problema del doppio canale… quanti nella società hanno davvero capito? Forse dovremmo affermare che se noi dovessimo tornare a Governare dovremmo valorizzare di più la scuola. Forse ci vogliono messaggi forti da portare fuori dal Palazzo…

Montanari: Guardi, ci sono due aspetti ben precisi da considerare ora nell’immediato senza aspettare che si vada nuovamente al Governo: – quale mobilitazione? – cosa concretamente fate voi all’opposizione? Sulla mobilitazione sappiamo quanto sia impegnativo, ma anche estremamente semplice se si vuole affrontare davvero, perché la gente capisce se le si parla…. Lei afferma che se voi tornate al Governo valorizzereste di più la scuola ma D’Alema ha chiaramente affermato che se tornate al governo ci sarà una prosecuzione di questa Riforma. Questo è grave, la gente vuole discontinuità, vuole l’abrogazione… Questo Governo ha agito perché ha trovato la strada spianata!

Sen Acciarini: Sa, non è così semplice…

Montanari: Dal punto di vista degli insegnanti noi sosteniamo lo sciopero generale se il decreto venisse approvato. Ma Epifani, pur avendo questa richiesta urlata dalla piazza non l’ha detto. Dobbiamo lavorare affinché ci sia unità tra i lavoratori ed i sindacati. Noi a questo proposito ci stiamo attivando nelle scuole per organizzare un Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città per l’abrogazione della riforma Moratti e il ritiro del primo decreto applicativo.

Capisce che è inconcepibile che voi dell’opposizione parliate di girotondi quando la gente spontaneamente davanti alle scuole chiede, si organizza in assemblee, raccoglie firme si mobilità… è assurdo un comportamento simile da parte dell’opposizione… ed è oltretutto grave ed inaccettabile..

Sen Acciarini: In sincerità se ci saranno cambiamenti di Governo questi saranno in continuità ma non con le idee della Moratti: prevedo una sorta di continuità nella discontinuità. Ciò ha trascinato il nostro responsabile scuola Ranieri ad affermare che bisogna fermare certe posizioni, quindi posso affermare che D’Alema rappresenta una minoranza, dissento e sono pronta a strappare la mia tessera se avvenisse quanto da lui affermato… Detto ciò io affermo che la discontinuità deve essere assoluta con scelte compiute dal punto di vista qualitativo. La Moratti non pensa così infatti lei non ha chiesto risorse che possano potenziare la scuola. Noi le chiederemo per – recuperare il discorso 0/6 anni che permetta flessibilità di sperimentare l’anticipo alle famiglie; – continuità delle elementari/medie perché è un discorso che investe gli istituti comprensivi; – progetto unitario dei licei poiché per noi era buono l’innalzamento ai 18 anni; – progetto solidale con gli insegnanti che sono stati molto penalizzati. Credo noi dovremo agire non in continuità ma dicendo che alcune cose le cambiamo all’interno di ciò che c’è, quindi non differenze sostanziali: ad esempio sì a differenze salariali non per carriere ma per sperimentazioni didattiche, cioè legate solo al momento di attuazione. Una volta al Governo dovremo attuare un intervento deciso perché gli insegnanti sono stati molto bastonati: -con Berlinguer tramite concorsone; -con De Mauro per mezzo di affermazioni tipo”gli insegnanti hanno stipendi da fame” e non c’è stato nulla di concreto; – infine con la Moratti che li ha mortificati in pieno tagliando addirittura i posti di lavoro e la dignità della professione. La scuola ha qualità, ha potenzialità da valorizzare, bisogna lavorarci con progetti forti…

Roberti: A proposito degli Istituti Tecnici, c’è desiderio di salvaguardarli perché ora c’è calo degli iscritti immagini poi col doppio canale… c’è confusione d’informazione..

Sen Acciarini: Guardi noi siamo comunque per dare a tutti gli Istituti superiori il termine di Licei, perché solo così si attribuisce a tutte le scuole superiori pari dignità: stesso termine ma caratteristiche precise per esaltarne le specificità.

 

Incontro con Bevilacqua (AN), Favaro (UDC) e Gaburro (Forza Italia)

(verbale a cura di Maria Grazia Viotto)

Varaldo : Siamo qui, oggi, in rappresentanza di diverse province italiane per riuscire ad approfondire con voi alcuni argomenti che ci stanno particolarmente a cuore sulla Legge 53. Abbiamo raccolto nelle nostre scuole e nel territorio di provenienza 25.000 firme perché la legge sopra citata venga abrogata e il decreto ritirato. Riteniamo che questa legge e il relativo decreto non rispondano alle reali esigenze della scuola, anzi che ne distruggano la struttura e la funzionalità. La chiave del problema sta nella non garanzia di due insegnanti titolari sul tempo pieno e di tre o quattro insegnanti sul modulo e nel ruolo del tutor.

Bevilacqua interrompe Varaldo ed esce nel corridoio a chiamare altri due esponenti della VII Commissione per estendere il dialogo e l’informazione.

Entrano nella sala Favaro ( UDC) e Gaburro (Forza Italia).

Varaldo: Stavo parlando con il senatore Bevilacqua dell’importanza di chiarire alcune cose della Legge 53 sulla quale la Commissione di cui voi fate parte sarà chiamata ad esprimere un parere. Stavo appunto dicendo come il nocciolo della questione sia da ricercare nella mancanza di riconoscimento della titolarità di due insegnanti sulle classi a tempo pieno e di tre o quattro insegnanti sul modulo. Oltre a questo va aggiunta la confusione fra ciò che viene considerato tempo scuola e ciò che invece rappresenta per noi; l’organico sarà garantito in base all’art.7 comma 4 soltanto in riferimento ai comma 1 e 2 che parlano di 27-30 ore di insegnamento. In questo modo la mensa non viene più inserita nel tempo-scuola. Esiste quindi la possibilità che la mensa possa essere gestita da altri esterni alla scuola. Volevo ancora sottolineare come l’istituzione del tutor abbia creato nella scuola una situazione di grande disagio e malcontento, situazione che può diventare esplosiva in quanto verrà a dividere gli insegnanti in insegnanti di serie A ed insegnanti di serie B. Potrà crearsi un problema non indifferente di identità professionale. Il tutor nella legge non c’è. Il tutor non è il maestro unico, è qualcosa che ne sconvolge completamente le caratteristiche.

Bevilacqua (vice presidente VII Commissione) ( interrompe e precisa ): Vede , ci sono due correnti di pensiero: la prima corrente è quella delle famiglie che preferiscono il maestro prevalente….

Favaro : Ma non è detto che il tutor possa creare tutti i problemi che lei dice tra gli insegnanti, perché tutti possono fare il tutor a rotazione

Mara Montagna (insegnante Parma): Ma non è solo un problema gestionale, è un problema di professionalità, di scelta di gruppi di livello, di condivisione di problematiche,…

Favaro : Ma parlerà, avrà il tempo di consultarsi con i colleghi

Montagna: Ma sarà quello che gestirà i problemi con i genitori, che parlerà da solo con le famiglie, mi creda giungo da una scuola che ha sperimentato la riforma e si è giunti proprio a questo.

Bevilacqua: Vedete, è importante fare chiarezza su di un punto: una cosa è non condividere la strategia, un’altra è non condividere il principio. Sul principio è difficile tornare indietro. Se una cosa non va bene in assoluto, è possibile modificarne il percorso, ma non annullarla…….

Varaldo: Guardi (mostra il dossier sul quale sono riportati alcuni punti importanti della riforma e lo consegna ai tre senatori presenti) qui si parla di Piani di Studio Personalizzati. Ci sono ben 64 pagine che sono state dedicate dal legislatore agli orari dei bambini. I bambini possono cambiare continuamente gruppo di lavoro, compagni e insegnanti..

Favaro (interrompe) : Ma se voi rifiutate la figura del tutor non si può discutere.

Varaldo: No, noi siamo qui proprio per discutere, perché riteniamo che il parere della VII commissione sia importante. Il tutor non è il maestro prevalente come Lei sostiene (rivolto a Bevilacqua) , non è neppure il maestro unico.

Con questa struttura , non sento di esagerare, si può arrivare a dei bambini con problemi psicologici. I bambini si trovano a cambiare continuamente insegnanti e compagni. La scuola italiana rischia di esplodere. Viene a mancare la classe e tutto ciò che di positivo essa rappresentava per il bambino .

Favaro : Ma è una scelta pedagogica che altri paesi hanno già fatto.

Monica Bertasi (ins. Varese): Come l’Inghilterra, per esempio, dove è provato che sono aumentati gli abbandoni e gli insuccessi scolastici.

Gaburro : Io non è che ne so molto…….ma come…..nella legge il tutor non c’è????? Cercherò di leggere attentamente il dossier che mi avete dato. Non ho ancora avuto modo di informarmi bene. Avevo già pensato di fare alcune riunioni, io sono di Verona, per chiarire gli aspetti della legge con persone della mia città.

Bevilacqua : Vedete io non dico che tutto sia giusto, ci sono però, come già dicevo, diverse correnti di pensiero.

Anche nelle classi a volte i bambini restano isolati. Qualunque cambiamento fa paura ed è quindi naturale che una legge così faccia paura. Non sempre il cambiamento anche se è positivo viene accolto.

Varaldo : Provi a pensare a quale tipo di isolamento si può creare in una classe dove i bambini hanno 20 mesi di differenza, così come prevede la legge, se sarò costretto a fare il tutor dovrò differenziare perché i ritmi saranno inevitabilmente diversi: avrò nella stessa classe dei bambini fin dall’inizio differenziati negli obiettivi previsti. L’impatto di questo tipo di nuovo è disgregante. I Programmi nazionali non sono disgreganti perché prevedono percorsi comuni per tutti.

Bevilacqua : Sentite, adesso ci sarà il periodo natalizio e si è parlato di non procedere fin dopo Natale, poi si andrà avanti su questa strada, noi ci riaggiorniamo, se la scuola deve crescere io voglio confrontarmi.E’ tutto discutibilissimo, ma io non ci sto a buttare il tutto, anch’io sono non d’accordo su qualcosa. La scuola aveva bisogno di una riforma. La scuola che non funziona.

Montagna: Da molti anni stiamo lavorando sulla scuola e non riusciamo a comprendere perché si debba distruggere un sistema che stava funzionando. La scuola dell’infanzia italiana è riconosciuta a livello europeo e mondiale, la scuola elementare ci viene invidiata da tanti, perché distruggerla?

Bevilacqua : Non dobbiamo fare un discorso ideologico. L’ho già detto, non potete rifiutare come principio altrimenti una discussione non è possibile.

Montagna: Io insegno in una scuola dalla realtà molto complessa, abbiamo la presenza di stranieri, di molti bambini hc.

La compresenza del tempo pieno e la sua organizzazione ci hanno permesso di non dividere i bambini in bambini si serie A, B e C. Abbiamo potuto lavorare seriamente in team con insegnanti con pari dignità professionale.

Bevilacqua : Senta, nelle classi c’è sempre stato chi sta più indietro rispetto agli altri e viene isolato Sono stato anch’io professore nelle superiori e ho avuto questo tipo di esperienza. Non si può fare, lo ripeto un discorso ideologico

Varaldo: Secondo lei noi stiamo facendo un discorso ideologico? Lei ricorderà che ci siamo già incontrati al tempo della riforma Berlinguer….

Bevilacqua: Non dico che voi facciate un discorso ideologico, però….

Varaldo: Ma allora, la sua opinione personale qual è?

Bevilacqua: Non me lo chieda; devo litigare continuamente con mia moglie che è maestra elementare e alla quale il tutor non piace proprio. Ho tanti dubbi anch’io.

Varaldo : Ma, scusi perché allora fare tutto subito? Perché non si tiene conto delle perplessità , dei dubbi, delle manifestazioni della piazza?….

Bevilacqua: Come vi ho già detto, fino a dopo natale non se ne parla, aggiorniamoci, i lavori della Commissione mi stanno aspettando. Leggerò quanto mi avete detto.

Saluta ed esce.

 

Audizione VII Commissione

(verbale a cura di Guido Montanari)

Lorenzo Varaldo: Noi siamo qui in rappresentanza di diverse province e abbiamo portato tutte queste firme (apre la valigia). Si tratta di una testimonianza di una grande resistenza contro questa legge, e in più va considerato che altre decine di migliaia sono state raccolte da altri gruppi, comitati, scuole. In più ci sono decine di mozioni votate nelle assemblee delle scuole, assemblee di insegnanti e genitori uniti. Per avviare questa discussione vorrei partire da un problema che può apparire molto specifico, ma in realtà condensa tutte le questioni: non so se voi sapete che nel decreto si dice che la legge sarà applicata facendo riferimento ai Piani di Studio Personalizzati. Ora in questi piani di studio personalizzati ci sono 64 pagine solo per gli orari della scuola elementare. Voi….

Asciutti: Non ci venga a raccontare cosa c’è scritto nel decreto…

Varaldo: Lo sto dicendo non per lei, che sicuramente conosce molto bene la materia, ma perché sto parlando a tutta la commissione, e abbiamo incontrato senatori, oggi, che non sapevano nemmeno che il tutor non è nella legge….

Asciutti: Forse lei si riferisce a senatori che non sono in VII Commissione…

Varaldo: No, mi riferisco a membri della VII Commissione che ci hanno detto di non aver ancora visto i documenti e di non conoscere la materia. In ogni caso vorrei continuare perché il problema è il seguente: voi capite che 64 pagine solo per gli orari riflettono un problema, e il problema di fondo sono proprio i Piani di Studio Personalizzati e il tutor. I Piani di Studio Personalizzati sono la negazione dei Programmi Nazionali, cioè delle fondamenta della scuola pubblica, dell’uguaglianza dei diritti. E il tutor è lo strumento per attuare tutto questo: sarebbe colui che decide cosa far fare ai bambini, quali livelli raggiungeranno, chi farà di più e chi meno, quali orari scegliere tra le 64 pagine, quanti gruppi flessibili. Quindi il tutor è un vero centro di dislocazione.

Asciutti: Ci sono altre opinioni?

Roberta Roberta: Insegno alle superiori e sono molto preoccupata per quello che la riforma vorrà dire anche in questo settore, ma vorrei riportare l’attenzione su un aspetto che non viene spesso rilevato e cioè quello dei diritti dei bambini. Il diritto ad avere tempi distesi per l’apprendimento che vuol dire avere gli insegnanti, le classi, i compagni, i programmi nazionali. Come si può non pensare a tutto questo e pensare di far ricadere sulle famiglie tutta la responsabilità? I bambini devono essere tutelati anche dalle loro famiglie e dai tagli all’organizzazione che si vorrebbero imporre.
Una senatrice (SDI) interviene per sapere da dove vengono i membri della delegazione
Varaldo risponde e illustra brevemente la storia del Manifesto dei 500..

Monica (insegnante Genova): Anche io vorrei appuntare l’attenzione sui danni di questa riforma e del decreto che la avvia. In particolare sulla personalizzazione dell’insegnamento che viene presentata come una cosa positiva, ma che nei fatti vuol dire l’impossibilità per i bambini di trovare un quadro di riferimento sicuro. La messa in discussione dei diplomi, degli esami, l’introduzione del portfolio sono aspetti fortemente distruttivi della scuola pubblica nazionale. Il tutor non è un maestro unico, ma l’introduzione di una gerarchia tra gli insegnanti.

Il Presidente Senatore Asciutti richiama la delegazione ad essere sintetica perché il tempo ancora a disposizione è molto poco.

Guido Montanari: Sono qui in veste di genitore di due figlie che frequentano la scuola elementare e media. Tengo quindi ad esprimere la mia preoccupazione per le cose già dette riguardanti soprattutto il tutor e la distruzione del tempo pieno, ma vorrei anche portare il punto di vista di una persona che insegna all’università ed ha visto in questi anni come la serie di interventi di taglio alle risorse della scuola pubblica si sia ripercossa su tutto il sistema scolastico fino all’università. Le conseguenze in particolare per quanto attiene alla riduzione dei programmi prevista con la riforma saranno ancora più disastrose. Le discipline (storia, geografia, scienze) saranno studiate soltanto a partire dalla quinta elementare e saranno affrontate in un ciclo unico evitando l’attuale “ripetizione” tra elementare e media. Ho potuto verificare invece, come sia stata arricchente per le mie figlie la possibilità di riprender tutti gli argomenti nei due cicli, con metodi e strumenti nuovi. Con questa audizione noi ci rivolgiamo ai senatori della commissione per dire: “avete una grave responsabilità. Il vostro parere non è “leggero” e può influenzare la ratifica di un decreto distruttivo come questo. Quindi vi invitiamo a riflettere con attenzione sulle conseguenze di questo decreto e ad esprimere un parere negativo.

Acciarini (senatrice DS) : Sono arrivate adesso le modifiche del decreto proposte dal governo a seguito della conferenza Stato Regioni e delle osservazioni dell’ANCI. Sembrerebbe che venga mantenuto il tempo scuola, ma non il tempo pieno come è attualmente impostato sulla base della legislazione vigente. Dovremo approfondire le proposte e valutarle, ma in generale mi sembra di poter dire che emerge esattamente il pericolo di cui si parlava oggi, e cioè che il ministro sia obbligato a mantenere un generico tempo scuola, ma ad abolire nei fatti il tempo pieno. Le ore di lezione restano 27 o al massimo 30 e si arriva quindi al paradosso che potrebbero esserci due ore di mensa al giorno. Su questo ho persino fatto un’interrogazione al ministro Sirchia, visto che si parla molto del problema dell’alimentazione….

Il senatore Asciutti ricorda che ci sono soltanto due minuti ancora a disposizione.

Varaldo: Naturalmente si tratterà di approfondire l’analisi del documento, ma vorrei ricordare che l’attuale tempo pieno è basato sulla titolarità di due insegnanti per ciascuna classe e di tre insegnanti su due classi per il tempo prolungato (moduli). Ora l’attuale decreto abolisce completamente le norme che istituiscono il tempo pieno, i moduli e la titolarità degli insegnanti. Qualsiasi modifica che non garantisca la titolarità degli insegnanti sulla classe deve essere vista come una rinuncia al tempo pieno e anche se fosse garantito il tempo scuola di 40 ore, questo non vorrebbe dire garantire l’attuale tempo pieno e tanto meno la sua difesa in una prospettiva di taglio di risorse che metterebbe ogni singola scuola nella condizione di inventarsi le soluzioni più strane pur di garantire un tempo scuola lungo anche a costo della sua completa dequalificazione. Vorrei fare un esempio legato alla questione dei 5 anni e mezzo e delle conseguenze pratiche che ciò potrebbe avere, conseguenze che vanno ben al di là di ciò che si può immaginare dalla pubblicità del ministro….

Il senatore Asciutti invita la delegazione ad abbandonare l’aula, essendo finito il tempo a disposizione, ricordando che lui stesso deve prendere un aereo per tornare a casa.

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