Una Lettera grave e ridicola nello stesso tempo

Dichiarazione-su-Lettera-Valditara-9-novembre

La Lettera agli studenti del Ministro dell’Istruzione e del “merito” relativa al 9 novembre e alla caduta del Muro di Berlino è un fatto grave, che in questi giorni si aggiunge ad altri fatti molto gravi che caratterizzano i primi passi del governo Meloni.

Diversi commenti più che condivisibili di denuncia di questa lettera sono subito apparsi, da parte di sindacati, associazioni, gruppi, intellettuali.

Da parte nostra mettiamo in evidenza in particolare i seguenti punti. 

1) L’attacco alla libertà d’insegnamento che si manifesta con questa lettera, che detta interpretazioni storiche ufficiali e linee di insegnamento ed è attraversata da un’ideologia evidente e di parte, è gravissimo e nello stesso tempo grottesco. Gravissimo, perché la libertà d’insegnamento è una componente essenziale delle democrazie e il suo attacco si situa sempre su una linea di deriva autoritaria, quando non fascista. Grottesco, perché arriva con una lettera che vorrebbe, a parole, celebrare la libertà! Come dire: in nome della libertà, bene supremo, comincio ad attaccare la libertà! 

La prossima volta che un documento ministeriale tirerà fuori il bla bla bla dello “sviluppare lo spirito critico nei ragazzi” sapremo di che cosa si parla.

D’altra parte, anche il Ministero del “merito” è ridicolo e grave nello stesso tempo. 

2) La lettera contiene tra l’altro evidenti problemi storici. 

  • Il primo è l’identificazione della caduta del Muro di Berlino con la caduta del comunismo. Premesso che è quantomeno discutibile che i regimi sovietici del dopoguerra si possano identificare con il comunismo, un fatto è comunque certo: a Berlino, il 9 novembre 1989, si riunifica la Germania, cioè un popolo, ma non cade il “comunismo”. La caduta dell’URSS è invece del 1991. Che il crollo del Muro si inserisca in un processo di disgregazione del blocco sovietico è un fatto, ma storicamente si tratta di due avvenimenti ben distinti, nei quali gli elementi di continuità si alternano ad altri contraddittori.
  • Una seconda questione che va chiarita è la presunta continuità tra la questione ucraina di oggi e la lotta contro il comunismo. Qui è necessario ristabilire prima di tutto i fatti, peraltro taciuti e mistificati da quasi tutti in questi mesi. L’Ucraina, che storicamente era stata attorno all’anno Mille la culla della Russia, subisce la repressione, lo smembramento e la sottomissione nei secoli da parte di diverse potenze, tra le quali l’Impero zarista, in nome della Grande Russia. Questa repressione viene interrotta proprio a seguito della Rivoluzione dell’Ottobre ’17. Dopo il primo periodo di guerra civile tra le forze della rivoluzione e l’Armata Bianca, l’Ucraina viene infatti riconosciuta come una repubblica all’interno dell’URSS, con diritto a staccarsi in qualunque momento (come voluto da Lenin). É in questo momento che la lingua ucraina e i diritti delle altre minoranze vengono riconosciuti e affermati. É significativo che Putin, nel non riconoscere l’Ucraina, abbia dichiarato che è “un’invenzione di Lenin”. É invece Stalin a riprendere il processo di sottomissione feroce di questo Paese, con deportazioni di massa, di nuovo in nome della Grande Russia. Da qualunque parte si voglia considerare questa realtà, mettere tutto nel grande calderone del “comunismo” è tipico della propaganda, non di una ricerca di un’interpretazione storica rigorose, che sono quantomeno più dialettiche e discutibili. 
  • La terza questione è nuovamente grottesca: insinuare un parallelo tra l’attuale Russia che attacca l’Ucraina e il presunto “comunismo” (meglio, stalinismo) in nome della “grande democrazia” capitalista vuol dire “darsi la zappa sui piedi”, perché il regime di Putin nasce proprio dalla fine del “comunismo” in nome del ritorno al capitalismo! 
  • In effetti, la “riunificazione” dell’Europa di cui si parla nella lettera avviene solo nel senso che tutti i Paesi tornano al capitalismo (come molti, Valditara confonde l’ “Europa” con l’allora CEE, oggi UE). Ma succede anche che il “nuovo ordine mondiale” proclamato immediatamente da Bush-padre e da tutto l’Occidente coincida con il ritorno della guerra in Europa, prima in Jugoslavia e oggi in Ucraina, con timori di allargamento mondiale. Ciò pone noi e i giovani – ai quali Valditara si indirizza con l’obiettivo evidente di stroncare ogni loro aspirazione a rimettere in causa il sistema economico in cui viviamo – di fronte ad una domanda: se siamo passati dalla Guerra Fredda a quella come minimo “calda”, in Europa e in decine di posti nel mondo, non sarà perché il “nuovo ordine mondiale” del capitale è in realtà un disordine che rimette in causa la civiltà? 

3) Il 9 novembre è anche la data della Notte dei Cristalli, l’ondata di pogrom antisemiti nella Germania nazista nel 1938 che portò tra i 1.000 e i 2.000 morti. Che Valditara prenda la penna e scriva direttamente agli studenti, attraverso i dirigenti scolastici, come un “docente dei docenti” al di sopra di tutti, senza nemmeno rendersi conto delle contraddizioni ridicole in cui si infila e facendoci una lezione forzata e falsificata, è un segnale pericoloso e grave. Che non senta la necessità di nominare una delle pagine più nere del nazi-fascismo ci pone di fronte ad una domanda: quale delle due cose è più grave, la lettera grottesca o l’omissione? 

Questo ministro ha fatto parte in passato delle maggioranze parlamentari che hanno attaccato lo studio della storia, a partire dalla scuola primaria. Con questa Lettera l’attacco prosegue con altri metodi.

Più che mai, è il momento di riconquistare questa disciplina e difendere la libertà d’insegnamento! 

“Manifesto dei 500”, 10 novembre 2022

Allegato: Lettera-ministro-Giuseppe-Valditara-8-novembre-2022

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