Lettera aperta ai dirigenti sindacali

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli”

Il 21 dicembre il Senato ha approvato il piano di applicazione della “riforma” dei cicli scolastici. Questo voto ha fatto seguito a quello della Camera del 12 dicembre.

Ancora una volta, esattamente come un anno fa, il Parlamento ha approvato un testo senza alcun reale dibattito, rifiutandosi di approfondire i grandi e innumerevoli problemi che la legge solleva.
Un anno fa i parlamentari avevano approvato la legge dicendo che si trattava solo di “un contenitore”, che le critiche erano ingiuste perché il piano di applicazione avrebbe chiarito tutto…
Esattamente un anno dopo gli stessi parlamentari hanno approvato un piano che, per loro stessa ammissione, non risolve alcun problema, ma anzi aggrava la situazione.

Noi lo abbiamo potuto verificare.
Un anno fa una nostra delegazione venne ricevuta al Senato. In quell’occasione molti onorevoli, anche della maggioranza, avevano dichiarato le loro perplessità, i loro dubbi, le loro contrarietà, ma anche che avrebbero votato il piano, definito “blindato”, per problemi politici e per le enormi pressioni del governo.
A distanza di un anno una nostra delegazione ha di nuovo incontrato 14 deputati e senatori.
Che cosa si è sentita rispondere?

Alcuni importanti esponenti della maggioranza hanno dichiarato di “non condividere la legge, né il piano che, se possibile, peggiora la situazione”. Altri hanno confermato la loro idea sull’ “assenza di un asse culturale”, altri hanno ripetuto dubbi, incertezze, contrarietà.
Alcuni, al termine degli incontri con noi, hanno dichiarato che non avrebbero votato un simile piano.
Ma la maggioranza di loro ha ribadito che, di fronte alle enormi pressioni del governo, si sarebbe adeguata e avrebbe votato a favore.
Alcune dichiarazione del presunto “dibattito” che c’è stato nelle commissioni e in aula sfiorano il ridicolo.
L’on. Soave (DS), relatore di maggioranza, riferendosi al problema dell’Onda Anomala (vedi nota), ha dichiarato: “Dalla lettura del piano emerge chiaramente la rilevanza e la problematicità della riforma (…) Ritengo che i problemi illustrati non possano essere facilmente risolti nemmeno con la proposta del governo”. E in conseguenza di ciò ha concluso in modo sconvolgente e contraddittorio: “Non è urgente individuare ora una soluzione definitiva (…) il piano dimostra la fattibilità della legge” !

Colleghi sindacalisti,
conosciamo perfettamente le conseguenze catastrofiche di tutto ciò, ma sappiamo anche che milioni di famiglie vengono tenute all’oscuro di ciò che si prepara.
Milioni di famiglie stanno iscrivendo i loro figli alla “nuova” “scuola di base” o alle attuali elementari e medie e non sanno che i programmi saranno drasticamente tagliati; non sanno che il Tempo Pieno è destinato a scomparire; non sanno che per i loro figli non ci sarà un diploma valido nel mondo del lavoro; non sanno che i maestri e le maestre che li accoglieranno in prima o in seconda potrebbero cambiare e mescolarsi con i professori delle medie fin dalla terza, creando caos e disorientamento; non sanno che la “riforma” prevede la distruzione del gruppo classe e il continuo cambio di compagni e insegnanti; non sanno che gruppi di alunni saranno chiamati, a caso, a “saltare un anno di scuola”, mentre altri, della stessa età e forse della stessa classe, faranno un anno in più….

Colleghi sindacalisti,
tutto questo ha qualcosa a che fare con la democrazia? Tutto questo ha qualcosa a che fare con la corretta informazione? Tutto questo ha qualcosa a che fare con la difesa della scuola pubblica?
Tutto questo è accettabile?

Centinaia di migliaia di insegnanti hanno scioperato nei mesi scorsi contro questa legge. Ecco come si esprimeva il “Corriere della Sera” nel dicembre scorso: “Lo sciopero dimostra che il mondo dell’insegnamento è attraversato da una malattia che non riguarda solo i salari, ma anche le riforme. Nella piattaforma della maggioranza dei sindacati, dalla CISL ai Cobas, dalla Gilda agli Unicobas, c’è la soppressione e il ritiro della riforma dei cicli”. Intanto la UIL e lo SNALS avevano preso posizione contro il piano presentato dal ministro.
Questi scioperi, l’adesione di massa, le manifestazioni, gli slogan degli insegnanti dimostrano che esiste la forza e la possibilità di fermare la legge.

Ma sorprendentemente, di fronte a questa volontà chiaramente espressa dalla maggioranza, chiaramente espressa nello sciopero, i dirigenti di CGIL-CISL e UIL hanno firmato un accordo sindacale che prevede l’applicazione della “riforma” dei cicli “con il confronto con le organizzazioni sindacali, al fine di realizzare il costante coinvolgimento dei docenti in tutte le fasi di attuazione”.

Questo non è accettabile.
Nessun insegnante, nessun genitore, nessuna persona attaccata ai valori della scuola pubblica, della cultura, della democrazia, può accettare che le organizzazioni sindacali diventino lo strumento per “convincere” la popolazione ad accettare una “riforma” le cui radici poggiano proprio sulla distruzione della cultura e della scuola pubblica, e che è passata con i metodi che abbiamo potuto accertare.

Tra di noi ci sono insegnanti e genitori iscritti a tutti i sindacati e altri non iscritti, ma siamo uniti perché sappiamo quale pericolo rappresenta questa legge.
A voi lanciamo il nostro appello: ritirate la firma da un simile accordo, seguite la strada che la maggioranza della categoria ha tracciato negli scioperi.
In un’intervista rilasciata a novembre, il ministro De Mauro aveva dichiarato di essere pronto a “sospendere l’applicazione della legge se il Parlamento lo indica”. Questo dimostra che la legge può essere sospesa: di fronte alla mobilitazione dei sindacati e degli insegnanti il ministro può decidere in questo senso.
Oggi è ancora possibile fermare questa legge devastante: organizzate la mobilitazione e lo sciopero fino all’abrogazione della “riforma” dei cicli”.

nome cognome indirizzo città scuola firma


Il “Manifesto per il ritiro della riforma dei cicli” viene promosso nell’ottobre 1999 da 500 insegnanti e genitori delle province di Torino, Milano, Lodi, Bari, Avellino, Latina, Frosinone e Asti al termine di alcune manifestazioni pubbliche che avevano riunito centinaia di insegnanti e genitori contro la legge. Più di 15.000 insegnanti e genitori di 20 province italiane hanno già sottoscritto il “Manifesto”. Nel rispetto delle tradizioni culturali, pedagogiche, didattiche, politiche, religiose di ognuno, il “Manifesto” si batte per unire più largamente possibile gli insegnanti, i genitori, gli studenti, le organizzazioni sindacali e più in generale tutte le persone che intendono difendere la scuola dalla distruzione e dal caos a cui si andrebbe incontro se la “Riforma dei cicli” dovesse essere applicata.. Il “Manifesto” mette a disposizione il materiale prodotto, tra cui un “Dossier 50 domande-50 risposte” sulle conseguenze della legge, i verbali degli incontri in Parlamento, alla Presidenza del Consiglio e al Ministero e un commento al piano di applicazione.

Contatti: Lorenzo Varaldo. Rita Defeudis, viale Paolo VI, Abbiategrasso (MI) tel. 02/94965090. e-mail: [email protected] – sito Internet: http://manifestodei500.altervista.org

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