Dichiarazione del comitato nazionale sull’Intesa governo-sindacati del 15 dicembre 2000

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli”

Dichiarazione del comitato nazionale sull’Intesa governo-sindacati del 15 dicembre

Il giorno 15 dicembre, dopo una settimana di confusione incredibile alimentata dalla assoluta mancanza di chiarezza sulla proclamazione dello sciopero del 18/12, le direzioni nazionali di CGIL-CISL e UIL hanno siglato un’intesa con il governo.

Il comitato nazionale del “Manifesto dei 500”, dopo aver analizzato il testo dell’accordo, ha deciso di portare a conoscenza di tutti gli insegnanti e i genitori quanto segue.

a) Nell’accordo è presente un capitolo intitolato “Sostegno ai processi di riforma”. In esso troviamo le seguenti frasi: “L’attuazione della legge 30 del 2000 (Riforma dei cicli) avverrà con il confronto con le organizzazioni sindacali anche al fine di realizzare il costante coinvolgimento dei docenti in tutte le fasi di applicazione della riforma, ivi compresa la consultazione dei nuovi curricoli, per assicurare l’utilizzo qualificato degli organici attuali, la valorizzazione delle competenze acquisite in relazione alla fascia d’età, interventi straordinari di formazione in servizio. Il governo conferma che l’applicazione della legge sul Riordino dei cicli non produrrà alcun calo nell’occupazione nel settore”.
b) Nello stesso capitolo troviamo: “Al fine di garantire la rapida erogazione delle risorse destinate all’attuazione dell’articolo 29 del CCNL (concorsone) il governo si impegna a porre in essere tutti gli strumenti necessari affinchè siano retribuiti prioritariamente gli impegni professionali di tutti i docenti legati alla piena attuazione dell’Autonomia secondo modalità da definire in sede contrattuale”. Più avanti viene scritto: “Obiettivo fondamentale, quindi, sarà quello di operare per la valorizzazione professionale dei docenti e del loro ruolo attraverso la definizione di una carriera professionale”
c) Sul piano salariale, i giornali hanno riportato delle tabelle da cui emerge che gli aumenti sarebbero in media di 300.000 lire lorde medie, cioè circa 160.000-180.000 lire nette medie. Non è chiaro se questo aumento scatterebbe per intero a partire da gennaio.

Di fronte a questa situazione il comitato si interroga:

1)le centinaia di migliaia di lavoratori che hanno scioperato nei mesi scorsi lo hanno fatto contro la “riforma dei cicli”, non per vedere un accordo con il quale si prevede la sua applicazione. Hanno forse scioperato per scoprire che questa legge devastante sarà applicata “con il confronto con le organizzazioni sindacali al fine di realizzare un costante coinvolgimento dei docenti in tutte le fasi di applicazione della riforma”? Qual è il compito di un sindacato: difendere i lavoratori e la scuola pubblica o “coinvolgere” e convincere i docenti che la riforma distruttiva del governo deve essere applicata?
2)Come si può accettare di firmare un accordo con il quale il governo si impegna a “valorizzare le competenze acquisite in relazione alla fascia d’età”, quando ormai risulta evidente che il “riordino dei cicli” in quanto tale produrrebbe, tra le altre cose, proprio alla distruzione delle competenze (il piano applicativo prevede persino l’abolizione delle cattedre)?
3)Come è possibile che un sindacato firmi un accordo con il quale il governo “conferma” una falsità, e cioè che “il riordino dei cicli non produrrà alcun calo nell’occupazione”? Il piano di applicazione presentato dal ministro in Parlamento evidenzia anno per anno un calo di migliaia di posti che si ripercuoterà sulle immissioni in ruolo e sulle speranze di lavoro degli insegnanti nei prossimi anni
4)Gli insegnanti hanno scioperato il 9 e il 16 ottobre e il 7 dicembre, nella massima unità, in perfetta continuità con lo sciopero del 17 febbraio scorso, contro le differenziazioni salariali e per l’abrogazione dell’articolo 29 del contratto che istituiva il “concorsone”. Viene rispettata la loro volontà firmando un accordo che prevede che in nome dello stesso articolo 29 rifiutato dalla categoria vengano “retribuiti prioritariamente gli impegni professionali di tutti i docenti legati alla piena attuazione dell’Autonomia secondo modalità da definire in sede contrattuale”? Cosa deve essere ancora definito in sede contrattuale?
5)Quale rispetto della volontà espressa il 17 febbraio, il 9 ottobre e il 7 dicembre si può vedere nella frase “Obiettivo fondamentale, quindi, sarà quello di operare per la valorizzazione professionale dei docenti e del loro ruolo attraverso la definizione di una carriera professionale”? Il concetto di “carriera professionale”, peraltro ripreso proprio nell’applicazione della Riforma dei cicli, è diametralmente opposto alla volontà degli insegnanti: come si possono accettare simili accordi e le dichiarazioni di Cofferati che ripropone i salari al merito?
6)Pur coscienti che gli aumenti salariali (sempre che siano uguali per tutti e a partire da gennaio) possono rappresentare un primo passo verso la soddisfazione delle legittime esigenze della categoria, poniamo alcuni problemi: a) gli aumenti della benzina, del riscaldamento, delle tariffe, di tutti i prodotti, hanno già ampiamente assorbito questo aumento; b) può essere considerato soddisfacente un aumento di questa portata e senza reali prospettive per il futuro, di fronte all’enorme forza dimostrata negli scioperi?
7)E’ ammissibile che dopo la grande mobilitazione di ottobre e del 7 dicembre, la categoria venga indotta in uno stato di confusione come quello dei giorni precedenti all’accordo: segreterie provinciali che annunciavano lo sciopero, altre che lo negavano, quotidiani che davano le confederazioni come aderenti, attese di circolari mai arrivate, chiarimenti contraddittori… Noi ci chiediamo: a chi ha fatto comodo una simile situazione, proprio nel momento in cui la categoria aveva dimostrato la sua volontà nell’andare fino in fondo nella mobilitazione e per la soddisfazione delle rivendicazioni?

A nostro parere l’accordo firmato nasconde la pericolosa volontà del governo di dare qualche soldo agli insegnanti per far passare le riforme distruttive.

Certamente noi consideriamo la questione salariale come una questione primaria: per questo che non possiamo dirci soddisfatti dall’accordo. Non è accettabile che nello stesso accordo in cui si concedono gli aumenti, essi vengano messi in rapporto con l’applicazione della Riforma dei cicli e dell’Autonomia, cioè con la distruzione della scuola pubblica.

Su questa base esprimiamo il nostro giudizio non soddisfacente sull’accordo raggiunto e chiediamo che in tutte le scuole, le assemblee, le sedi sindacali venga aperto il più ampio dibattito e si proceda alla più larga consultazione.

Il “Comitato nazionale del Manifesto dei 500”, 18 dicembre 2000

Print Friendly, PDF & Email