A che punto è la “riforma”?

“Manifesto dei 500 insegnanti e genitori per il ritiro della riforma dei cicli e la difesa della scuola pubblica”

A che punto è la “riforma” Moratti ?

1) Cosa si sta preparando

  • Scuola superiore: la fine dei diplomi, dei licei, dei titoli di studio

Il 18 gennaio il governo ha presentato la bozza di decreto applicativo che riguarda la scuola superiore. Il decreto abroga gli Istituti Tecnici e i Professionali Statali e quindi i relativi diplomi. Se il decreto passerà i giovani non potranno più diventare a 19 anni periti, ragionieri, geometri, odontotecnici, assistenti di laboratorio, con un diploma valido in tutto il Paese e riconosciuto nei contratti nazionali, ma dovranno frequentare corsi post-liceo, con tasse universitarie per arrivare a questi titoli (forse) a 21-22 anni.
L’istruzione professionale passerebbe completamente alle Regioni e diventerebbe privata.
Se consideriamo che circa l’80% dei ragazzi frequenta oggi un Istituto professionale Statale o un Tecnico, ciò significa che una fetta enorme dell’istruzione sarà regionalizzata, portando un ulteriore colpo alla distruzione dell’unità della scuola italiana. A ciò va aggiunto che la maggioranza dei corsi professionali regionali è in mano ai privati e consegna diplomi senza alcun valore.
Ma non è tutto: la scuola che resterebbe “statale” sarebbe organizzata in 8 “licei”, 5 senza indirizzo e 3 con indirizzo interno. Ma questi “licei” andrebbero incontro ad un tale abbassamento culturale che persino il responsabile scuola di Forza Italia, Mario Mauro, ha dichiarato sul settimanale “Tempi” che la bozza è “deludente”: “Scuole che non sono più né licei né istituti tecnici, dove si studia poco e male di tutto. Il lavoro? La specializzazione? Se ne parla dalla terza in avanti per chi sarà sopravvissuto. Esattamente quel che voleva Berlinguer. Valeva la pena abrogare la sua riforma, buttare all’aria la scuola italiana, per riproporre cinque anni dopo lo stesso pasticcio?”. Se lo dice uno di Forza Italia…
“Scienze”, tanto per fare un esempio, sparirebbe come materia e verrebbe spezzettata. “Scienze della terra” (oggi studio fondamentale dell’ultimo anno e materia da sempre di Esame di Stato) finirebbe nel primo anno e banalizzata, tanto che “astronomia” sarebbe eliminata e diluita in “italiano”, “filosofia” e “fisica”! Darwin verrebbe ridotto al “Dibattito sull’evoluzione”! E hanno il coraggio di chiamarli “licei”!
Siamo al paradosso: il latino verrebbe insegnato nel liceo con indirizzo “economico-trasporti” (!), in quello con indirizzo “meccanico”, in quello con indirizzo “moda” (!) mentre se ne diminuiscono le ore al classico (da 5 a 4 al ginnasio) e allo scientifico (da 4 a 2)! Ciò non è casuale: si vogliono scoraggiare tutti i ragazzi che attualmente vanno ai “tecnici” e ai “professionali” dall’andare al liceo, considerando che dovrebbero studiare latino e non avere un diploma. In questo modo questi ragazzi si indirizzeranno ai professionali privati e regionalizzati.
Infine gli insegnanti dei Professionali e dei Tecnici che non saranno convertiti in licei passeranno alle Regioni.

  • Scuola Elementare e Media: incombe il pericolo del taglio di organico.

Con il nuovo metodo di calcolo degli organici che il Ministero intende applicare, le compresenze sarebbero abolite e non si avrebbero più 2 ins. titolari ogni Tempo Piano e 3 ogni Modulo, ma solo gli insegnanti necessari a coprire le ore richieste dai genitori. Per esempio, se in una scuola si istituiscono 4 classi prime a TP, si avrà un totale di 160 ore da coprire (40+40+40+40). 8 di queste ore (due per classe) potranno essere coperte da un insegnante di inglese.
Si arriva così a 152, numero che va diviso per 22 ore di insegnamento di ogni insegnante. Si ottiene così 6 o al massimo 7 insegnanti che dovranno alternarsi e coprire tutto l’orario, al posto dei 2 stabili per ogni classe che venivano dati in precedenza. In questo modo i bambini cambierebbero 8-9 insegnanti alla settimana!

2) Che cosa è già stato applicato quest’anno?

  • Primo smembramento dei Programmi Nazionali

La “riforma” ha portato prima di tutto alla scomparsa dei Programmi Nazionali e al taglio di intere parti di programma, specialmente in storia, geografia, scienze, dove i ragazzi arrivano solo ai Romani alla fine della quinta elementare e studiano solo le Regioni italiane! Si arriva all’inizio della terza media senza aver mai studiato l’Unità d’Italia, la Rivoluzione Francese, le Guerre Mondiali, il Nazismo, il Fascismo, la Resistenza! Alcune classi quarte e quinte hanno “sospeso” il programma, altre hanno ripetuto quello degli anni precedenti!
E’ vero che in molte scuole, invece, si è cercato di applicare ancora i Programmi Nazionali dell’85 e del ’79, ma comunque il sistema nazionale è esploso. Tra l’altro, si arriva ad un paradosso: se i vostri figli hanno fatto ancora i Programmi Nazionali, potrebbero trovarsi nelle scuole medie o superiori con compagni che hanno preparazioni inferiori. Ciò porterà all’esplosione del sistema nei prossimi anni e certamente ad un abbassamento culturale.
Intanto, alle Medie, le ore di italiano sono passate da 7 a 5 e quelle di inglese da 3 a una e mezzo.

  • Sono cominciati ad apparire i primi Piani di Studio Personalizzati.

Con essi alcuni ragazzi perseguono obiettivi di serie A e altri di serie B, sulla base del ceto sociale, delle capacità di ingresso etc… Esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare la scuola pubblica, e cioè preoccuparsi di superare le differenze e dare a tutti obiettivi alti.

  • Primo attacco all’unità della classe

I primi passi sono stati fatti là dove non sono stati concessi gli insegnanti richiesti per fare i Tempi Pieni e/o i Moduli. In molte scuole, per esempio, a fronte di una richiesta di 6 insegnanti per 3 classi Tempo Pieno, ne sono stati concessi solo 5. Ciò ha portato a far “ruotare” gli insegnanti sulle 3 classi o sui gruppi flessibili instaurati (per esempio in alcune ore i bambini venivano riuniti in grandi gruppi) e i bambini sono arrivati ad avere 11 insegnanti (con inglese, religione, tappabuchi di altre classi…) in una prima elementare!

  • La “scelta” delle famiglie.

Si è verificato in molti classi che alcune famiglie abbiano scelto le 27 ore, altre le 30, altre le 40. In questo modo sono state formate classi con alunni che seguono orari, attività e programmi diversi. In alcuni casi le classi vengono “accorpate” per una parte di orario e i bambini cambiano insegnanti e compagni più volte nella settimana. La demagogia della “scelta” delle famiglie viene così pagata dalle famiglie stesse e dai bambini!

  • Infine è stata abolita la scheda ministeriale uguale per tutte le scuole.

Anche in questo caso si tratta di un segnale del disimpegno dello Stato e dello smembramento del sistema: ogni scuola ha la sua scheda e il suo attestato: non esiste più una scuola con diritti uguali dal Nord al Sud del Paese.

3) Ciò che la mobilitazione ha frenato

  • Il tutor.

Da obbligatorio che era, la mobilitazione e l’unità con i sindacati intorno al Contratto Nazionale di lavoro hanno costretto il Ministro a rallentare l’applicazione di questo punto. Le scuole che hanno voluto, hanno potuto non istituire il “tutor”, anche se le pressioni sono state enormi. Noi ribadiamo: NO al tutor, né uno né tutti, perché è lo strumento di applicazione totale della legge (deve decidere i Piani di Studio Personalizzati, gli orari, compilare il Porfolio). NO ad alcun accordo con il governo per la sua attuazione.

  • Portfolio

Proprio perché il tutor non è stato istituito, le scuole hanno potuto prendere tempo sul Portfolio, ma purtroppo le pressioni dei Dirigenti hanno portato molti a cedere o a creare “commissioni” di studio per farlo il prossimo anno.

  • Libri di testo

La mobilitazione ha costretto le case editrici a ristampare i vecchi libri di testo e quindi le scuole che li hanno adottati hanno potuto difendere i Programmi dell’85 e del ’79 e mantenere un alto livello culturale.

Print Friendly, PDF & Email